A tanti alunni disabili gli uffici scolastici continuano a negare non solo gli insegnanti di sostegno, ma anche l’assistente specialistico: due figure professionali, previste dal piano educativo predisposto dall’equipe psico-pedagogica, che non possono essere eluse o ridotte a piacimento dell’amministrazione. La sottrazione del diritto allo studio è talmente evidente e incomprensibile che tutti coloro che si ribellano – a partire da famiglie, docenti e dirigenti scolastici – producendo ricorso, continuano ad avere dal tribunale cattedre e ore negate in prima battuta dallo Stato. È il caso dei Tribunali di Roma, Tivoli e Velletri, che in accoglimento dei ricorsi proposti dagli avvocati Ida Mendicino, Andrea Maresca e Walter Miceli hanno accertano la condotta discriminatoria attuata nei confronti di alcuni alunni con disabilità per il mancato riconoscimento del diritto ad usufruire della richiesta assistenza specialistica. Nelle sentenze, i giudici hanno condannato le amministrazioni a risarcire le famiglie con ben 9.200 euro per danno non patrimoniale, “ritenuto che non abbia rilevanza, nella liquidazione del danno, il risparmio di spesa realizzato dall’amministrazione, così come sostenuto dall’ente resistente”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sul sostegno si continua ad osservare una logica di risparmio del denaro pubblico del tutto incomprensibile. Ancora di più perché gli alunni disabili iscritti in pochi anni sono passati dal 2% al 4% rispetto al totale. Invece di incentivare la spesa, lo Stato gioca al ribasso, costringendo le famiglie a presentare ricorso per la mancata assegnazione di tutte o parte delle ore di sostegno o di assistenza previste dalla programmazione individuale predisposta da professionisti nelle settimane conclusive dell’anno scolastico precedente. Ci si ritrova a realizzare una sorta di ‘mercanzia’ delle cattedre di sostegno, nonché delle ore, anche dell’assistenza specialistica, sottoponendo l’alunno e la sua famiglia ad uno stress non indifferente del tutto gratuito. Noi, però, non ci arrendiamo e continuiamo a stare dalla loro parte procedendo, su loro richiesta, con i nostri ricorsi gratuiti ed ancora una volta vincenti”.
LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI VELLETRI
Nella fattispecie, la famiglia di un alunno disabile iscritto in un istituto del Lazio ha presentato ricorso perché il piano educativo 2021/2022 per giovane in formazione prevedeva “espressamente 25 ore settimanali di sostegno e 5 ore settimanali di presenza della figura educativo-assistenziale AEC. L’amministrazione, invece, ha ridimensionato il “suddetto PEI mediante la riduzione, a far data dal 20.12.2021, delle ore di OEPA (Operatore educativo per l’autonomina, ex AEC) da cinque a due ore settimanali”.
Appurata la “lesione del diritto soggettivo del minore a ricevere un servizio di assistenza specialistica all’autonomia di durata adeguata alla fragilità dal medesimo patita”, nonché la mancata applicazione dell’obbligo per gli enti locali di “fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali laddove appare fin troppo evidente” conformemente a quanto previsto dall’art. 45 DPR 616/1977”, con conseguente “arbitraria riduzione delle ore stabilite nel PEI”, il giudice ha prodotto le seguenti conclusioni: “condotta discriminatoria nei confronti dell’alunno minore disabile istante tenuto dall’amministrazione resistente derivante dal mancato riconoscimento del diritto ad usufruire della richiesta assistenza specialistica per un numero di 5 ore settimanali, e per l’effetto, ordina al COMUNE DI ARDEA la cessazione della suddetta condotta, con conseguente attribuzione al minore del servizio di Assistente Educativo OEPA ex AEC per 5 ore settimanali; condanna il COMUNE DI ARDEA al risarcimento del danno subito dal minore pari a 4.200,00 euro oltre interessi legali dalla data della presente decisione; condanna il COMUNE DI ARDEA a rimborsare a parte attrice le spese di lite, che si liquidano in € 1.500,00 per onorari oltre i.v.a., c.p.a. e 15,00 % per spese generali”.
COME PRESENTARE RICORSO GRATUTO
Anche alla luce di queste ultime sentenze, Anief ha deciso di presentare un reclamo collettivo presentato all’Unione europea; nel frattempo invitiamo le famiglie a ricorrere gratuitamente per ottenere le ore non assegnate con l'adesione alla campagna - per le famiglie degli alunni con disabilità totalmente gratuita – denominata #nonunoradimeno con segnalazioni a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Anief fornirà alle famiglie che prenderanno contatto con i suoi referenti le istanze di accesso agli atti da richiedere all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; dallo stesso indirizzo riceveranno, inoltre, tutte le istruzioni necessarie per presentare alla scuola le istanze. Nel frattempo, per i docenti non assunti è possibile presentare ricorso al giudice del lavoro, così da permettere partecipazione al piano straordinario di stabilizzazione o il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a tempo determinato.
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A Roma la piazza chiede risorse e organici aggiuntivi: la politica sostiene la protesta dell’Anief, ora lo deve fare il Senato
Tutti i docenti in cattedra, Anief dissente con il ministro Bianchi: le nomine si faranno anche in autunno e si riparte con gravi problemi irrisolti
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Anche quest’anno almeno 180mila supplenti, per stabilizzarli tutti servirebbero 800 milioni. Pacifico (Anief): l’investimento produrrebbe solo benefici, anche agli studenti, e ci avvicinerebbe all’Ue
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Sostegno, ogni anno l’alunno cambia alunno: genitori esasperati. Anief: colpa di chi ha fatto le regole con pochi docenti specializzati e la metà lasciati precari, le famiglie hanno ragione