Il nuovo Capo dello Stato è stato giudice relatore nell’udienza pubblica del marzo 2013 con cui la Corte Costituzionale ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno sul precariato scolastico: questione poi risoltasi lo scorso 26 novembre con la sentenza storica dei giudici di Lussemburgo proprio a favore dei precari. E da Ministro dell’Istruzione, nel 1990, fu tra i promotori della riforma degli ordinamenti della scuola elementare che, tra le innovazioni, introdusse il modulo dei tre maestri su due classi (Legge n. 148/1990), superando la figura del docente unico
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): sono buoni auspici. Mattarella, uomo di legge e di alta cultura accademica, da sempre vicino all’istruzione dei giovani, porterà un’azione di rigoroso rispetto della Costituzione, della normativa transnazionale e comunitaria. È una scelta felice perché cade a pochi giorni dalla diffusione di una riforma epocale per i giovani e l’intero Paese, attraverso cui bisognerà migliorare l’istruzione, combattere la dispersione scolastica, ridurre i Neet e valorizzare il personale tutto che opera nella scuola.