Dalle ore 15.30 alle 17 ne parleranno i legali che hanno seguito la vertenza. Interverrà il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico. A seguire il commento dell'avvocato Walter Miceli. Per seguire in diretta la conferenza stampa basterà accedere alla pagina Facebook Anief.
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Si è appena conclusa la diretta Anief: il presidente nazionale Marcello Pacifico ha presentato i propri candidati e la piattaforma per le prossime elezioni Cspi 2021, il Consiglio superiore della pubblica istruzione. La lista del sindacato è “Insieme con Anief per una scuola giusta”. Guarda la diretta sulla pagina Facebook di Anief
Marcello Pacifico (Anief): “Partiamo dai numeri: il sindacato è cresciuto enormemente negli ultimi anni. Conta più di 60 mila iscritti ad oggi, è una forte realtà sindacale. Ci candidiamo al Cspi, il nostro programma è vasto. Abbiamo dimostrato su campo la nostra fervida attività: abbiamo fatto richiesta di 200 audizioni, abbiamo presentato 300 emendamenti, Anief sul precariato non ha mollato e non molla mai. Primo punto del nostro programma: ridare la centralità ai docenti”
Tra domande di pensionamento e posti già vacanti, l’anno scolastico prossimo si aprirà con un numero impressionante di posti disponibili da insegnante nella scuola pubblica. Se a questi aggiungiamo gli 80mila di sostegno e quelli in organico di fatto, il 2021 rischia fortemente di superare ogni record in fatto di supplenze. Il dato dei pensionamenti, pari a circa 35 mila posti, quindi più di quanto era trapelato nelle passate settimane, non è definitivo: si tratta di domande, ma la percentuale di bocciature da parte dell’amministrazione o di ripensamenti dei diretti interessati è storicamente risibile. I posti che si andranno a liberare, saranno divisi equamente tra la mobilità 2021 e le immissioni in ruolo della prossima estate: “a questi – scrive Orizzonte Scuola, che fornisce pure i dati per provincia - vanno sommati quelli rimasti vacanti dopo le operazioni dello scorso anno scolastico, circa 64.000” posti.
Per il sindacato, si tratta di numeri importanti. Che andranno coperti con personale nuovo ed in alto numero con immissioni in ruolo. Ancora di più perché il Comitato europeo dei diritti sociali ha accolto il reclamo Anief collettivo n. 146/2017, che apre alle assunzioni dopo 36 mesi e costringe il Governo d’ora in poi a prevedere nuovi concorsi per titoli, così evitare una dura condanna dall’Europa: la rilevante novità verrà presentata domani pomeriggio in una conferenza stampa.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “a fronte di questi numeri sui pensionamenti 2021, le procedure che regolano mobilità e assunzioni necessitino di modifiche urgenti. La prima, quella che riguarda i trasferimenti, le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie, deve prevedere il decadimento dei vincoli quinquennali e triennali che impediscono di realizzare la propria candidatura allo spostamento di sede, anche per motivi gravi e negando anche il diritto al ricongiungimento alla propria famiglia. Una condizione che diventa ingiustificabile quando sussistono i posti disponibili e quindi le condizioni perché il trasferimento, definitivo o annuale, possa realizzarsi. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato, indispensabili per attuare il turn over, l’Anief continua a chiedere la collocazione nelle GaE di tutti gli abilitati e l’utilizzo anche delle graduatorie d’Istituto, poiché il fallimento degli ultimi anni, con i due terzi delle assunzioni già finanziate e programmate andate clamorosamente perse, non può continuare a passare inosservato”.
Esprimendosi sul ricorso n. 146/2017, presentato nel 2017 dal giovane sindacato della Scuola, il Comitato europeo per i diritti sociali di Strasburgo ha espresso il suo parere condannando senza attenuanti la politica perpetrata dai governi italiani sulla reiterazione dei contratti a termine sottoscritti nei confronti degli insegnanti precari, che non ha tenuto minimamente conto dei tre anni di supplenze massimi consentiti in tutti i Paesi membri. I giudici hanno accertato, infatti, la violazione dell’articolo 1, paragrafo 2, della Carta sociale europea. Domani, dalle 15.30 alle 17.00, è prevista la conferenza stampa del presidente nazionale Anief Marcello Pacifico trasmessa in diretta nella pagina Facebook Anief: parteciperanno i legali Vincenzo De Michele (foro di Foggia), Sergio Galleano (foro di Milano), Walter Miceli (foro di Palermo), Fabio Ganci (foro di Palermo). Nel corso della conferenza saranno forniti tutti i dettagli e i chiarimenti sulle azioni di tutela che il sindacato Anief avvierà per i precari “storici” della scuola italiana e saranno proposte alcune soluzioni al Governo perché eviti una dura condanna anche della Commissione europea nella procedura d’infrazione NIF 4231/2014.
Ancora una volta Anief, dopo aver denunciato per la prima volta il 16 gennaio 2010 l’abuso dei contratti a termine dei precari italiani, aver ottenuto una prima sentenza di condanna della legislazione italiana con la sentenza Mascolo, il 26 novembre del 2014, dalla Corte di giustizia europea, si dimostra fedele interprete della norma comunitaria. La posizione dei giudici transnazionali, che definiscono il comportamento dei governanti italiani “un'ingerenza sproporzionata nei loro diritti di guadagnarsi da vivere in un'occupazione liberamente intrapresa", giunge nell’anno dei record di posti vacanti e disponibili, con 210 contratti di supplenza annuali sottoscritti e non pochi ancora da assegnare. Un numero impressionante, pari agli abitanti di una città come Venezia.
Nelle parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, c’è tutta la soddisfazione della giovane organizzazione sindacale, che ha intrapreso dalla sua nascita e con estrema convinzione questa battaglia. E continua a raccogliere giustizia: “Abbiamo sempre creduto che di fronte alle nostre istanze in difesa dei diritti dei precari il Comitato europeo avrebbe esaminato la situazione nel contesto corretto. Adesso che è giunta questa importante interpretazione, frutto di un nostro esclusivo ricorso, siamo ancora più convinti di continuare a lottare perché il concetto dell’illegittimità dell’abuso di precariato trovi finalmente spazio anche nei tribunali italiani: riteniamo, infatti, che finché il legislatore non avrà messo mano alla riforma del sistema, adeguandola alle chiarissime indicazioni dei giudici di Strasburgo, toccherà alle aule di giustizia di tutto il Paese produrre sentenze che prevedano risarcimenti adeguati e assunzioni automatiche dopo i 36 mesi di servizio indicati da tempo ma mai considerati”.