“È giusto parlare di fare ripartire la scuola con la didattica in presenza, è uno degli obiettivi che abbiamo tutti quanti, perché se lo aspettano le famiglie, lo chiedono i ragazzi ma soprattutto bisogna farlo in sicurezza. Per questo serve un piano sugli organici e sugli spazi delle scuole”: a dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, nel corso di un’intervista rilasciata a Italia Stampa, a commento della volontà espressa dal nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di riportare in classe gli alunni il prima possibile.
Così commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, la parte del contenuto di un articolo di oggi del Corriere della Serache riprende l'idea lanciata dal nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in un suo libro prima di diventare titolare del dicastero di viale Trastevere. “Fa bene il neo ministro ad affrontare la questione, ma non è certo riducendo di un anno le superiori che si potrà risolvere il problema del ritardo delle competenze dei nostri alunni – dice il sindacalista autonomo -, ancora di più perché si tratta di un tentativo fatto in passato e andato a vuoto, per tagliare 40mila cattedre e risparmiare oltre un miliardo di euro: l’ultima volta a proporlo fu l’ex ministra Maria Chiara Carrozza, sette anni fa, ma non si è andati mai oltre la sperimentazione adottata in alcuni licei. Sicuramente gli intenti dell’attuale ministro sono diversi, però cancellando di un anno l’offerta formativa di fatto si andrebbe a incrementare i già alti tassi di dispersione scolastica e di Neet. Riteniamo che l’obbligo formativo vada esteso, dai 3 anni alla maggiore età e comunque fino al diploma, e non ridotto, potenziando il Pcto nel triennio finale delle superiori”
“È arrivato il momento che un ministro del Lavoro prenda di petto la situazione del personale non di ruolo e dica basta alla precarietà nella Scuola, nell’Università, nella Ricerca e nell’Afam. Basta, quindi, con la supplentite nella pubblica amministrazione: basti pensare che negli ultimi otto anni il 35% di posti in più per gli infermieri e medici sono stati dati ai precari. Bisogna finirla con questo tipo di amministrazione per fare rilanciare la macchina dello Stato”. A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista rilasciata a Italia Stampa, che anche con il nuovo esecutivo Draghi si posiziona in difesa dei tanti precari nella PA, in particolare nella scuola dove la percentuale di supplenti è ormai doppia al resto del pubblico impiego e superiore al 20% rispetto al personale di ruolo.
C’è pure la questione irrisolta dei precari della scuola, aggravata dalla lentezza dei concorsi pubblici per assumerli, tra i punti cardine del documento “Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro” elaborato dal Comitato di 18 esperti coordinati dall’attuale ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e voluto dall’ex ministra Lucia Azzolina, che ieri è stato pubblicato dal ministero per renderne pubblici i contenuti. Nel documento si spiega, come ha sempre sostenuto l’Anief, che “le procedure di bando dei concorsi sono troppo rare, lente e macchinose, con il risultato di avere concorsi troppo affollati, e quindi bisognosi di metodi sbrigativi per sfoltire i candidati, almeno in una prima fase, esposti a un vasto contenzioso che, oltre a rendere precari i risultati delle procedure, le espone spesso al discredito da parte degli stessi partecipanti e dell’opinione pubblica”.
Il presidente Anief, Marcello Pacifico, prende atto delle conclusioni sottoscritte dalla Commissione incaricata dalla ministra uscente e spera che a breve vi siano i provvedimenti legislativi che il sindacato rivendica da tempo: “Ci troviamo nella condizione di attendere l’esito dei concorsi ordinari, con 700 mila partecipanti, che devono ancora partire, e che comunque andrebbero a coprire solo un terzo dei 200 mila posti che continuano ad andare a supplenza, mantenendo in vita gravi ripercussioni sulla didattica perché non c’è continuità e si coprono le cattedre anche a mesi di distanza dall’avvio dell’anno scolastico. Per questo continuiamo a chiedere con forza l’avvio di corsi abilitanti periodici, non più a numero chiuso, la riapertura annuale delle graduatorie ad esaurimento e le assunzioni da graduatorie d’Istituto. La speranza è che lo Stato italiano prenda finalmente coscienza del Comitato europeo dei diritti sociali che accogliendo il nostro reclamo 146/2017 ha di fatto dato il la all’avvio di procedure per soli titoli, così da evitare una dura condanna dell’Italia dall’Unione europea. Il documento realizzato dalla task force ministeriale, prodotto la scorsa estate ma pubblicato adesso, sembra anticipare quell’espressione. E sembra volere aprire le porte ai precari storici, con almeno 36 mesi di supplenze, come ai diplomati magistrale, agli Itp, ai docenti delle paritarie, di religione e agli educatori, tutti messi ai margini ed esclusi a priori delle stabilizzazioni pur avendone pieno diritto e avendolo dimostrato sul campo, tanto da meritare l’immissione in ruolo”.
Il Tribunale del Lavoro di Modena dà nuovamente piena ragione alle tesi patrocinate dall'Anief e applica il previgente gradone stipendiale 3-8 anni anche ai docenti immessi in ruolo dopo il 2011 con almeno un anno di servizio a termine precedente al 2011, ribadisce, inoltre, il diritto agli scatti di anzianità anche per i lavoratori a tempo determinato. Marcello Pacifico (Anief): “Basta considerare il precariato come servizio di serie B, parità di trattamento a prescindere dalla natura del contratto”