Dopo lo stipendio e la tredicesima, per quasi un milione e mezzo di dipendenti della scuola sono in arrivo gli arretrati derivanti dal rinnovo del Contratto collettivo nazionale 2019/21 sottoscritto lo scorso 6 dicembre all’Aran dai sindacati rappresentativi: l’assegnazione delle somme, che in media sono all’incirca di 1.800-2.000 euro, si realizzerà attraverso delle emissioni speciali che arriveranno sui conti correnti dei dipendenti pubblici tra Natale e Capodanno. “È solo questione di giorni: prima o dopo Natale, ma entro, comunque, il 31 dicembre (allo stato attuale probabile tra il 23 e il 27 dicembre)”, scrive oggi la stampa specializzata, che consiglia anche di verificare l’entità degli importi a breve “visibili sull’area “Consultazione pagamenti” di NoiPA”.
Anief, che ha sottoscritto quel contratto e che ora è diventata pienamente rappresentativa, intende fare chiarezza su aumenti contrattuali e arretrati. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anef, “questo contratto per i dipendenti pubblici può essere considerato positivo ovvero rispettoso della nostra Costituzione, soprattutto se si recupera il 50% dell'indennità di vacanza contrattuale nel frattempo ricevuta, ovvero se si recupera, almeno, l'aumento del costo della vita rispetto a tasso di inflazione programmata (non reale). Perché nel 2019/2021, l'inflazione è salita +1,7%, mentre gli aumenti del contratto 2019/2021 firmato anche da Anief sono del 4,2%. Per questo lo consideriamo positivo. Mentre nel 2008/2018, durante il blocco decennale, l'inflazione era salita dell’11,5% e alla fine di quel decennio gli aumenti del stipendiali del Ccnl, non sottoscritto da Anief, furono solo del 3,4%. È evidente che quello fu un incremento insufficiente e un contratto negativo”.
“Tutto questo – continua Pacifico - significa che con l’accordo del 6 dicembre all’Aran abbiamo recuperato il 2,5% sull’inflazione non coperta dal contratto precedente (-8,1%). Questo per il passato. Per il presente, purtroppo nel 2022 il tasso di inflazione programmata è salito di 7 punti e si prevede di altri 4 punti nel 2023, ragione per cui quando si dovrà firmare il contratto per l’attuale triennio (il 2022/2024) si dovranno recuperare almeno 11 punti per considerarlo positivo, ovvero recuperare sempre il resto dell'indennità di vacanza contrattuale se erogata al 50%. Il problema di questi giorni è proprio che il Governo nella legge di bilancio non ha finanziato adeguamento della indennità di vacanza contrattuale ma ha previsto un aumento una tantum di +1,5%. Pertanto, gli stipendi non saranno tutelati nelle more della stipula del nuovo contratto, rispetto a quanto previsto dal nostro ordinamento. Anief è l'unico sindacato ad averlo denunciato in tutte le sedi sostenendo che mancano 5 miliardi e suggerito anche un emendamento specifico alla stessa manovra”, conclude il leader dell’Anief.
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