Si può terminare un rapporto di lavoro senza vedersi sistematicamente riconosciuto il compenso per le ferie non godute? La risposta è ovviamente negativa, ma lo Stato continua a farlo nei confronti dei precari della scuola. Chi presenta ricorso, però, si vede riconosciuta la quota inizialmente non assegnata. Come il docente di ruolo che ha presentato ricorso al tribunale di Enna perché tra il 2014 e il 2018 aveva fatto diverse supplenza senza mai vedersi riconosciuto un euro per quelle non utilizzate: adesso, il giudice fa giustizia perché è chiaro che, si legge nella sentenza, “anche i docenti a tempo determinato debbano godere delle ferie maturate nei giorni di sospensione delle attività didattiche, e che possano ottenere la corresponsione dell'indennità sostitutiva alla cessazione del rapporto nei soli limiti della differenza a loro favore tra i giorni di ferie maturati e quelli in cui è loro consentito di fruirne (ovvero quelli in cui sono sospese le lezioni e i docenti non sono impegnati in altro tipo di attività)”. Per questi motivi, lo stesso giudice “condanna parte convenuta a corrispondere alla ricorrente la somma di € 850,16 a titolo di indennizzo per ferie maturate e non fruite, oltre interessi legali; condanna parte convenuta alla rifusione delle spese di lite, liquidate in € 1.300,00, oltre rimborso spese forfettarie del 15%, oltre CPA ed IVA come per legge, oltre € 49,00 per contributo unificato, con distrazione in favore del procuratore antistatario”.