Lo Stato commette un errore quando a fine contratto cancella le ferie e festività soppresse dei precari anche se questi non le hanno mai utilizzate: lo ha ricorso il tribunale ordinario di Firenze, sezione lavoro, rispondendo favorevolmente al ricorso di una docente che tra il 2017 e il 2021 aveva sottoscritto contratti a termine nella scuola pubblica senza vedersi assegnare un euro per i periodi di ferie non fruite. Il giudice gli ha fatto avere 2 mila euro più interessi, quindi ha spiegato perché l’indennità sostitutiva delle ferie non può volatizzarsi: “i docenti assunti con contratto di lavoro a tempo determinato – si legge nella sentenza - hanno diritto ad ottenere, in deroga alla regola generale, la monetizzazione delle ferie non godute, ma “limitatamente alla differenze tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie” ed è “un onere del datore di lavoro, quindi, assicurarsi che il lavoratore sia messo in condizione di esercitare tale diritto, invitandolo – se necessario formalmente – a farlo”.
A dirimere la questione ci ha pensato, come indicato ancora nella sentenza di Firenze, la “Corte di Giustizia, secondo cui una normativa nazionale che comprenda la perdita del diritto alle ferie allo scadere del periodo di riferimento (o di un periodo di riporto) è conforme all’'articolo 7 della direttiva 2003/88/CE, in combinazione con l’articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, purché il lavoratore (che ha perso il diritto alle ferie annuali retribuite) abbia effettivamente avuto la possibilità di esercitare questo diritto”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “la fruizione delle ferie è un diritto inalienabile del lavoratore, a tempo indeterminato e determinato. Quindi, le ferie non utilizzate vanno per forza pagate. Anche la Cassazione ha spiegato i motivi per cui i contratti al 30 giugno devono essere monetizzate. Anche la Corte di Giustizia dell’Unione europea si è espressa con tre sentenze del 6 novembre 2018. Il parere della Ragioneria Territoriale dello Stato, secondo cui tutti i giorni in cui non si svolgono le lezioni sarebbero da considerare automaticamente giorni di ferie sembrano non reggere più. Invitiamo i tanti supplenti privato del diritto a vedersi pagare le ferie non fruire ad aderire alla nuova campagna di adesioni al ricorso gratuito Anief per rivendicare le ferie non fruite nell’ultimo decennio”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI FIRENZE
Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza disattesa o assorbita, così dispone:
1) dichiarato che la ricorrente XXXX XXXX ha diritto all’indennità sostitutiva delle ferie/festività soppresse non godute negli a.s. 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021 nei termini di cui in motivazione, condanna il Ministero dell’istruzione e del Merito al pagamento a favore della medesima ricorrente della somma di € 2.049,04, maggiorata degli interessi legali e la rivalutazione monetaria ISTAT, per la parte eventualmente eccedente questi ultimi, dalle singole scadenze al saldo;
2) condanna altresì il Ministero dell’Istruzione e del Merito al pagamento delle spese di lite, liquidate in € 1.030,00 per competenze professionali, € 49,00 per esborsi, oltre 15% per spese generali, oltre i.v.a., c.p.a. come per legge se dovuti, con distrazione in favore dei procuratori di parte ricorrente, avv.ti Fabio Ganci, Giovanni Rinaldi, Walter Miceli e Simona Fabbrini.
Sentenza pronunciata all’esito del deposito delle note di trattazione scritta ex art. 127–ter c.p.c.. Firenze, 27 luglio 2023.
LE SENTENZE RECENTI
Anief rimane l’unico sindacato a sostenere con forza che il periodo dopo il termine delle lezioni non può e non deve essere scorporato automaticamente dai giorni di ferie non monetizzabili per i precari - ha aderito recentemente anche la Corte d'Appello di Perugia su ricorso patrocinato dai legali del giovane sindacato Francesco Cerotto, Melissa Cogliandro, Walter Miceli, Fabio Ganci, Giovanni Rinaldi e Nicola Zampieri, confermando anche che in nessun caso il docente a termine potrebbe perdere il diritto all'indennità sostituiva delle ferie per il solo fatto di non avere chiesto le ferie, anche dopo il termine delle lezioni, se non dopo essere stato invitato formalmente e per iscritto dal dirigente scolastico a goderne, con espresso avviso della perdita, in caso diverso, del diritto alle ferie e anche all'indennità sostitutiva (cfr. Cass. sez. lav. n. 1268/2022). I tribunali, come quello di Firenze, che ha assegnato quasi 2.900 euro di risarcimento ad docente che ha presentato ricorso con i legali Anief, stanno seguendo questa indicazione.
IL RICORSO PER MONETIZZARE LE FERIE NON FRUITE
“Il ministero dell'Istruzione, la RTS e le scuole – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – hanno sempre trascurato che la normativa interna di riferimento deve essere interpretata in modo conforme al diritto Europeo (art. 7 della direttiva 2003/88/CE) e ai principi enunciati dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea con le tre sentenze della grande sezione del 6 novembre 2018. Per questo motivo il nostro sindacato non ha mai sposato le interpretazioni date da tante voci, anche autorevoli, negli ultimi anni e con forza ribadisce a ragione che il personale docente con contratti al 30 giugno mantiene per 10 anni il diritto alla monetizzazione delle ferie non espressamente richieste e non fruite. Ciò significa che tutti i docenti assunti con contratto al 30 giugno negli ultimi dieci anni (il termine di prescrizione, infatti, è decennale) possono rivendicare l’indennità sostitutiva delle ferie non espressamente richieste e non fruite dopo il termine delle lezioni”.
Anief invita, pertanto, i lavoratori della scuola che si sono visti sottrarre giorni di ferie ad aderire alla nuova campagna di adesione allo specifico ricorso completamente gratuito: l’obiettivo, fondato, è quello di ripristinare il diritto alla monetizzazione delle ferie non fruite da tutto il personale precario che ha svolto servizio nelle scuole pubbliche con contratti al 30 giugno. Per ulteriori informazioni e aderire al ricorso gratuito promosso dal giovane sindacato rappresentativo.
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