Pacifico, presidente nazionale Anief: Avevamo chiesto al ministro Fioramonti, al contrario, un piano straordinario di rientro nella propria regione. Chiederemo durante lo sciopero del 12 novembre un emendamento in Parlamento per eliminare, per tutti, gli attuali vincoli ai trasferimenti. La continuità didattica si lotta con la stabilizzazione degli organici e con incentivi al personale per rimanere nei posti attribuiti diversi dai luoghi di residenza
LE NOVITÀ INTRODOTTE PER LE NUOVE ASSUNZIONI FUORI REGIONE
Le prossime assunzioni del personale docente della scuola si attueranno con modalità innovative. A prevederlo è il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 ottobre e adesso trasmesso alle Commissioni per il dibattito. “La norma – commenta Orizzonte Scuola - è stata pensata per ridurre il rischio che anche il prossimo anno scolastico – come già avvenuto nel 2018 e 2019 – possano rimanere scoperti posti sui quali il MEF ha autorizzato le assunzioni” e “riguarderà esclusivamente le assunzioni per l’anno scolastico 2020/21 e interesserà sia la secondaria che infanzia e primaria”.
Le immissioni in ruolo docenti utili per l'avvio dell’a.s. 2020/21 saranno caratterizzate dalla possibilità, per i docenti, di essere convocati anche in regioni diverse rispetto a quella in cui si è risultati vincitori e idonei. Si formeranno graduatorie ad hoc transitorie, utili allo scopo, in modo da mettere a disposizione i posti vacanti e disponibili residui dopo le normali procedure di attribuzione dei posti, a domanda dei vincitori e idonei inseriti nelle GM e nelle GMRE.
Per queste assunzioni con “chiamata lampo” saranno utilizzati posti vacanti e disponibili residui dopo le normali procedure di attribuzione dei posti. Le modalità di attuazione sono state annunciate dal sottosegretario all’Istruzione Lucia Azzolina qualche giorno fa a RadioCusanoCampus: “A settembre 2020, dopo le immissioni in ruolo, gli Uffici scolastici faranno una “call veloce”, di 7 – 10 giorni. I docenti, volontariamente, potranno proporsi. Dopo le assunzioni quella particolare graduatoria scomparirà”. Giallo sulla mancata applicazione della norma anche al personale presente nelle Graduatorie ad esaurimento, come si continua a leggere dalle sue dichiarazioni: “Il Governo intende rispettare, in merito, l’impegno preso: stiamo lavorando affinché l’istituto sia aperto a tutti e dico tutti i docenti presenti nelle graduatorie per le immissioni in ruolo (GM, GMRE, GAE) e che consenta stabilmente di coprire il maggior numero possibile di posti vacanti e disponibili che siano avanzati dopo le ordinarie immissioni in ruolo.”
IL COMMENTO DEL SINDACATO ANIEF
Una norma necessaria per rispondere al numero di 90 mila cattedre andate deserte nelle immissioni in ruolo degli ultimi anni ma che non risolve il problema delle assunzioni in considerazione del ristretto numero del personale interessato nella scuola secondaria (7 mila insegnanti, fonte Miur). Anzi, per via del vincolo quinquennale si potrebbe ripetere la stessa ingiustizia perpetrata con i docenti ingabbiati dalle diverse procedure di reclutamento e di mobilità attuate all'indomani dell'approvazione della legge 107/2015 e ancora di recente applicate anche al personale assunto col concorso straordinario.
Il giovane sindacato chiede fin da adesso di cancellare il vincolo di permanenza di un quinquennio, senza la possibilità di trasferimento o assegnazione provvisoria, previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017 art. 13 comma 3 e riguardante i docenti neoassunti dall’a.s. 2020/21: “Il docente – si legge nel decreto 59/17 - è tenuto a rimanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per almeno altri quattro anni, salvo che in caso di sovrannumero o esubero o di applicazione dell’articolo 33, commi 5 o 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, limitatamente a fatti sopravvenuti successivamente al termine di presentazione delle istanze per il relativo concorso”.
Si tratta di una disposizione incostituzionale come già approvata nel 2011, con la Legge 106, e modificata dal Parlamento, grazie sempre alla denuncia di Anief, nel 2013, con la Legge 128/13 quando si riportò a un triennio il blocco dei trasferimenti.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “siamo d’accordo col dare la possibilità ai docenti che vogliono di andare a collocarsi in province con maggiori possibilità di lavoro e di assunzione in ruolo, ma riteniamo assurdo bloccarli in quelle regioni perché si tratta sempre di una scelta volontaria che deve contemperare la possibilità di ricongiungersi ai propri affetti familiari. È una condizione che i giudici hanno ben presente, visti i tentativi andati a vuoto già in Trentino e non solo, con le sentenze negative della Corte Costituzionale n. 107/2018 (sulla L. Regione Veneto), la n. 6/2017 e 242/2011 sulla Legge Trento 5/2006. Anche i tribunali del lavoro spesso si pronunciato positivamente sulle vertenze che portiamo avanti in favore del personale che chiede il trasferimento. In occasione dello sciopero del 12 novembre chiederemo un emendamento ad hoc"
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