Il giovane sindacato conferma lo sciopero del 12 novembre. Marcello Pacifico, presidente Anief ai microfoni di Teleborsa: “Chiederemo ai parlamentari di emendare il testo che non risolve i problemi della supplentite e del precariato. Intanto ci sono almeno quindici motivi per impugnarlo siamo pronti a impugnarlo per ottenere giustizia”
Anief subito al lavoro, su vari fronti, dopo l’approvazione. In attesa della pubblicazione ufficiale del cosiddetto decreto Salva Precari, del testo approvato in Consiglio dei Ministri, il giovane sindacato non si fa trovare impreparato e ha le idee chiarissime. Ad esporle, in un’intervista per Teleborsa, è il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico. «Abbiamo ribattezzato il decreto Parcheggia-Precari, perché non risolve i problemi della supplentite e del precariato. Se verrà confermato il testo circolato nei giorni scorsi, lo impugneremo in tribunale. Ci sono ben quindici motivi per impugnare questo decreto, significa che, oltre a non risolvere i problemi, è stato scritto male».
TANTE ESCLUSIONI
Il leader del giovane sindacato punta il dito contro le violazioni che sono già al vaglio dell’Ufficio legale dell’Anief e che saranno oggetto di proposte emendative. Le criticità del provvedimento partorito dal governo e dagli altri sindacati sono una serie di esclusioni che è semplice snocciolare. «Ci sono tantissimi esclusi – osserva il professore Pacifico – a partire da coloro che matureranno i requisiti di servizio nel corso di quest'anno. Un anno scolastico che poteva essere compreso nel conteggio, visto che il decreto sarà approvato e convertito solo nel mese di marzo. Non sono ammessi, esclusi ingiustificatamente, chi ha maturato il servizio negli anni passati e non solo negli ultimi otto, oppure chi lo ha comunque maturato nel sistema nazionale di istruzione, nelle scuole paritarie o nei circuiti attivati dalle regioni». E non è finita qui, purtroppo.
«Sono escluse intere categorie di insegnanti – continua Pacifico – per esempio il personale dell'Infanzia e della Primaria, non si capisce perché rispetto al personale delle superiori, non abbia diritto a poter essere assunto in questi posti nella quota parte relativa alle GaE. L’esclusione riguarda anche insegnanti di religione, educatori e coloro che hanno un diploma Itp, che ad esempio possono partecipare, anche se il decreto impone il possesso di una laurea, requisito non consono rispetto alla disposizione ministeriale che permette loro di insegnare nelle scuole. Sul sostegno, poi, non si tiene conto dei docenti che insegnano da tanti anni…».
NUMERI ESIGUI
C’è una grancassa mediatica sull’assunzione di docenti, ma i numeri sono piuttosto esigui, rispetto al mare magnum del precariato della scuola italiana. «Non comprendiamo – conclude Pacifico, intervistato da Teleborsa – perché saranno selezionati solo in 24.000. Poi non saranno assunti subito, ma per scorrimento nei posti esauriti nelle GaE. È un modo per inventare l’ennesima graduatoria, sarebbe bastato utilizzare quelle di istituto. Come Anief chiederemo ai parlamentari di emendare questo testo durante la conversione in legge. Ecco perché ribadiamo con forza la necessità di manifestare il 12 novembre. E, nel frattempo, se le cose non cambieranno, siamo pronti a impugnare il decreto per ottenere giustizia».
Guarda l’intervista del presidente Marcello Pacifico
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