Per fare un punto sulla sua attuazione, analizzare problemi e proporre soluzioni, a partire dal caso emblematico della scuola italiana. Il 19 e 20 settembre, all’Astoria Palace Hotel, i sindacati affiliati alla Cesi partecipano al convegno-progetto della Cesi Accademia Europa sul tema “Lavoro precario – dotare i sindacati delle capacità necessarie per raccogliere nuove sfide” finanziato dalla Commissione Ue. Marcello Pacifico (vicepresidente Accademia Europa Cesi e presidente Anief): “Siamo pronti a fornire il nostro contributo per ottemperare alla recente risoluzionedel Parlamento UE , che porti i Paesi membri a rispettare la dignità di tutti i lavoratori".
Si sa, la qualità, nella scuola, è data anche dagli insegnanti. Sono loro, nel bene e nel male, che svolgono la funzione decisiva all’interno del sistema educativo. «La professione docente gode del rispetto pubblico che merita», si legge nelle «raccomandazioni» (art. 5) che l’Unesco dettò in favore degli insegnanti. Era il 1966 ed era la prima volta che veniva organizzata una Conferenza per disegnare i contorni dell’insegnamento. A distanza di 53 anni, la Cambridge University Press Italia ha realizzato l’Italian Teacher Survey, un dossier dove si sostiene che l’insegnamento è più una vocazione che una professione.
Marcello Pacifico (Anief): Quella dell’insegnante è una delle professionalità più importanti per il paese, perché strettamente collegata alla sua crescita. In Italia, la maggior parte della classe docente è competente ed è rappresentata da professionisti che sanno motivare e coinvolgere gli alunni. Tuttavia, sarebbe necessario garantire più risorse per il rinnovo contrattuale, per un adeguamento salariale e avvicinarsi alla media degli stipendi europei.
Per la prima volta il Consiglio di Stato, con l'Ordinanza n. 4672/2019, si esprime sull'illegittimità del D.D.G. n. 1546 del 7 novembre 2018 che ha bandito le procedure “straordinarie” per il reclutamento del personale scolastico per la scuola infanzia e primaria escludendo quanti avessero prestato servizio nelle scuole comunali. Marcello Pacifico: “Una nuova vittoria targata Anief che conferma l'irragionevolezza dei due anni di servizio richiesti per l'accesso al concorso per cui il Miur imponeva che fossero svolti esclusivamente nelle scuole pubbliche statali. Adesso avanti tutta anche per far riconoscere in tutte le procedure il diritto di quanti prestano servizio nelle paritarie”.
Rinviata la sperimentazione a causa dell'inizio dell'anno scolastico. Marcello Pacifico (Anief): Giusto così, ora si intervenga per modificare la legge, trasformandola in materia autonoma con un orario aggiuntivo e personale qualificato.
“Sul ritorno dell’educazione civica in tutte le classi italiane a partire dalla primaria, il ministro ha fatto l’unica cosa che poteva fare: rinviare tutto al 2020”. A dirlo è Marcello Pacifico, leader dell’Anief, dopo che il ministero dell’Istruzione ha ufficializzato, attraverso apposita circolare, che “l’insegnamento dell’educazione civica è istituito a partire dall’anno scolastico 2020/2021”. “Siamo tutti d’accordo sulla necessità di trasmettere le conoscenze basilari del vivere civile, ma – spiega Pacifico – occorre farlo nel modo corretto. Anche andando ad adeguare i contenuti alle esigenze più moderne, ad iniziare dallo studio delle norme generali che regolano la giurisprudenza a livello europeo. L’Anief era molto convinta delle sue ragioni, dicendosi pronta a recarsi in tribunale qualora la legge fosse stata forzatamente introdotta da quest’anno scolastico, anche come una semplice sperimentazione. Il nuovo titolare del Miur ha ricondotto la questione sui binari giusti, ma rimane l’amarezza per l’azione legislativa prodotta per soli fini elettorali, senza un euro di finanziamento e senza alcun risvolto didattico-formativo, nonostante le audizioni parlamentari”.
A sostenerlo è stata la sezione terza bis del Tar laziale, esprimendosi sul ricorso, portato avanti dall'avvocato Michele Ursini del foro di Bari della rete dei legali Anief (si ricorda che in 3 anni ha ottenuto ben 17 sentenze dal Tar del Lazio e una sentenza dal Consiglio di Stato, permettendo a circa 400 docenti di rinetrare nelle rispettive province), presentato da due insegnanti pugliesi immessi in ruolo nel 2016 in provincia di Milano, “invece che presso gli ambiti 0012 o 0011 della Regione Puglia” dove erano inseriti nelle graduatorie dei precari e dove operavano come supplenti”. Secondo i giudici, nel 2016, sulla base delle indicazioni previste dalla Buona Scuola approvata l’anno prima, l’assegnazione delle sedi di immissione in ruolo dei docenti ricorrenti, e per estensione di migliaia di insegnanti assunti quell’anno attraverso il sistema dell’algoritmo secretato, è avvenuta “ostando alla deleteria prospettiva orwelliana di dismissione delle redini della funzione istruttoria e di abdicazione a quella provvedimentale, il presidio costituito dal baluardo dei valori costituzionali scolpiti negli artt. 3, 24, 97 della Costituzione oltre che all’art. 6 della Convezione europea dei diritti dell’uomo”.
L’Anief aveva ragione: l’assegnazione automatica alle sedi, tramite un meccanismo automatico secretato, non ha garantito i diritti dei precari immessi in ruolo a centinaia di chilometri, peraltro in presenza di posti vicino casa. Marcello Pacifico (Anief): “Alla luce di questa ulteriore espressione dei giudici, non è più ammissibile procrastinare ancora la norma che faccia tornare i danneggiati nelle province da dove sono stati spostati in modo illegittimo. Per questo, il nostro sindacato conferma i ricorsi per far tornare quei docenti a casa”.