Anche in tempo di pandemia da Covid, per la formazione delle classi continua a valere l’organizzazione al risparmio degli altri anni. Pure per il sostegno. Lo si evince anche dall’organico del personale docente del prossimo anno scolastico, come indicato nella n. 13520 del 29/04/2021: ora, è vero che al punto 2 sono compresi 5.000 posti in più previsti dalla legge n. 178/2020, che ha disposto un incremento dell’organico di sostegno, e complessivamente 25.000 posti in tre anni, ma sulla formazione delle classi iniziali, che accolgono alunni con disabilità continua a valere quanto disposto dall’articolo 5, commi 2 e 3, del DPR 81/2009. E l’applicazione di questa norma avrà effetti disastrosi: a settembre ci ritroveremo con disabili collocati in prime classi con più di 20 alunni. Spesso anche più di un disabile.
“In un solo colpo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si calpesta il diritto allo studio, si impedisce il distanziamento fisico, con i docenti costretti a lavorare in condizioni pesantissime. La verità è che gli Usr devono finirla di porre paletti alla formazione delle classi, come pure alle ore di sostegno. E vanno assunti in ruolo tutti gli specializzati, facendo sparire i posti in deroga”.
Sulla formazione delle classi continuano a essere considerate i parametri pre-Covid che hanno portato alla formazione di 20 mila classi pollaio. Al riguardo nella nota ministeriale si sottolinea la necessità di prestare la massima attenzione alla predetta normativa”, scrive oggi Orizzonte Scuola: va adottato, nello specifico, l’articolo 5/2, in base al quale “le classi iniziali con alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola”. Il problema è che secondo il comma 3 del suddetto articolo 5, il limite dei 20 alunni per classe “è effettuata nel limite delle dotazioni organiche complessive stabilite”.
Anief continua a contestare questo modo di procedere. E a rivendicare la formazione degli organici del personale docente sulla base delle esigenze del territorio. “Anche avvalendosi dei fondi del Recovery plan, si hanno organici uguali”, commenta ancora Marcello Pacifico. Il problema riguarda anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, tagliato per oltre 50 mila unità negli ultimi anni. Proprio nel frangente storico, quello dell’autonomia scolastica, in cui ne servivano di più”.
“Non è probabilmente un caso se nel periodo con la pandemia ne sono stati assunti, sotto la dicitura ‘Covid’, proprio 50 mila. La verità è che la scuola dovrebbe fare per essere al centro del progetto educativo del paese, perché permette la formazione e la crescita culturale del bene più prezioso che abbiamo, i nostri giovani. Invece, continuiamo a farli stare in aule piccole, con i compagni ravvicinati e in numeri altissimi. Così non va”, conclude il sindacalista autonomo.
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