Sulla Carta del docente ancora una volta i legali Anief fanno il pieno di giustizia: al termine della loro azione giudiziaria per rivendicare i 500 euro annui per sei supplenze annuali svolte dal docente, il giudice del lavoro di Livorno gli ha dato piena ragione risarcendo l’insegnante con 3.000 euro e condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito anche al pagamento delle spese processuali pari a ben oltre 1.000 euro.
Nella sentenza, il giudice ha ripercorso tutte le principali sentenze favorevoli ai docenti precari, nazionali e non, partendo dall’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea, in particolare da quella emessa dalla “VI Sezione del 18 maggio 2022 resa nella causa c 450/2”, la quale “ha statuito che il comma 121 della legge 107 del 2015 oggetto di causa, nella parte in cui non attribuisce il bonus di € 500,00 al personale a termine, contrasti con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (recepito con Direttiva 1999/70/CE)”.
Lo stesso giudice ha ricordato che il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1842 del 16/3/2022 ha bacchettato la decisione tutta italiana di escludere dal beneficio i docenti a termine in quanto irragionevole e contraria ai principi di non discriminazione e buon andamento della P.A. (ex artt. 3, 35 e 97 della Costituzione). In particolare, il giudice amministrativo, ribadendo che “è evidente la non conformità ai canoni di buona amministrazione di un sistema che, ponendo un obbligo di formazione a carico di una sola parte del personale docente (e dandogli gli strumenti per ottemperarvi), continua nondimeno a servirsi, per la fornitura del servizio scolastico, anche di un’altra aliquota di personale docente, la quale è tuttavia programmaticamente esclusa dalla formazione e dagli strumenti di ausilio per conseguirla”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “arrivati a questo punto non presentare ricorso gratuito con Anief al tribunale del lavoro per recuperare la Carta del docente diventa una decisione quasi incomprensibile: possono presentare istanza di ricorso tutti gli insegnanti precari o ex precari che in un anno scolastico hanno prestato servizio per almeno 150 giorni, anche con contratti ‘brevi’. E si possono recuperare fino a 3.000 euro sottratti in modo illegittimo e inviare un segnale importante a chi governa la scuola. Sulle decisione dei giudici del lavoro hanno un carico rilevante le posizioni prese dalla Giustizia Europea con ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022 resa nella causa c 450/2, dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1842/22 del 16/3/2022, e dalla Corte di Cassazione, attraverso la sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI LIVORNO
P.Q.M.
Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza disattesa o assorbita, così dispone:
- accerta e dichiara il diritto di XXXXXXX ad ottenere la carta docente per gli anni scolastici 2017/2018,
2018/2019, 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023, per l'importo di euro 500,00 annui e per l’effetto
- condanna il Ministero convenuto a mettere a disposizione di XXXXX detta carta docente per poterne
fruire nel rispetto dei vincoli di legge;
- condanna il Ministero convenuto al pagamento in favore dei procuratori di parte ricorrente dichiaratisi antistatari
delle spese di lite che si liquidano in € 1.029,50 per compensi professionali, oltre 15% rimborso spese forfettario,
IVA e CPA.
Sentenza resa ex art 429 cpc pubblicata mediante lettura in udienza e allegazione al verbale
Livorno, 6 marzo 2024
Il Giudice
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