Il Governo è costretto a correre ai ripari sulla carta del docente, il bonus da 500 euro destinato alla formazione e aggiornamento professionale degli insegnanti introdotta con la legge 107/2015: all’inaspettato comma 9 dell’articolo 44 del decreto legge 36, approvato a fine aprile, prevede il taglio del bonus annuale con la riduzione, anche se non immediata, di alcuni milioni di euro che si andranno a decurtare dai 381,137 milioni annui destinati fino ad oggi al finanziamento della carta del docente, ha infatti “risposto” l’ordinanza della Corte di Giustizia Europea di alcuni giorni fa.
L’ordinanza, che segue le decisioni analoghe prese già nel Tribunale di Torino e in Consiglio di Stato, estende l’erogazione di tale bonus anche ai docenti precari: i giudici di Lussemburgo hanno dato piena ragione ai legali Anief, i quali avevano evidenziato come tale esclusione comporti una vera discriminazione, anche alla luce della clausola 4 dell’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato. La decisione della Corte di Giustizia europea, dunque, sancisce la parificazione del personale precario al personale di ruolo, anche sul fronte dell’aggiornamento professionale, oltre nel dare la possibilità concreta a tutti i docenti precari o ex precari di recuperare dal ministero dell’Istruzione le somme loro non versate in questi ultimi anni.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “dopo l’intervento vincente nei vari tribunali dei legali che operano per Anief e l’importante vittoria a Lussemburgo, dove si è sancita l’illegittimità della legge italiana per la discriminazione dei precari sulla carta docente, sono tanti ad essere saliti sul carro dei vincitori: tutti ora difendono il diritto della card annuale per i docenti precari. Ne prendiamo atto. E nel contempo ricordiamo che in assenza di una nuova norma che superi il comma 123 della Buona Scuola, l’unica strada per chiedere fino a 2.500 euro di bonus per gli ultimi cinque anni rimane però quella di presentare ricorso al giudice”.
“Abbiamo calcolato che se tutti gli oltre 200mila docenti precari annuali dovessero fare ricorso allo Stato non basterebbe mezzo miliardo di euro di rimborsi. Farebbero bene i senatori a cancellare quindi il finanziamento della Scuola di Alta Formazione, ma in generale di tutta la nuova formazione, che va respinta, ancora di più se finanziata con i soldi della card docente quindi con i fondi destinati al personale insegnante di ruolo e precario”, conclude Pacifico.
LA SENTENZA
La VI sezione della Corte di Giustizia Europea, con ordinanza del 18 maggio 2022, ha riconosciuto anche a tutti i docenti precari della scuola il diritto ad usufruire del beneficio economico di euro 500 annui, tramite la cosiddetta “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente. La remissione alla CGUE dell’Unione Europea era stata effettuata dalla Dott. Patrizia Baici del Tribunale di Vercelli, in una causa patrocinata per conto del sindacato Anief dagli avvocati Giovanni Rinaldi, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Walter Miceli, i quali avevano evidenziato il contrasto con il divieto di discriminazione tra i docenti a tempo determinato e i docenti di ruolo del mancato riconoscimento della somma di 500 annui annui, poiché destinata all’acquisto di beni e servizi formativi, finalizzati allo sviluppo delle competenze professionali del personale docente. Ora, è importante che tutti i precari facciano ricorso al giudice.
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