Anche per le supplenze di pochi giorni i docenti hanno diritto ad avere in busta paga la Retribuzione professionale docente: l’ha ribadito il Tribunale del Lavoro di Parma, al quale una docente ha presentato ricorso tramite i legali dell’Anief, proprio per non avere ricevuto la Rpd nello stipendio, come invece avviene per il personale di ruolo e i colleghi precari con contratto annuale: alla docente, che aveva svolto supplenze “brevi” tra la fine del 2015 e l’estate del 2018, sono state assegnati oltre 3mila euro di rimborsi più interessi. Alla base della decisione, il giudice ha citato la citato l’art. 6 del D.Lgs. n. 368 del 2001 e poi dall’art. 7 del D.Lgs. n. 81 del 2015 “che armonizza la disciplina contrattuale con i principi inderogabili del diritto europeo”, nonché la Suprema Corte, secondo cui il compenso accessorio “al personale docente ed educativo” va assegnato “senza differenziazione alcuna” tra precari e immessi in ruolo: tutte considerazioni ritenute “pienamente condivisibili” e che “non vengono poste in discussione dalla successiva pronuncia della CGUE 20/9/2018 in causa C-466/17 (Motter)”.