I numeri pubblicati oggi dall’Istat sono destinati ad essere confermati per il futuro. Dalle prime stime fornite dal Ministero dell'Istruzione, risulta che l’anno prossimo a lasciare il servizio nelle scuole saranno 12mila docenti e 3mila dipendenti Ata. Vi sono, poi, altri 80mila lavoratori potenzialmente interessati alla pensione anticipata con l'Ape, avendo già compiuto 63 anni di età e trovandosi nella situazione contributiva di almeno 20 anni di versamenti: tranne i maestri dell’infanzia, che accederanno all’anticipo in versione “social” (con una piccola somma da restituire), per gli altri il prezzo da pagare (in vent’anni) sarà, però, davvero alto. Il numero di pensionamenti, quindi, non crescerà di molto rispetto alle attese; e in futuro andrà sempre peggio, per via dell’innalzamento dei requisiti previsti dalla legge di riforma Monti-Fornero.
Per fornire ad ogni lavoratore informazioni dettagliate, Anief ha siglato una convenzione con il Centro servizi Cedan, società autorizzata a erogare, per mezzo della confederazione Cisal, servizi di Caf e patronato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per andare incontro ai docenti, uno degli emendamenti presentati in Parlamento da Anief alla Legge di Stabilità era rivolto all’estensione della deroga a tutti i docenti della scuola pubblica, prescindendo dal tipo di corso scolastico di appartenenza. Non si comprende per quale motivo, le nostre istituzioni pubbliche e politiche continuino a negare l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado. Allo stato attuale, invece, obbligare un docente a lasciare il servizio a 70 anni rappresenta una forzatura inconcepibile.