Per le lavoratrici della scuola è possibile presentare domanda fino al 28 febbraio 2020. Come ha riportato anche Orizzonte Scuola, “possono presentare domanda all’Inps le lavoratrici che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2019”. Chiedi a Cedan S.r.l.s. una consulenza personalizzata, visita il nostro sito
Ancora una volta, il giovane sindacato è protagonista del dibattito politico: analizzando la serie di emendamenti Anief al decreto 162/19, la I e V Commissione della Camera dei Deputati ha lasciato in ballo l’assunzione degli idonei del concorso per dirigenti scolastici (6.06, 6.29) e la riapertura delle GaE (6.41). Tra le proposte storiche volute o condivise dal presidente Anief, Marcello Pacifico, vanno al voto pure gli emendamenti riguardanti la stabilizzazione dei precari già assunti con riserva destinatari di sentenza (6.24), l’eliminazione delle classi pollaio (6.45), l’assunzione di mille unità di personale Ata (6.9), l’eliminazione della riduzione dei posti per le Graduatorie regionali di merito ad esaurimento, Grme (6.19, 6.20), l’attribuzione dei posti di ‘Quota 100’ alle Graduatorie di merito 2016 (6.15). Inammissibili, invece, le richieste di modifica formulate per il corso-concorso riservato ai dirigenti scolastici (1.37), per la deroga alla mobilità quinquennale (6.18, 6.34), per la proroga dei contratti all'estero (6.08) e per la riserva dei posti per dirigenti tecnici (6.05).
Il giovane sindacato plaude alla conferma da parte della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina della scelta del suo predecessore Lorenzo Fioramonti, che lo scorso autunno aveva deciso di eliminare nella prova orale il sorteggio delle tre buste predefinite delle Commissioni, che tanto avevano disorientato i maturandi nel 2019. Ottima anche l’idea di reintrodurre il tema storico. Marcello Pacifico: “La Storia è fondamentale, perché fornisce agli studenti le chiavi di accesso alla società e offre gli strumenti di decodifica delle complessità del mondo contemporaneo. Bisogna educare cittadini attivi e consapevoli, tornando anche a un congruo numero di ore settimanali della disciplina”
Aveva ragione il giovane sindacato rappresentativo sull'illegittimità del divieto per i docenti inseriti anche in II e III fascia delle Graduatorie d'Istituto di cambiare provincia/sedi nell'aggiornamento della I fascia GI avvenuto nel 2019. Marcello Pacifico (Anief): “Ci auguriamo che con questa sentenza sia messa la parola fine su un'evidente discriminazione posta in essere a discapito di tanti lavoratori precari e che la neo-ministra Azzolina, nel rispetto del giudicato, si adoperi per sanare la situazione sin da subito”
Alla fine un insegnante, secondo uno studio autorevole pubblicato a Trento, lavora più di ogni dipendente pubblico. Per l'ARAN, infatti, un distacco sindacale equivale a 1.572 ore, ma un docente lavora fuori e dentro la scuola altre cento ore in più. Almeno. Ma con una paga inferiore rispetto ai dipendenti di enti locali e centrali, nonostante il delicato compito che rivestono. Dieci punti, comunque, sotto l'inflazione cresciuta negli ultimi dieci anni. La metà a fine carriera di un collega delle superiori in Germania con un terzo in meno di anni di contributi.
L’orario di servizio “frontale” con gli alunni quasi la metà del tempo di lavoro medio che ogni affronta intra et extra moenia: nel tempo “invisibile", le ore di programmazione, correzione dei compiti, aggiornamento, colloqui con le famiglie, consigli di classe, scrutini, collegi e tutto quel lavoro sommerso che gli addetti ai lavori però conoscono molto bene. Un impegno che si aggira sulle 14 mila euro annue.
“Ecco perché – dice Marcello Pacifico, leader Anief - bisognerebbe prevedere almeno 4 miliardi da destinare ai dipendenti della scuola, che corrispondono ad aumenti medi netti mensili di 240 euro. Solo a quel punto – superata la proposta attuale di fermarsi ai 70 euro di incrementi mensili già finanziati - potremmo dire che gli stipendi saranno adeguati al lavoro profuso, compreso quello extra, e alla media dell’Ue, rispetto alla quale si continua a registrare un gap notevole, perché a fine carriera c'è un disavanzo di mille euro medi mensili”