Nell’ avviso urgente del calendario di convocazione per la stipula dei contratti a tempo determinato primaria e infanzia da GaE del 27 settembre 2019 l’AT di Napoli, a nostro avviso illegittimamente, precisa che “La presente convocazione non è indirizzata ai docenti già destinatari di contratti di lavoro a tempo determinato al 30/06/2019 su posti di sostegno stipulati con i Dirigenti scolastici”. Tale disposizione è in netta violazione del regolamento delle supplenze DM 131 del 2007 art 8 c.3 che recita “Il personale in servizio per supplenza conferita sulla base delle graduatorie di istituto ha comunque facoltà di lasciare tale supplenza per accettarne altra attribuita sulla base delle graduatorie ad esaurimento”
È ancora possibile aderire all’appello in Consiglio di Stato per la riforma della sentenza che invalida l’intera procedura, le graduatorie di merito pubblicate e l’assunzione dei nuovi presidi. Il giovane sindacato, dopo aver ottenuto con l’avv. Galleano la sospensione del provvedimento consentendo le immissioni in ruolo dal 1° settembre con riserva, ricorda come sia necessario per tutti i vincitori costituirsi in giudizio. Si può aderire al ricorso entro il 30 novembre al seguente link
Marcello Pacifico (Anief): Siamo sulla strada giusta, ma per vincere la supplentite bisogna anche estendere alle attuali graduatorie di istituto il doppio canale di reclutamento, così da assumere anche i precari di seconda e terza fascia, in presenza di graduatorie esaurite
L’anno scolastico appena iniziato si sta rivelando quanto mai ricco di problemi e contraddizioni: al record di supplenti e di conferimento delle Mad si sommano diversi nodi mai sciolti e che nell’emergenza diventano enormi. Come le classi pollaio, che si continuano a formare anche in presenza di allievi con disabilità. A Santa Maria di Capua Vetere è stata composta una classe di 30 alunni, di cui 4 con disabilità accertata. Ad inizio anno, a Viterbo si era arrivati a 39 iscritti con 5 diversamente abili. Diventa a questo punto importante approvare il disegno di legge del M5S che vuole portare il limite, in presenza di disabili, a 20 alunni e senza più deroghe. Le aspettative perché la norma vada in porto sono alte. Anche perché è stato lo stesso nuovo ministro pentastellato Lorenzo Fioramonti a sostenere, già da sottosegretario, che i primi due obiettivi da centrare nel corso del suo mandato a Viale Trastevere saranno il superamento del precariato e delle classi pollaio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, l’azione di Fioramonti dovrà essere incisiva: “Il nuovo ministro dell’Istruzione dovrà innanzitutto combattere per convincere il Governo a cancellare le riduzioni progressive di spesa pubblica per la scuola previste fino al 2040 all’interno del Def approvato dallo scorso esecutivo. Il calo demografico, con decremento medio di 70 mila alunni l’anno, non deve essere il pretesto per fare cassa sulla Scuola, tagliando classi, scuole, organici, risorse, sulla scia di quello che è stato fatto nell’ultimo decennio. Si approfitti per creare delle classi finalmente a misura di alunno”.
“Dare la possibilità a chi si trasferisce in altra regione di vivere dignitosamente”: lo ha chiesto il ministro dell’Istruzione durante un dibattito sulla mobilità dei docenti. L’obiettivo del titolare del Miur, Lorenzo Fioramonti, è quello di “creare condizioni tali per cui i docenti possano essere pagati in maniera dignitosa: abbiamo gli insegnanti meno pagati d’Europa, l’ha detto anche l’Unione europea, è inaccettabile. Dobbiamo cominciare a dare la possibilità a chi si trasferisce in un’altra regione volontariamente di poter essere pagato in modo dignitoso e poter vivere lì”.
Il problema è che lo stipendio di chi insegna in Italia, come certificato di recente dall’Aran, è talmente ridotto ai minimi termini che anche il costo della vita lo ha sovrastato: addirittura di 12-14 punti di inflazione certificata negli ultimi dieci anni rispetto ai compensi mensili. Un ritardo che è stato quantificato in oltre mille euro di potere d’acquisto solo negli ultimi sette anni. Mentre nello stesso periodo in altri Paesi “vicini” all’Italia, come la Germania e la Francia, gli stipendi dei docenti sono invece saliti. Così, i colleghi tedeschi arrivano a percepire compensi quasi doppi, mentre il salario medio annuo dei docenti francesi supera ormai gli 8 mila euro.
Marcello Pacifico (Anief): “Solo una volta che si sarà annullato il gap rispetto all’inflazione si potrà finalmente cominciare a parlare di avvicinamento agli stipendi europei. Come Anief, abbiamo indicato la strada per iniziare: bisogna recuperare i soldi tagliati alla scuola dalla Legge 133/2008. Da questa operazione si produrrebbero aumenti di almeno 200 euro medi a dipendente. Considerando i 40 euro già stanziati dall’esecutivo precedente e i 100 euro che il ministro Fioramonti ha chiesto al Governo M5S-Pd, come segnale iniziale per l’adeguamento degli stipendi, si arriverebbe a 340 euro lordi d’incremento. Da assegnare a tutti i docenti senza trascurare il personale amministrativo ed educativo. Una quota ulteriore andrebbe poi a chi è costretto a spostarsi, prevedendo una quota crescente con l’aumentare dei chilometri di distanza dalla terra d’origine e dagli affetti”.