Da più di dieci anni gli educatori hanno un contratto a tempo determinato: prima lavoravano in classi sperimentali, da due anni nel sistema ordinario integrato 0-6 voluto dalla Buona Scuola di Renzi. Eppure il loro stato giuridico è anomalo e non possono chiedere l’immissione in ruolo. Ecco perché il sindacato intende impugnare il prossimo decreto sugli organici.
Marcello Pacifico (Anief): Questo personale, che da anni garantisce un servizio essenziale per le scuole, ha il pieno diritto ad essere stabilizzato, alla pari di quello utilizzato dalle cooperative per i servizi esternalizzati.
Passano i Governi, aumentano gli alunni disabili, eppure i numeri non tornano perché a distanza di sette anni dall'ultimo intervento del legislatore (Legge 128/12) i posti in deroga di sostegno, assegnati solo in supplenza e non utili per assunzioni e trasferimenti, sono aumentati fino a coprire il 40% dell'organico autorizzato ogni anno. Il sindacato ha aperto le pre-adesioni per impugnare il prossimo schema di decreto ministeriale ed è pronto a commissariare l'USR Sicilia.
Marcello Pacifico (Anief): Non si può continuare a ignorare il problema. Rispetto ad esigenze certificate bisogna sbloccare i ruoli e coprire le richieste di insegnanti specializzati delle scuole.
Dopo l'inchiesta pubblicata dall'Espresso, per il 2 luglio, circolano rumors su possibile sentenza breve che annulli le procedure. Lo studio legale di Udir ritiene le censure mosse insidiose eppure infondate e invita a costituirsi ad opponendum gratuitamente i vincitori della nuova procedura concorsuale per salvarla rispetto alla possibile inerzia dell'amministrazione.
Il Miur non ha previsto alcuna immissione in ruolo per il personale ausiliario, fondamentale per la sorveglianza e pulizia delle scuole. Parte il ricorso Anief per stabilizzare i 40 mila collaboratori scolastici che svolgono lo stesso servizio dei 12 mila assunti dalle cooperative e che transiteranno nei posti accantonati dallo Stato.
Marcello Pacifico (Anief): Basta discriminare i lavoratori e aggirare il diritto dell'Unione. Adesioni entro il 30 giugno.
Nella pubblica amministrazione, il personale Ata della scuola continua ad essere considerato l’ultima ruota del carro: dopo avere previsto l’accantonamento di 12 mila posti, da destinare agli ex LSU e senza stabilizzare i precari dello Stato, la notizia della mancata immissione in ruolo dei collaboratori scolastici, l’inutile attesa per l’attivazione dei posti previste per legge come AS e C, coordinatori dei collaboratori scolastici, degli assistenti tecnici e amministrativi, ora arriva la doccia fredda dei tagli ingiustificati di amministrativi, tecnici e ausiliari. Solo a Biella si sono perse le tracce di 51 posti.
Ma a cosa sono dovuti, allora, i tagli sensibili in alcune province? “Probabilmente – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a delle compensazioni. Le quali, tuttavia, vanno a scapito di realtà già in carenza di personale. L’ultima grande riduzione di posti, derivante dalla Legge 133 del 2008, ha fatto perdere alle scuole italiane decine di migliaia di posti come Ata. Proprio mentre, con la stessa legge sul ‘dimensionamento’, le scuole assumevano proporzioni maggiori, con un numero di sedi distaccate in perenne crescita. E negli anni quei posti non sono mai stati recuperati, anzi il calo è continuato. In queste condizioni, il personale Ata assegnato alle scuole diventa più che fondamentale, se non indispensabile, per il regolare svolgimento delle lezioni e delle incombenze organizzative. Diffidiamo l’amministrazione, centrale e periferica, a ridurre i posti di personale Ata”.