Il sindacato ha deciso di impugnare l'ordinanza con la quale il Tar ha rifiutato la richiesta di sospensione dell'obbligo di possesso ed esibizione del certificato verde, depositato l'appello in Consiglio di Stato. E anche presentando domanda alla Corte di Giustizia europea per fare chiarezza su un regolamento comunitario che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale per la terza volta. L’annuncio è stato fatto oggi dal presidente del sindacato, Marcello Pacifico, per il quale il regolamento, per la terza volta, non contiene una frase finale al capitolato 36, in cui si dice che "i cittadini europei possono anche non volersi vaccinare" e quindi dove si ribadisce che i cittadini non possono essere discriminati se non si sono vaccinati. Mentre si continua ad eludere il vero problema: lo screening per tutti i lavoratori.
Va avanti la battaglia dell’Anief contro il Green Pass: il certificato, ha detto stamane all’agenzia Teleborsa il leader del giovane sindacato rappresentativo, “è diventato ormai solo uno strumento per avere la cittadinanza, basti pensare che per votare il rinnovo degli organi collegiali a scuola occorre avere il Green Pass, altrimenti non si può votare. Noi riteniamo che questo regolamento cosi come è applicato in Italia sia sbagliato, perché siamo andati contro il dettato comunitario”.
Pacifico ha detto che la sua organizzazione sindacale continuerà “questa battaglia che difende i diritti di tutti, perché qui il problema è mettere a disposizione gli screening per tutti i lavoratori, per tutta la popolazione ed evitare il contagio. Abbiamo ormai un'alta percentuale di cittadini che si sono vaccinati ma la regola principale per limitare la diffusione del Covid continua a rimanere il distanziamento", ricorda il presidente Anief, ribadendo infine che "il costo dei tamponi deve essere del datore di lavoro e non dei singoli lavoratori, perché per lavorare bisogna essere pagati e non pagare per lavorare".
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