L’inflazione degli ultimi mesi è stata purtroppo consistente, tanto essere annoverata come storica: “dopo una crescita media dell'1,9% nel 2021, nel 2022 in Italia si torna ai livelli del 1985 con un aumento dell'8,9%”, scrive la stampa nazionale, riportando l'ultima stima Istat, che rileva anche un contesto generale nel quale si “vede crescere la pressione fiscale dell'1,9% nel terzo trimestre del 2022 rispetto a un anno prima, per toccare il 42,7%”. Nello stesso anno appena concluso scende “la propensione al risparmio degli italiani, che devono sostenere maggiori costi”, con “l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, su base mensile cresce dello 0,3%, e Istat rileva come «sia dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi degli energetici regolamentati (+7,9%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4% a causa di fattori stagionali), dei servizi relativi ai trasporti (+1,1% anch'essi a causa di fattori stagionali), dei beni alimentari lavorati (+0,8%) e degli altri beni (+0,6%)»”.
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