Il nuovo ministro dell’Istruzione dovrà affrontare fra le varie priorità quella che riguarda il precariato e le cattedre vuote di inizio anno scolastico: il professore Patrizio Bianchi ha già manifestato l’idea di voler combattere la piaga del precariato e di assumere insegnanti per averli al proprio posto già il 1° settembre prossimo. Ma come farà? A rispondere è oggi la rivista Orizzonte Scuola: dopo avere ricordato che dai concorsi si ricaverà ben poco e che anche aumentando “la quota di assunzioni in ruolo ogni anno, le graduatorie per le assunzioni, sia Gae che concorsi, in moltissimi casi prive di aspiranti”, prevede che sarà inevitabile “il massiccio utilizzo dei supplenti che andrà a tamponare i posti vuoti” e peraltro “assegnati in ritardo”. Se si vuole evitare questo, quindi, le strade sono due: trasformare le procedure selettive in concorsi per titoli e riaprire le graduatorie ad esaurimento, così da consentire ai precari abilitati di essere assunti senza più assurde e deleterie attese per tutti.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “non si può più fare finta di niente dinanzi alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sulle assunzioni in ruolo per chi ha svolto almeno 36 mesi. Certamente vanno trasformati i concorsi riservati, non più selettivi, e riaperte le Gae. Servono quindi corsi di abilitazione periodici, senza più numero chiuso. Bisogna stabilizzare in modo permanente i docenti scuola dell’infanzia e primaria, di religione cattolica, delle paritarie, gli educatori, gli Itp e i diplomati magistrale, addirittura estromessi dal ruolo dopo l’anno di prova. Lo Stato deve fare un bagno d’umiltà: è sua la colpa, del resto, dell’incremento sostanzioso dei ricorsi al giudice del lavoro, per recuperare l’indennizzo equo”.
Cosa potrà fare il nuovo ministro a capo dell’Istruzione per coprire a settembre, con l’avvio del nuovo anno scolastico, il numero record di posti che vanno a supplenza? Secondo la stampa specializzata, “il canale di assunzione dei nuovi concorsi non può considerarsi percorribile, almeno per i concorsi ordinari infanzia, primaria e secondaria, dato che sono ancora bloccati. La chance” tuttavia è limitati ai soli “vincitori del concorso straordinario, la procedura ripartita proprio ieri e che potrebbero effettivamente essere immessi in ruolo a settembre”.
Pertanto, per evitare un nuovo record di supplenze annuali, stavolta superiore ai 250 mila contratti da stipulare sino alla fine dell’anno scolastico o al 31 agosto, si potrebbe puntare davvero su quello che l’Unione europea chiede: l’immissione in ruolo per titoli e servizi. Una possibilità che ha di recente trovato d’accordo anche il Comitato europeo dei diritti sociali, che accogliendo il reclamo Anief n. 146/2017 ha dato di fatto il via libera a procedure accelerate, anche per evitare una dura condanna dell’Italia da parte dell’Ue.
“Una prima ipotesi plausibile – conferma Orizzonte Scuola - potrebbe essere quella di modificare la normativa vigente sul concorso riservato, cancellando le norme che prevedono la selezione per esami e trasformando il tutto in un concorso per titoli. Sappiamo che la proposta era stata avanzata sia da alcune forze politiche che dai sindacati, ma l’ex Ministra Azzolina non aprì il dialogo”. Come possibile soluzione c’è la riapertura delle Gae: “ci sarebbe anche l’ipotesi - continua la rivista specialistica - di riaprire le graduatorie a esaurimento. Così da consentire ai precari abilitati di concorrere alle immissioni in ruolo tramite una selezione per titoli di natura strutturale”.
L’ipotesi ha un precedente di spessore: “Si tratta della soluzione che venne adottata durante il dicastero Mattarella con la legge 417/89, il cosiddetto doppio canale, successivamente trasfusa nella disciplina delle graduatorie permanenti istituite dalla legge 124/99, è stata poi archiviata con la trasformazione delle graduatorie permanenti in elenchi a esaurimento introdotta dall’articolo 1, comma 605, della legge n. 296 del 2006”. Ed anche nel corso della diretta di Orizzonte Scuola Tv, alcuni esponenti politici hanno ricordato la necessità di stabilizzare i precari: fra questi Francesco Verducci, senatore in quota Pd, che ha detto: “Bisogna evitare la falsa partenza di quest’anno con oltre 200 mila cattedre. Bisognava già stabilizzare i precari quando ne avevamo avuto l’occasione, la scorsa primavera, con il decreto scuola. Adesso, fra le priorità bisogna pensare ad una riforma del reclutamento”. Parole sagge: c’è solo da sperare che non si perdano nel vuoto.
PER APPROFONDIMENTI:
Emergenza sostegno: pochi specializzati, 100 mila supplenze e tante ore ancora negate
Docenti e Ata Covid, il ministero blocca i contratti dei supplenti
Azzolina incontra i sindacati, Anief presenta le sue proposte per la legge di Bilancio
Vincolo di spostamento dei docenti, dopo l’Anief lo dice anche l’ex ministro Fioramonti
Mobilità, ai docenti italiani negato il diritto a ricongiungersi con la famiglia
Milleproroghe, falce cade su emendamenti: la maggior parte dichiarati inammissibili