A seguito della sentenza del TAR Lazio, che ha disposto l’annullamento del Decreto interministeriale n. 182 del 2020 e dei suoi allegati, il Ministero ha inviato una nota operativa alle istituzioni scolastiche.
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INCONTRO CON L’ARAN SULL’ACCORDO COLLETTIVO QUADRO E SULLA DEFINIZIONE DEL NUOVO REGOLAMENTO ELETTORALE PER LE PROSSIME ELEZIONI RSU
Prosegue la trattativa per definire l’ACQ e il nuovo regolamento elettorale per le elezioni RSU che avranno luogo ad aprile 2022. Novità per quanto riguarda l’elettorato attivo e passivo e per la consegna delle liste nelle scuole.
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NUOVO ELENCO LAVORI GRAVOSI CHE MANDANO IN PENSIONE 4 ANNI PRIMA, CI SONO ANCHE I MAESTRI DELLA PRIMARIA E I COLLABORATORI SCOLASTICI. ANIEF: PERCHÉ GLI ALTRI ESCLUSI?
Si potrebbe allargare ad altri lavoratori della scuola, ma non a tutti, l’accesso al pensionamento a 63 anni tramite l’Ape sociale: per volontà dalla Commissione sui lavori gravosi, dal 2022 dovrebbero essere inclusi anche i maestri della scuola primaria e i collaboratori scolastici. Categorie che si andrebbero così ad aggiungere ai maestri della scuola dell’Infanzia e agli educatori degli asili nido. Disco rosso, invece, per tutti gli altri: nessun anticipo pensionistico, dunque, per i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, come pure per gli assistenti amministrativi, i tecnici, gli educatori e tutte le altre figure professionali: a costoro vanno applicati i parametri dell’ultima Legge Monti-Fornero, con uscita a 67 anni oppure con circa 42 anni di contributi versati. Nelle prossime settimane, i risultati prodotti dalla Commissione, presieduta dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, verranno sottoposti al vaglio del Governo e del Parlamento.
Anief apprezza senz’altro il coinvolgimento dei maestri della primaria e dei collaboratori scolastici nella nuova lista, che sulla base di criteri scientifici ha portato la Commissione lavori gravosi ha esteso dalle 15, sinora previste, a ben 43 professioni potenziali che presentano un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media: tutte attività che comportano mansioni “pesanti”, non solo a livello fisico, che comportano quindi la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro. Rimane da capire cosa ha portato gli esperti a escludere le altre professionalità della scuola.
“In realtà – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il lavoro all’interno di un istituto scolastico è tutto usurante. Vi sono delle dimostrazioni scientifiche che non fanno differenze sostanziali tra gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico. A questo proposito, sono anni che chiediamo, anche per trasparenza amministrativa e pubblica, che i dati sulle malattie professionali vengano resi pubblici: ci dobbiamo accontentare di quelli svolti all’estero, dove è emerso che tutto i lavoratori della scuola, a partire dai docenti, sono vittime del burnout. È un dato provato, che ci ha convinto a chiedere nel nuovo contratto di lavoro la diaria da rischio biologico assegnata ad altre professionalità, come quelle mediche. Indennità a parte, rimane un dato di fatto che, anche per ringiovanire la categoria più vecchia al mondo, c’è l’impellenza di mandare in pensione chi lavora a scuola a 62 anni senza penalizzazioni. Ecco perché l’Ape Social va allargata a tutti i docenti e Ata”.
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“Le parole del Capo dello Stato – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - raffigurano in pieno la realtà nei nostri istituti di formazione: gli insegnanti e i lavoratori della scuola svolgono un lavoro preziosissimo, con ricadute dirette sulla società e sulle nuove generazioni. Non si nasconde quando dice che le inefficienze e le discriminazioni sono di antica data: siamo d’accordo anche sul fatto che abbiamo tutte le risorse, umane e finanziarie, grazie anche ai fondi del Pnrr, per superarle. E che serve coraggio e senso di responsabilità. A questo punto, il messaggio del Presidente non può rimanere lettera morta: il Parlamento si adoperi legiferando, prima del termine della legislatura, per fornire alle scuole, quello che gli manca: un nuovo reclutamento, in linea con quanto ci chiede l’Unione europea, quindi stabilizzando tutto coloro che hanno dimostrato sul campo di potere svolgere questo mestiere; un numero adeguato, massimo 15, di alunni per classe; un organico, docenti e Ata, all’altezza e deciso in base al grado di difficoltà territoriali; un aumento sostanzioso anche di tempo scuola e sedi scolastiche autonome; l’approvazione di norme che spazzino via le differenze illegittime tra personale di ruolo e precario; stipendi finalmente adeguati ed in linea con quelli Ocse, con accesso anticipato alla pensione”, conclude il sindacalista autonomo.
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