Privare il docente dell’aggiornamento professionale rappresenta un atto ingiustificato e discriminatorio: su questo non vi è più alcun dubbio. Per tale motivo quando si va dal giudice a chiedere di vedersi assegnare la Carta del docente degli ultimi 5 anni si hanno altissime possibilità di riuscita. Anche a Cosenza, la scorsa settimana, il giudice del lavoro - della “Sezione Controversie di lavoro” - ha dato piena ragione alla tesi dei legali Anief, assegnando all’insegnante precario tra il 2018 e il 2021 che ha presentato ricorso per ottenere i 1.500 euro che l’amministrazione gli aveva negato in modo illegittimo.
Tra le motivazioni citate dal giudice nella sentenza spicca, l’ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022 resa nella causa c 450/ con cui la Corte di Giustizia Europea ha espresso il suo giudizio sulla questione e dando il là a decine di migliaia di cause fino ad oggi andate a buone fine per i precari ricorrenti.
Nelle sentenza il giudice scrive che “mentre il Ministero, valorizzando l’originaria dichiarata finalità di aggiornamento e formazione della somma di 500 euro di cui all’art. 1 comma 121 della L 107/2015, propone un’interpretazione letterale e restrittiva della disposizione di cui trattasi, la parte ricorrente” difesa dall’Anief “fonda la propria domanda su una interpretazione estensiva della disposizione, in quanto la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro mira ad applicare tale principio ai lavoratori a tempo determinato, al fine di impedire che un rapporto di impiego di tale natura venga utilizzato da un datore di lavoro per privare questi lavoratori di diritti che sono riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato (v. in quest’ultimo senso richiama le sentenze del 20 dicembre 2017, Vega González C -158/16, punto 28, e del 21 novembre 2018, de Diego Porras, C -619/17, punto 55)”. Nella sentenza di Cosenza, inoltre, vengono ricordate le sentenze, altrettanto determinanti, emesse dal Consiglio di Stato con la n. 1842/22 del 16/3/2022, e dalla Cassazione, la n. 29961 del 27 ottobre 2023, che ha aperto anche ai supplenti fino al 30 giugno o al termine delle lezioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, presentare ricorso con Anief per avere i 500 euro della Carta del docente è presa di posizione legittima e che è destinata, salvo vizi improbabili, ad andare a buon fine. I giudici non possono non tenere conto del parere della Corte di Giustizia Europea, che ha emesso l’ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022, del Consiglio di Stato, che ha pubblicato la sentenza n. 1842/22 del 16/3/2022, e dalla Corte di Cassazione, che con la sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023 ha praticamente chiuso il cerchio”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI COSENZA
P.Q.M.
Accerta il diritto della ricorrente di usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui, tramite la “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all’art. 1 della Legge n. 107/2015, per gli anni scolastici 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, e, per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito a provvedere in tal senso, attribuendo il relativo importo, oltre interessi legali o rivalutazione monetaria, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994.
Condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro legale rappresentante pro tempore, alla rifusione delle spese di lite in favore della ricorrente, che liquida in euro 1.030,00, oltre IVA, CPA e rimborso forfetario, con distrazione.
Cosenza, 14/03/2024
IL GIUDICE
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