Dopo che il 60% delle assunzioni in ruolo è andato deserto ad agosto. La supplentite dilaga, i precari abbondano ma non riescono ad essere assunti dallo Stato, per colpa del mancato reclutamento dalle graduatorie d’Istituto e dal loro utilizzo sempre più anacronistico e inadeguato, tanto che in alcune aree è più facile essere nominati tramite libere Mad fuori graduatoria
Tra i precari con 36 mesi di servizio negli ultimi otto anni, insegnanti abilitati e di ruolo della secondaria. Le assunzioni, però, avvengono per i vincitori nel corso degli anni, per scorrimento, soltanto laddove sono esaurite le GaE. Gli altri idonei conseguono la sola abilitazione. ANIEF commenta lo Schema del Decreto – Legge che non risolve pero la precarietà nella scuola e nell’università. Leggi le altre norme previste.
Stabilizzati senza colloquio 11.263 lavoratori delle cooperative, ma non il personale ATA. Semplificato il nuovo concorso a DS. Confermati per un anno 65 dirigenti tecnici precari, con un concorso per 55 unità. Cancellata la rilevazione bio-metrica. Estesa a nove anni la validità dell’ASN. Stabilizzati i precari della ricerca ma non i ricercatori dell’Università.
Marcello Pacifico (Anief): “Questo Schema di Decreto Legge non risolve la supplentite, lascia immutato l’irragionevole sistema delle supplenze e scatena il più grande contenzioso di sempre nella scuola. Rimangono fuori, infatti, dalla nuova procedura i precari con due annualità di servizio, il personale dell’infanzia e della primaria, i docenti con servizio nella paritaria – Iepf, i docenti di religione, gli Itp senza laurea, il personale dell’infanzia e primaria. Strano silenzio su concorso ordinario e concorso riservato Dsga previsti nell’Intesa del 1 ottobre. Piuttosto che inventare l’ennesima graduatoria, bastava assumere dalle attuali graduatorie di istituto trasformate in provinciali per evitare le procedure di risarcimento per violazione della norma comunitaria”.
Con la recente sottoscrizione dell’Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, sono state definite le risorse del Fondo unico per il ‘Mof 2019/20’ da destinare alle oltre 8.200 scuole autonome italiane. In questi giorni, il Ccni è al vaglio degli organi di controllo competenti e, una volta che arriverà il via libera, quei fondi saranno gestiti attraverso la contrattazione d’Istituto. La somma complessiva delle risorse è di 800.860.000 euro, mentre otto anni fa lo stanziamento superava il miliardo e mezzo: quando si andranno a dividere tra centinaia di migliaia di docenti e unità di personale Ata coinvolti in attività extra suddivise per 42 mila sedi scolastiche, si tradurranno in poche decine o centinaia di euro a lavoratore. E pensare che negli ultimi anni è aumentata in modo esponenziale la quantità di prestazioni e competenze professionali richieste al personale docente e Ata.
“Considerato che al personale arriveranno cifre irrispettose – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – noi riteniamo che sia giunta l’ora di convogliare i fondi del merito della Buona Scuola direttamente nei compensi. E che si torni almeno ai 700 milioni di euro del primo finanziamento del 2015/16. Quei soldi vanno collocati in busta paga, perché vi sono diverse attività che fanno ormai parte stabilmente delle funzioni del personale docente e Ata. Ad oggi, invece, ci ritroviamo con sempre meno fondi per salvaguardare l’offerta formativa e anche con altre indennità sottratte in modo scientifico, come l’annualità del 2013 mai recuperata per il passaggio di ‘gradone’. Così, i lavoratori della scuola vengono pagati con gli stipendi più bassi dell’area UE, come confermato in questi giorni dalla stessa Unione europea attraverso il rapporto Eurydice”.
Disponibile come ogni anno su Istanze OnLine, e attivo fino al prossimo 31 dicembre, il modello con cui il personale docente e ATA che ha superato l'anno di prova potrà richiedere la ricostruzione di carriera e ottenere l'allineamento stipendiale alla propria anzianità di servizio maturata con contratti a termine. Peccato che la normativa italiana preveda un'evidente discriminazione nel computo del servizio svolto durante il precariato e riconosca per intero solo i primi 4 anni, mentre i successivi vengono computati ai fini giuridici ed economici solo per 2/3. Marcello Pacifico (Anief): “Il nostro sindacato ha ottenuto una serie di importanti vittorie in tribunale che hanno evidenziato come tale previsione leda i diritti dei lavoratori della scuola. Ribadiamo con forza il nostro impegno per una modifica della normativa interna che rispetti il lavoro svolto durante il precariato e lo computi immediatamente e per intero”. Ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief.
Proprio nei giorni in cui il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha annunciato che con il prossimo decreto scuola i capi d’istituto saranno esclusi dall’applicazione della norma che imponeva loro l’utilizzo di sistemi biometrici e di videosorveglianza per la rilevazione della presenza in servizio, il dirigente scolastico dell’I.P.S. “G. Ravizza” di Novara, con una circolare interna, vuole obbligare il personale docente a timbrare il cartellino