Secondo Begoglio, “davanti alle sfide dell’educazione ruolo cruciale è quello dei docenti, sempre sottopagati. La loro funzione deve essere riconosciuta e sostenuta con tutti i mezzi possibili. È necessario che abbiano a disposizione risorse nazionali, internazionali e provate adeguate”. I numeri danno ragione al Pontefice: pur lavorando come o più dei colleghi degli altri paesi, il disavanzo rispetto alle media Ocse rimane alto, con la Germania che a fine carriera assegna compensi praticamente doppi.
Marcello Pacifico (Anief) sostiene che è ora di ridurre il gap: “Basterebbe pensare al lavoro immane prodotto in questi ultimi due mesi con la didattica a distanza. Con le famiglie che fanno a gara a ringraziarli. Per non parlare degli studenti, che nel 90% dei casi si dicono soddisfatti di come stanno operando i loro insegnanti in modalità telematica, anche convivendo con problemi non indifferenti connaturati nella tecnologia e nella mancanza totale di relazione diretta. Chi sta al Governo è bene che si renda conto che non si può continuare a lodare gli insegnanti e a dargli però solo pacche sulle spalle: il lavoro, come dice la Costituzione, va remunerato per quello che vale. È bene che si valorizzi una volta per tutte il ruolo della professione docente andando a reperire quei 4 miliardi di risorse pubbliche utili ad assegnare loro una cifra stipendiale aggiuntiva di 240 euro netti mensili, affrancandosi così dai 70 euro medi oltre ai quali non si è riuscite andare con le ultime due leggi di Stabilità”.
Si parte dalla grande platea di esclusi del concorso straordinario (docenti infanzia e primaria, paritarie e IeFP, educatori e Irc), con due anni di servizio o senza servizio specifico, con anni di servizio sul sostegno, alla tabella di valutazione dei titoli, alle stesse procedure di selezioni dei concorsi ordinari. Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): “Il Tar sarà invaso da migliaia di contenziosi. Servono profonde modifiche e assunzioni da graduatorie di istituto provinciali. Lo avevamo detto a novembre in audizione e ora c'è la possibilità di evitare un contenzioso enorme”.
Governo e ministero dell’Istruzione esaltano la pubblicazione dei testi che in giornata verranno pubblicati e che avviano le procedure ordinarie e riservate, confermando il no tassativo al concorso per titoli chiesto all’unisono da sindacati e da molti partiti, anche della maggioranza. Ma chi governa la scuola sa che in questo modo a settembre un docente su quattro rimarrà precario e il “balletto” delle supplenze e delle Mad esploderà a dismisura? Per Anief diventa sempre più necessario estendere il reclutamento a tutto l'organico di diritto utilizzato per il funzionamento delle scuole su posti vacanti e al personale inserito nelle graduatorie di istituto provinciali, come aveva chiesto il M5S nella scorsa legislatura. In politica si può cambiare idea, certamente, ma è sbagliato farne una battaglia ideologica. “Persino gli esami di maturità si stanno svolgendo in maniera diversa - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief -: per uscire da questa impasse serve a questo punto un piano specifico ripartendo dalle misure accordate le scorso dicembre”.
Posizione nettamente contraria dell'Anief alle ipotesi di rientro a scuola a settembre a “targhe alterne”, con didattica in presenza alternata a quella a distanza e l’uso della telecamera che illude gli alunni di sentirsi a scuola. Il Governo ha invece piena facoltà di ridurre il numero di studenti a 15 per classe per garantire la sicurezza e la salute di tutti, ripristinare i diecimila plessi dismessi, e garantire il diritto all'istruzione con l'assunzione straordinaria di 200 mila insegnanti, educatori e Ata. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “un sistema ibrido non sarebbe comprensibile, perché le lezioni in presenze sono necessarie mentre la divisione del gruppo-classe creerebbe solo problemi procrastinando l’emergenza oltre il necessario”.
CCNL 2016/18 -