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L’azione del sindacato comincia a fare breccia in Parlamento: è di oggi l’appello dell’on. Luigi Gallo, vice presidente del Gruppo parlamentare M5S della Camera, perché le Camere fermino l’approvazione del Decreto Legge n. 36, nella parte relativa alla scuola, con cui il Governo intende cambiare in peggio il reclutamento e la formazione permanente degli insegnanti. La stessa presentazione di oltre 300 richieste di modifica del testo, pervenute alla 1ª commissione (Affari Costituzionali) e 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato, sono sinonimo del malessere generalizzato verso una riforma inutile e dannosa. L’on. Gallo, subito dopo avere incontrato una delegazione dei sindacati che l’altro ieri hanno scioperato e manifestato contro il D.L. n. 36, stamane si è rivolto al Partito democratico chiedendo di non fare “tagli nella scuola”, ma di continuare la politica del taglio delle classi pollaio, perchè “gli studenti hanno già pagato un prezzo troppo alto”.
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Quella che inizierà il 6 giugno è una settimana importante per i destini della scuola e del milione e mezzi dei suoi lavoratori: mentre la commissione Affari Costituzionali e quella Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato cominceranno ad esprimere il loro giudizio sugli oltre 300 emendamenti per modificare il Decreto Legge n. 36 su nuovo reclutamento e formazione, martedì 7 all’Aran riprenderà la discussione sul rinnovo contrattuale per il quale Anief chiede la firma di un contratto “ponte” per il triennio 2019/21 per portare subito arretrati e aumenti in busta paga ad ogni dipendente e poi concentrare gli sforzi, anche sul piano normativo, per il Ccnl del 2022/24.

Intervistato oggi da Orizzonte Scuola, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega che “l’aumento dell’inflazione oltre il 7% impone al Governo un impegno preciso a trovare risorse adeguate nella prossima legge di bilancio e a tutti noi di pretendere un contratto ponte che dia i 3.000 euro e i 107 euro di aumenti lordi subito per rimandare nel merito al nuovo tavolo per il rinnovo del CCNL 2022/2024 tutte le questioni poste da parte sindacale e datoriale”.
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Il Governo è costretto a correre ai ripari sulla carta del docente, il bonus da 500 euro destinato alla formazione e aggiornamento professionale degli insegnanti introdotta con la legge 107/2015: all’inaspettato comma 9 dell’articolo 44 del decreto legge 36, approvato a fine aprile, prevede il taglio del bonus annuale con la riduzione, anche se non immediata, di alcuni milioni di euro che si andranno a decurtare dai 381,137 milioni annui destinati fino ad oggi al finanziamento della carta del docente, ha infatti “risposto” l’ordinanza della Corte di Giustizia Europea di alcuni giorni fa.
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È di pochissimi giorni fa la pubblicazione da parte del ministero dell’Istruzione degli oltre 23.000 trasferimenti del personale Ata che avranno effetto pratico a partire dal prossimo 1° settembre 2020. I numeri sono i seguenti: 20.163 i trasferimenti in ambito provinciale; 2.701 i trasferimenti interprovinciali; 229 i passaggi di profilo in ambito provinciale; 65 i passaggi di profilo interprovinciali. Nel mese di agosto sono previste le immissioni in ruolo, per la quali il sindacato chiede di prevedere un contingente pari al numero totale di posti vacanti e disponibili: il numero complessivo nazionale ha subito anche un leggero decremento.
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Continua ad essere deficitaria la normativa che regola l'assegnazione delle ore di sostegno agli alunni con disabilità: è una mancanza particolarmente grave perché, come rimarcato i giudici del Consiglio di Stato nel ricorso promosso da Anief sulla elaborazione del nuovo PEI, rischia di penalizzare il diritto allo studio degli allievi più bisognosi di attenzioni. Come è evidente la mancanza di docenti che affiancano gli alunni disabili senza essere in possesso del titolo: il bisogno di docenti specializzati è evidente. Anche alla luce di questo, dopo le prove preselettive per l'accesso ai nuovi 20 mila posti banditi del VII ciclo del TFA Sostegno, il sindacato Anief riapre i ricorsi per gli esclusi in virtù dell'errato numero programmato non corrispondente alle reali esigenze didattiche, come ha avuto modo di provare già in un ricorso vinto in tribunale per lo stesso motivo.
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