° A tamburo battente. LaGelmini non è tipo da tenersi le critiche
Nei giorni scorsi, la polemica sulla riduzione delle ore di Storia dell’arte; ieri, l’enfasi, di almeno dieci quotidiani, sul degrado dell’edilizia scolastica. La replica convince ?
1) Una petizione per il rafforzamento dell’insegnamento di Storia dell’Arte nelle scuole secondarie di II grado aveva raccolto, la scorsa settimana, molte migliaia di firme – tra le quali, quelle di esponenti dell’università. La risposta del Ministro (Ufficio stampa, 13 settembre) può così riassumersi: - nelle scuole in cui è possibile la comparazione tra vecchio ordinamento e ordinamento conseguente alle riforme della Ministro, non c’è taglio delle ore. Ma la nota tradisce, nelle parole che riportiamo, il concetto reciproco negativo: nelle scuole in cui c’è stato un taglio delle ore, non è possibile la comparazione tra vecchio e nuovo ordinamento. Dice: “La presunta riduzione di ore di storia dell’arte non trova alcun riscontro nei nuovi programmi introdotti con la Riforma della scuola secondaria di secondo grado. Rispetto infatti al precedente ordinamento….. La Riforma ha inoltre esteso lo studio della storia dell’arte inserendola in tutti i programmi dei nuovi licei che sono stati creati: il Liceo delle scienze umane, il Liceo Linguistico, il Liceo Musicale oltre naturalmente il Liceo artistico… Non c’è stata alcuna riduzione nei programmi della scuola media per questa disciplina. Nelle scuole secondarie superiori non può essere fatto alcun confronto organico con la miriade di sperimentazioni (oltre 800) che avevano numerosi modelli orari e si differenziavano l’uno dall’altro sia nelle ore che nelle discipline, rispetto agli ordinamenti sui quali è intervenuta la Riforma”. Insomma, la verità di fatto (le ore d’insegnamento che, rispetto agli ordinamenti sperimentali, sono state ridotte) scompare attraverso sul piano nominalistico (la comparazione è improponibile); dubitiamo che, su questo piano, le due parti si possano intendere.
2) Protagonisti: ancora la Ministro, attraverso un’altra nota dell’Ufficio stampa (20 settembre) e la stampa nazionale, che s’è scatenata sulla questione della sicurezza dell’edilizia scolastica. Riportiamo, di seguito, alcune delle rassicurazioni contenute nella nota. “ Tempi brevi per sblocco 426 milioni stanziati per edilizia scolastica. Via libera a 222 milioni di euro per le scuole del Sud Prosegue l'aggiornamento dell'anagrafe dell'edilizia scolastica” Sarà inviata in tempi brevi al Cipe la seconda tranche del miliardo di euro già stanziato dal governo per l’edilizia scolastica. … Lo sblocco dei 426 milioni di euro segue il finanziamento di 226 milioni di euro, dedicato alla ricostruzione delle scuole dell’Abruzzo colpite dal sisma, e la prima tranche di 358 milioni di euro già assegnati ai primi 1.706 interventi più urgenti, individuati grazie all’aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica. Si completerà dunque il piano che ha visto un finanziamento complessivo di 1 miliardo di euro. Il 25 agosto scorso, inoltre, è stato dato il via libera definitivo ai 222 milioni di euro, finanziati con fondi FESR (Fondo Europeo di Sviluppo riservato alle Regioni Obiettivo 1), dedicati agli edifici scolastici del Sud, per 541 interventi che saranno realizzati nel 2012 e nel 2013. In passato il Ministero era in possesso di informazioni molto frammentate sullo stato degli edifici scolastici italiani. Per ottenere un quadro completo sulla condizione delle strutture scolastiche il Miur ha aggiornato, in collaborazione con le Regioni, l’anagrafe degli edifici scolastici, ritenendo la messa in sicurezza delle scuole una priorità assoluta. Finalmente questa banca dati è stata completata e contiene per la prima volta, oltre agli elementi strutturali (strutture portanti, coperture, intonaci, impianto di riscaldamento, impianto idrico, impianto igienico sanitario), anche gli elementi non strutturali degli edifici (controsoffitti, tramezzature, parapetti, data di costruzione e ultima ristrutturazione, stato di conservazione ed eventuale degrado, rischio sismico, presenza di barriere architettoniche, certificazioni antincendio, idoneità statica, presenza di amianto). L’anagrafe può essere consultata e aggiornata on line dalle istituzioni competenti.
° Non si ripete il periodo di prova, nel caso di passaggio di cattedra
La ripetizione è prevista per il passaggio di ruolo. Lo chiarisce Carlo Forte, in risposta al quesito di un docente che, dopo aver effettuato servizio di ruolo nel Sostegno, è passato all’insegnamento curricolare di Ed. Fisica, nel medesimo grado di scuola.
“…La ripetizione non è prevista nel caso di passaggio di cattedra: cambio di classe di concorso nell’ambito di scuole appartenenti allo stesso ruolo o, in caso di passaggio nell’ambito della scuola secondaria, tra scuole dello stesso grado; a maggior ragione, il periodo di prova non va ripetuto se si tratta di mero cambio di tipologia di posto, da posto di sostegno a posto comune, atteso che non essendo prevista un’apposita classe di concorso per il Sostegno, il docente che insegna su tale tipologia di posto è qualificato, a tutti gli effetti, come docente della disciplina afferente la classe di concorso di provenienza”. (Fonte: ItaliaOggi - 20-09-2011)