Sempre licenziato a giugno un numero di precari mai visto negli ultimi cinque anni, alcuni licenziati nonostante abbiano superato l'anno di prova. È ora di cambiare per Anief che ha presentato diversi emendamenti al recente decreto Rilancio.
Si celebra la giornata celebrativa nazionale istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana, coincisa con il 2 giugno del 1946, giorno del referendum istituzionale: sarà bene ricordare che a distanza di 74 anni l’articolo 1 della Costituzione italiana - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro – continua a non trovare seguito: moltissimi cittadini continuano ad essere contrattualmente inquadrati come precari, pur avendo alle spalle molti più anni di quelli ritenuti necessari negli altri Paesi europei per essere inquadrati in ruolo. L’aspetto grottesco di questa situazione è che il datore di lavoro che relega i suoi dipendenti a precari perenni non è un industriale spietato ma lo Stato, i cui governi nulla hanno fatto, nel corso degli anni, per sanare la situazione.
Marcello Pacifico (Anief): “La recente mancata trasformazione del concorso straordinario della secondaria in procedura per soli titoli, con l’individuazione che si sarebbe benissimo potuto fare anche da graduatoria d’istituto, porterà nella prossima estate a raggiungere il record di supplenze annuali: si potrebbe arrivare al record assoluto di 250 mila cattedre assegnate fino al 31 agosto o al 30 giugno 2021. Considerando che per tornare in classe a settembre rispettando il distanziamento è indispensabile aumentare gli organici di almeno 160 mila docenti e 40 mila Ata, il numero dei supplenti assumerà proporzioni gigantesche. Una condizione che ignora sempre più la Costituzione e il diritto al lavoro che la nostra Repubblica ha approvato oltre 70 anni fa”.
Passano gli anni e il precariato nella PA è in costante aumento. Il risultato di questo atteggiamento, che ha prodotto risparmi per le casse pubbliche ma anche tanta ingiustizia verso quei cittadini che continuano ad operare per lo Stato alternando periodi di lavoro a quelli di disoccupazione, è che nel 2020 ci ritroveremo con il numero più alto di sempre di insegnanti precari: da fine agosto, poi a settembre e fino all’autunno inoltrato, gli uffici scolastici e i presidi andranno a “caccia” di supplenti, spesso con diversi anni di precariato già svolto, titoli di studio, abilitazioni e specializzazioni. Cosa altro debbano fare per meritarsi una cattedra, senza l’umiliazione periodica del licenziamento, per poi sperare nel “ripescaggio” l’anno successivo, non è dato sapersi.
I NUMERI IMPLACABILI
Ci affidiamo allora ai numeri. Quelli che in certe occasioni risultano più eloquenti di tanti pensieri e parole. Nel 2018/19 sono stati 155 mila i supplenti nominati, in aumento costante dal 2015, anno in cui Matteo Renzi, all'epoca presidente del Consiglio, dichiarò guerra alla supplentite. “A settembre – ha scritto La Stampa - si è raggiunta quota 185mila supplenti, dei quali quasi metà su posti di sostegno. Il prossimo settembre (nel 2020 n.d.r.) la cifra rischia di aumentare ancora: ci saranno altri 33mila docenti che andranno in pensione, liberando altrettanti posti ma senza avere un numero sufficiente di nuovi insegnanti a occuparli. Aumentano i supplenti e aumentano quelli reclutati attraverso la Mad: circa 14mila lo scorso anno e 16mila quest'anno, secondo le poche stime che circolano”.
Il ricorso alla messa a disposizione, che non garantisce di certo la meritocrazia, è uno dei problemi destinati a crescere. Basta ricordare che quest’anno, anche tre mesi dopo l’inizio della scuola, alcuni presidi sono stati costretti a “postare” annunci, alla disperata ricerca di supplenti annuali, addirittura sui social media. Le stesse testate on line specializzate nella Scuola hanno pubblicato continua di richieste, degli “avvisi di selezione” per supplenze annuali, formulate dai dirigenti scolastici o dal loro staff. E che dire del sostegno, che manda in cattedra un docente su tre precario, con oltre 50 mila posti ufficialmente in deroga, in realtà molti di più, destinati ogni anno a supplenze fino al 30 giugno pur trattandosi di posti vacanti?
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ribadisce che “rispetto a quanto accade in Europa siamo un Paese davvero fuori regola: dall’ultimo rapporto UE “Education and Training Monitor 2019”, risulta che assieme agli Stati più in difficoltà siamo quelli dove si evince “una carenza di insegnanti qualificati”. Da noi si continua ad ignorare la direttiva Ue 70/1999, lasciando che docenti già selezionati, formati, abilitati rimangano precari anche per decenni. Addirittura si è arrivati a licenziare oltre 7mila maestre con diploma magistrale, immesse in ruolo con riserva, dopo che hanno terminato con esito positivo l’anno di prova. È una condizione inaccettabile, che Anief ha denunciato pure alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo”.
“Il Governo e l’amministrazione scolastica – conclude il sindacalista autonomo - si devono rendere conto della situazione. Come prima cosa, procedano con le assunzioni direttamente da graduatoria d’istituto trasformate in provinciali. E poi anche per le altre categorie professionali, come il personale Ata, gli educatori, i Dsga facenti funzione, per non parlare dei docenti di religione, per i quali è stato annunciato solo il concorso, peraltro nemmeno per titoli o riservato. Giovedì incontreremo il premier Conte e gli chiederemo impegni precisi".
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