Anief prende spunto da un discutibile intervento filo-governativo dell'associazione Treellle sulla “Buona Scuola”, pubblicato su ‘Il Sole 24 Ore’, per tornare sui tanti punti per cui la scuola non funziona. Tutti precedenti al provvedimento che, dopo la firma apposta dal Capo dello Stato, nelle prossime troverà spazio nella Gazzetta Ufficiale: dal numero dei docenti, che non è vero essere troppo alto, alla loro età troppo alta, per via di uno Stato che non ha mai voluto rispettare le indicazioni dell’Europa; dal record di abbandoni, figlio dei tagli e non di certo del tipo di educazione e dei programmi impartiti nelle nostre scuole, alla mancanza di valorizzazione di nostri docenti, pagati con stipendi da fame pur svolgendo le stesse ore di lavoro degli altri Paesi dell’area Ocse, sino alla scarsità di investimenti nazionali che ci vede ultimi in classifica dopo la Grecia.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se vogliamo farla finita di perdere per strada 2 milioni e 900mila giovani delle superiori, come è accaduto negli ultimi quindici anni, occorre dare stipendi dignitosi, iniziando a riportarli almeno al costo della vita, mentre oggi sono fermi a 4 punti sotto l’inflazione e privi pure dell’indennità di vacanza contrattuale sino a tutto il 2018. In pratica vengono pagati meno di tutti rispetto ai Pasi moderni, con i neo-assunti che si ritrovano una busta paga ferma per un decennio, pur svolgendo le stesse ore di lavoro degli altri Paesi dell’area Ocse. Inoltre, occorrerebbe alzare l’obbligo formativo e mettere i nostri docenti nelle condizioni di lavorare meglio, riducendo il numero di alunni.