Ai dipendenti pubblici viene conferito come aumento appena un decimo dell’indennità di vacanza contrattuale prevista. Permane il buio sul triennio successivo, visto che la somma stanziata servirebbe solo per il 2015. Inoltre, ci sono forti dubbi su tempi e modalità del rinnovo contrattuale, quando tra l’altro l’anzianità di servizio lascerà spazio al criterio della produttività previsto dalla legge Brunetta di riforma della PA nel 2009. Non è stato accordato, infine, alcun indennizzo per gli anni pregressi, nonostante la Consulta avesse indicato l’esatto contrario. L’Anief non ci sta e chiede aumenti veri e il recupero di 5mila euro di arretrati. A tale scopo è stato già predisposto un apposito ricorso, attraverso cui chiedere lo sblocco immediato e il pagamento per intero dell'indennità, pari a 110 euro medie a lavoratore, più l’accreditamento degli arretrati. A tutti i lavoratori che aderiranno al ricorso, Anief fornirà a breve un modello per richiedere l'attribuzione di quanto spettante.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): sul rapporto stipendi-inflazione vi è una recente sentenza della Consulta (sulle pensioni quali retribuzioni differite), che ne impone la perequazione automatica al di là della firma di un contratto. E poi la copertura doveva essere triennale, e che adeguata ai valori previsionali dell’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione, come individuati nel DEF (+1% nel solo 2016). Parlamento, approvando la Legge di Stabilità, non doveva di certo fermarsi a 300 milioni, ma garantire lo stanziamento di almeno 5 miliardi di euro.