Nell’impresa impossibile di “concludere entro il 24 settembre” la stipula di 230 mila contratti fino al termine delle lezioni o con scadenza 30 giugno o 31 agosto 2021, e di ridurre i disagi alle scuole con meno personale di ruolo, in alcuni casi costrette in questi giorni a chiudere per mancanza di docenti come accaduto a Bologna, gli Uffici scolastici stanno realizzando decine di migliaia di supplenze annuali utilizzando graduatorie provinciali non corrette, se non addirittura falsate: lo denuncia oggi Orizzonte Scuola, sostenendo che “lo sforzo di avere tutti i supplenti in cattedra entro il 24 settembre ha indotto numerosi Uffici Scolastici a non avviare il processo di revisione dei punteggi pubblicati nella prima pubblicazione delle GPS, lasciando alle segreterie scolastiche l’onere di una valutazione più accurata. Inevitabilmente l’attribuzione delle supplenze potrà risultare falsata”.
“L’alto numero di cattedre si poteva mettere nel conto – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – considerando anche il semi-fallimento delle call veloci e delle nomine in ruolo, ma a complicare tutto c’è stata l’ostinazione dell’amministrazione scolastica di introdurre le graduatorie provinciali per le supplenze sulla base di criteri di accesso non omogenei e tabelle di valutazione a dir poco discutibili andando a determinare uno scenario che l’Anief ha denunciato da prima che lo stesso regolamento delle Gps fosse pubblicato. Se non si apporranno celeri modifiche alle graduatorie, valutando a fondo la consistenza dei nostri reclami e ricorsi, ci ritroveremo con una situazione cattedre ancora peggiore dell’anno scolastico passato, quando le nomine si accavallarono fino in pieno inverno, con ampio ricorso della Messa a disposizione e addirittura annunci social da parte dei dirigenti scolastici. A questo punto è necessario riaprire le GaE al personale con titolo valido per insegnare e che hanno svolto 36 mesi di servizio, come abbiamo chiesto nel reclamo collettivo al Consiglio d'Europa”.
LE PROTESTE DEI PRECARI
La rivista Orizzonte Scuola fa l’esempio di “province che hanno pubblicato le rettifiche” con “aspiranti che hanno visto il proprio punteggio modificato da 69 a 43 punti o da 25,5 a 40,5”: questo comporta il sacrosanto “diritto ad essere nominati per una supplenza potrebbe cambiare”. Le segnalazioni giungono da più province. Ad iniziare da Napoli, dove sabato scorso l’Ufficio scolastico ha pubblicato l’esito delle assegnazioni di cattedra attraverso il nuovo sistema digitalizzato. “Io e molti altri colleghi – dice un precario -, sciaguratamente, non risultiamo essere presenti nell’elenco pur avendone avuto diritto per punteggio. Le cattedre sono state assegnate a persone in posizione molto più bassa che prenderanno servizio mercoledì. Sabato mattina ho immediatamente inviato una mail di rettifica all’USP. Non ci sono state date ancora risposte e non sono affatto chiare le motivazioni di quello che è accaduto”.
Problemi simili si sono ravvisati a Padova, dove l’Ufficio scolastico “ha fatto pervenire ai candidati in posizione utile, contemporaneamente tante proposte di assegnazione quante sono le graduatorie alle quali si è iscritti.
Potendo, però, ciascun candidato scegliere una sola cattedra, questo sistema ha avuto l’effetto di riservare al candidato che abbia punti a sufficienza, oltre che la cattedra che effettivamente sceglierà anche quelle per le quali non accetterà la proposta di assegnazione”. Con questo sistema “molti docenti si sono trovati sparati in scuole molto distanti dal loro comune di residenza, e dalla loro scuola di assegnazione di precedenti anni scolastici, alla faccia della continuità didattica. Tanto più che beffa delle beffe: se magari si libera un posto nella tua scuola di precedente assegnazione non puoi prenderlo perchè significherebbe rinunciare all’assegnazione fatta quindi essere esclusi in automatico dalle successive convocazioni”. Con il rischio di “vedersi sfumare la cattedra assegnata a qualcuno in graduatoria con punteggi più bassi pur avendone i requisiti e didattica nei vari istituti stravolta alla faccia della tanto desiderata continuità di insegnamento”.
Scenario non molto diverso a Brescia, dove “il calendario delle convocazioni e delle relative nomine, nonostante non si sia provveduto a rettificare i punteggi e verificare i titoli erronei, hanno subito ben tre rettifiche. Mentre prima il giorno della nomina su posto comune coincideva con la rispettiva possibilità di nomina su posto di sostegno da graduatoria incrociata, lasciando quindi all’aspirante la possibilità di scelta della sede più consona alle proprie esigenze, con l’ultima rettifica si posticipato di un giorno la nomina su posto di sostegno da graduatoria incrociata, e di un ulteriore giorno la nomina su posto comune, comportando così che l’intero corpo docenti precari sia stato considerato in prima istanza un docente di sostegno e solo successivamente un docente sulla materia. Ciò comporterebbe che un docente procederà alla scelta sicura e certa del posto di sostegno a discapito dell’incertezza del posto su materia”.
IL SINDACATO: ALTI NUMERI
Anief ricorda che il problema della mancata copertura di docenti riguarda moltissime discipline – a partire da matematica, lingue straniere e sostegno, per il quale vanno nominati ancora 100 mila precari – ed è particolarmente sentito in alcune regioni. Soprattutto del Centro-Nord: in Emilia Romagna, ad esempio, con 3 mila posti vacanti solo a Reggio Emilia; in un istituto secondario di primo grado della Maremma, dove scarseggiano i docenti di ruolo e gli insegnanti supplenti tardano ad essere nominati, le lezioni sono state interrotte almeno fino a lunedì 21 settembre. Non sono da meno la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, dove vanno nominati ben 13.500 docenti. Inoltre, a causa del Covid19 si è ridotta la disponibilità a spostarsi di provincia e regione.
IL PARERE DEL PRESIDENTE
“Con questi numeri da record – chiosa Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief – non possiamo permetterci anche il ‘balletto’ delle cattedre scoperte derivante da punteggi errati nelle graduatorie provinciali e modificati a distanza di tempo dai giudici. L’amministrazione intervenga in autotutela e subito, altrimenti il caos prenderà il sopravvento a discapito dell’offerta formativa di livello e della continuità didattica”.
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