Nei giorni della caccia al supplente, per coprire le oltre 100 mila cattedre che gli uffici scolastici territoriali non sono riusciti ad assegnare, si torna a parlare di insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici ancora supplenti che al raggiungimento dei 67 anni vengono cancellati dalle graduatorie e collocati forzatamente fuori dalla scuola. È un chiaro abuso, contro il quale Anief combatte da anni trovando sempre più giudici concordi nel mantenere il personale precario in servizio, permettendogli in diversi casi di raggiungere i requisiti minimi per avere l’assegno pensionistico.
Marcello Pacifico (Anief): “Secondo il costante orientamento della Corte Costituzionale, conseguire la pensione minima costituisce un bene inviolabile e il ministero dell’Istruzione non può eludere tale principio, con previsioni che discriminano il lavoratore precario rispetto al personale di ruolo, per cui è espressamente prevista la possibilità di permanere in servizio fino al raggiungimento del settantesimo anno di età, se può raggiungere il minimo contributivo ai fini della quiescenza”.