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Il caro-energia derivante dalla guerra in Ucraina e la scarsità di alcune derrate hanno alimentato la corsa dell'inflazione: l’Istat ha oggi rilevato, attraverso le statistiche preliminari, che il costo della vita "a giugno accelera di nuovo salendo a un livello (8%) che non si registrava da gennaio 1986, quando fu pari a 8,2%", con un aumento di ben l'1,2% su base mensile. Ancora più alta figura la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che ha fatto registrare un +8,3%. A livello di Eurozona va ancora peggio: il costo della vita si attesterebbe addirittura all'8,6%, con un +0,7% rispetto a maggio. Le stime giungono all'indomani degli interventi del governo per frenare il caro-bollette.
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“Sono evidenti i motivi che portano a dovere concludere rapidamente la trattativa sul rinnovo del contratto della Scuola e poi guardare ai passi successivi”: lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Durante una diretta sui canali di Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo ha bocciato le decisioni prese al Senato sul decreto su reclutamento e formazione, e poi ricordato che la scuola necessita di un rinnovo contrattuale immediato. Lo scorso accordo di “quattro anni fa dopo dieci anni di blocco, prevedeva 87 euro lordi che corrispondevano a 56 euro netti. Oggi – ha ricordato Pacifico - dopo quattro anni di blocco, in media si tratta di dire sì a 107 euro lorde, pari ad oltre 70 euro netti. Con arretrati pari a circa 3mila euro medi. Se invece andiamo ad attuare tutto quello che c’è scritto nell’Atto di indirizzo, si va però a firmare un accordo non prima di un anno e mezzo”.
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Il ministro dell’Istruzione continua a parlare di riduzione delle classi e non del numero di alunni che vi stanno dentro. Dopo averlo dichiarato a maggio, oggi il ministro Patrizio Bianchi lo ha ribadito sostenendo che “va ridotto il numero delle classi per aumentarne la qualità”. Replica Marcello Pacifico, presidente Anief: “Se si vuole aumentare la qualità della didattica non si possono lasciare in vita classi con oltre 20-25 alunni. Noi sosteniamo da anni che il modello da seguire è quello delle classi composte da non oltre 15 iscritti, con un numero di ore di scuola allungato e il ritorno alle compresenze già dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia, che andrebbe svolto assieme ai maestri della primaria per un avvicinamento graduale, metà ludico e metà formativo, alla scuola vera. Invece, ci ritroviamo con classi strapiene di alunni, non di rado anche con più di un alunno disabile al quale vengono sottratte indebitamente pure le ore di sostegno previste dal Pei. La denatalità potrebbe diventare un’opportunità importante per cambiare in meglio la fisionomia della scuola: servono però obiettivi chiari da prefissare, quelli che ad oggi non mi sembra che abbiano fatto propri dalle parti di Viale Trastevere”.
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