Il ricorso comporta il recupero per ciascun ricorrente di 5mila euro in media all’anno a partire dal 2016; è dedicato a chi non ha aderito al ricorso presentato al Tar del Lazio. C’è tempo fino al 10 gennaio. Per aderire, clicca qui
Il ricorso comporta il recupero per ciascun ricorrente di 5mila euro in media all’anno a partire dal 2016; è dedicato a chi non ha aderito al ricorso presentato al Tar del Lazio. C’è tempo fino al 10 gennaio. Per aderire, clicca qui
L’ultima polemica accesa da Tito Boeri, ex presidente dell’Inps, sul reclutamento dei docenti con il sottosegretario De Cristofaro sulle pagine di Repubblica è pretestuosa, frutto di un'analisi errata del problema che continua a nascondere gli effetti di una politica economica che con la precarizzazione del sistema nazionale di istruzione ha allontanato l'Italia dalle classifiche qualitative internazionali. Lo afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale di ANIEF
Si sta sempre più deteriorando l’ultima grande riforma della scuola, la Legge 107/2015 voluta dal Governo PD: il bonus merito, uno dei punti più osteggiati di quella discussa riforma, diventerà infatti materia da contrattare al tavolo con le Rsu, all’interno del Fondo d’Istituto, e quindi non più ad appannaggio del dirigente scolastico sulla base delle regole stabilite dalle commissioni di valutazione. Allargando anche i possibili fruitori tra il personale Ata. La novità è contenuta in un emendamento alla manovra di fine anno approvato in Commissione Bilancio a firma del Movimento 5 Stelle. Tra le modifiche apportate alla manovra figura anche l’incremento di 5.000 posti di sostegno da collocare in organico di diritto: una goccia nel mare che non cambierà la situazione visto che il precariato tra gli specializzati per insegnare agli alunni disabili rimane previsto dalla Legge 128/13.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “lo spostamento del bonus merito nel fondo d’istituto è un provvedimento che non coglie il cuore del problema dei compensi dei docenti e del personale Ata: i nostri decisori politici sanno bene che la priorità rimane quella di vincolare gli stipendi, ridotti ai minimi termini, al costo della vita che è più avanti di quasi 10 punti percentuali. Sul sostegno abbiamo ottenuto solo un piccolo passo avanti, peraltro frutto della nostra azione nei tribunali che insiste da anni sulla necessità di rispettare il volere delle commissioni mediche e pedagogiche, mentre non ha più senso ridurre le cattedre e ore settimanali di sostegno all’interno delle stanze degli uffici scolastici”.
Mancano solo due settimane per l’inoltro delle ricostruzioni di carriera: sono interessati molti lavoratori della scuola. Prima di tutto i 35 mila insegnanti, assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici immessi in ruolo nell’estate del 2018, che hanno quindi terminato l’anno di prova. A loro si aggiungono alcune migliaia di dipendenti, sempre della scuola con medesime mansioni, che per vari motivi ancora non avevano presentato la documentazione. Poi, ci sono centinaia di migliaia di dipendenti già di ruolo a cui sono stati sottratti illecitamente anni di precariato e che ora possono essere facilmente recuperabili.
Marcello Pacifico (Anief): “Dopo le recenti sentenze ottenute dalla Cassazione, rispetto alle pronunce della Corte di giustizia europea, che hanno dichiarato illegittima la norma del Testo Unico che non valuta per intero tutto il servizio effettivamente prestato durante il pre-ruolo (congelando dal quarto anno un terzo del periodo), ci attendiamo un adeguamento del legislatore e della norma prevista dal Ccnl. Nel frattempo, è chiaro che è un diritto dei dipendenti ottenere l’immediata applicazione intera dei periodi di precariato e la restituzione degli aumenti non percepiti, con conseguente aumento nello stipendio”.
Il sindacato ora rappresentativo è pronto a offrire la sua consulenza anche legale. Per aderire ai ricorsi vai al seguente link.
Manovra, l’annuncio del viceministro Ascani: “Via a un Miur a impatto zero”. Pacifico (Udir): “Positivi investimenti e adeguamenti, ma serve intervenire sugli edifici fatiscenti e non a norma, non solo su quelli che garantiscono certi standard. E occorre tutelare i dirigenti scolastici”
CCNL 2016/18 -