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° Label europeo delle lingue
Pubblicato sul sito dell’Agenzia LLP l’elenco delle scuole vincitrici - edizione 2013.

Il Label è istituito dalla Commissione europea per incoraggiare iniziative innovative nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue. Per il 2013, premia i migliori progetti volti a migliorare l’apprendimento delle lingue straniere attraverso l’uso delle nuove tecnologie e la pratica delle classi multilingue; nella scelta dei vincitori, la commissione nazionale ha voluto valorizzare anche i progetti che in occasione dell’“Anno europeo del cittadino” hanno affrontato il tema dei diritti e dei doveri dei cittadino europei nella vita democratica dell'UE.

° Concorso di scrittura creativa: “Raccontare il Medioevo”
L’Istituto Storico Italiano per il Medioevo bandisce, in collaborazione con il MIUR, l’edizione a.s. 2013/14, riservata agli alunni delle scuole secondarie di I grado. Candidature entro il 16 dicembre 2013.

Lo scopo dell’iniziativa è di favorire negli studenti l’approfondimento di argomenti che sono significativi sia per le identità locali che per la nostra identità nazionale. Scrivere di Medioevo potrà costituire, per gli alunni, un modo per dare libertà alle proprie idee e parole: Narrare e riflettere, narrare e imparare, narrare e divertirsi. Gli elaborati potranno essere realizzati partendo dalle esperienze didattiche che i ragazzi avranno svolto nel loro percorso formativo. I partecipanti possono scegliere una delle sezioni: 1. Racconto il Medioevo della mia città o territorio; 2. Maestri e allievi nel Medioevo. Le istituzioni scolastiche che intendono partecipare al concorso dovranno darne comunicazione all'Istituto Storico Italiano per il Medioevo (P.zza dell'Orologio 4 – 00186 Roma, www.isime.it) all'indirizzo elettronico: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Nell'oggetto della e-mail andrà la dicitura «Concorso Raccontare il Medioevo», seguita dal nome della scuola. Nel testo della e-mail andranno indicati il titolo del lavoro, il gruppo classe partecipante, l'anagrafica, completa di indirizzo e-mail e di numero di telefono, della scuola. I testi dovranno pervenire successivamente, all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., in formato elettronico: un file word (il formato docx NON è accettato) o pdf, entro il 13 gennaio 2014; dovranno essere della lunghezza massima di 15.000 caratteri (spazi inclusi). Il frontespizio del testo dovrà i seguenti dati: la scuola e classe che invia l’elaborato, l’indirizzo fisico e l'indirizzo di posta elettronica dell'istituto, e il nome dell’insegnante referente, corredato dall’indirizzo di posta elettronica. Il nome del file sarà: Raccontare.titoloelaborato.luogo (nome della città).

° Qualifiche scolastiche e mercato del lavoro
Confartigianato segnala la perdurante ”incomunicabilità” tra domanda e offerta

“I giovani diplomati disoccupati, nel primo trimestre del 2013, ammontano al 40,2 per cento della popolazione di età compresa fra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro, mentre le aziende non riescono a trovare sarti, cuochi, falegnami, panettieri e tanti altri profili professionali che sul mercato non si trovano più. Per un totale di 147mila posti di lavoro che piccole imprese e aziende non riescono a coprire adeguatamente preparati.
(Fonte: Salvo Intravaia - la Repubblica– 16 luglio 2013)

° I poveri sono, in Italia, quasi dieci milioni: una persona su sei.
Il dato ISTAT è: 9 milioni 563 mila poveri. 9 milioni 563 mila (il 15,8% della popolazione) sono le persone che l'Istat classifica in una categoria di “povertà” intesa in modo ampio; di questi, 4 milioni e 814 mila (8%) sono i “poveri assoluti” che non riescono ad acquistare beni e servizi essenziali per una vita dignitosa. Il trend tra 2011 e 2012 è stato alquanto negativo; la soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 990,88 euro, circa 20 euro in meno di quella del 2011 (-2%). L'incidenza di povertà assoluta aumenta tra le famiglie con più componenti; aumenti della povertà si registrano oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), anche tra gli impiegati e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). Il dati analitici possono leggersi su: http://www.istat.it/it/archivio/95778.

E’ un piano inclinato, nel quale la generazione giovane (non fino a 25 anni, Presidente Letta, ma fino a 45 anni) sta scivolando insieme al flusso interminabile di immigrati che sono giunti negli ultimi due lustri e che stanno ancora giungendo, privi di reddito e di formazione. La U.E.? E’ indifferente per impotenza, o è cinica ricevendosi i nostri giovani già formati e fruisce degli effetti produttivi del nostro investimento sociale in capitale umano. (Leonardo MAIORCA)

° Il Ministero ha fornito il quadro d’insieme dei risultati degli scrutini a.s. 2012/2013
Riportiamo passi del comunicato stampa (17 luglio); reca in allegato i dati regionali.

Aumentano, seppur di poco, gli studenti promossi alle classi successive nelle scuole secondarie di I e II grado nell’anno scolastico concluso.… La percentuale di promossi alle classi successive nelle scuole medie è del 96,3% (95,7 nell’a.s. 2011/12), mentre alle superiori del 63,5% (63,2% lo scorso anno). … Diminuiscono le percentuali dei non ammessi: è del 3,7% nella secondaria di I grado e del 10% in quella di II grado. La percentuale più alta degli ammessi per la secondaria di I grado si registra in Basilicata con il 97,6%, seguita dall’Emilia Romagna con il 97,1%, la Puglia 96,8% e le Marche con il 96,8%. Nella secondaria di II grado il Trentino Alto Adige ha la percentuale più alta con il 77,2%, segue la Puglia con il 69,5%...

° La scuola in ospedale e l'istruzione domiciliare
Monitoraggio delle azioni e delle risorse assegnate (ex L. 440/1997) - a.s. 2012/13

Il MIUR, a conclusione dell’anno scolastico, intende monitorare, in collaborazione con gli UU.SS.RR., l’efficacia dei percorsi attivati a fronte della somma (€. 2.820.700,00) complessivamente assegnata per anno scolastico 2012-2013, direttamente alle scuole polo e alle scuole con sezioni ospedaliere, per il funzionamento della scuola in ospedale e a domicilio. In occasione di questo monitoraggio delle azioni 2012-2013, il MIUR invita le DD.SS.RR. a “verificare l’effettivo completo utilizzo delle risorse assegnate e la loro modalità di distribuzione, nonché a verificare l’entità delle esigenze relative alla scuola secondaria di 2° grado nel proprio territorio, anche al fine di programmare in anticipo e con ragionevolezza un piano efficace di azioni e di risorse e a darne comunicazione allo scrivente nella consueta relazione finale. Laddove non si riuscisse a coprire tutte le esigenze, relative alle scuola secondaria di 2° grado, si invitano le SS.LL. a costituire una rete regionale per gli insegnamenti disciplinari, a cui possano partecipare docenti a titolo volontario…”. Il Ministero si mostra consapevole di come non sia facile tenere alta negli studenti affetti da malattia la motivazione allo studio, specialmente se gli insegnanti siano troppo di frequente avvicendati: “Laddove si riscontri un continuo avvicendamento di docenti diversi, senza una stabilita garantita, abbiamo processi meno virtuosi perche non consolidati. Infatti, il modello di scuola in ospedale, per le sue peculiarità, genera naturalmente, a contatto con situazioni complesse, significative competenze in campo metodologico-didattico e relazionale, che arricchiscono il bagaglio personale dei docenti coinvolti … Alcune tematiche di estrema importanza nella funzione docente che si esprime in ospedale e/ o a domicilio sono: il tema delle competenze e 1' acquisizione delle competenze trasversali ( o competenze di cittadinanza), delle competenze disciplinari, nonché delle competenze affettivo - relazionali; il modello metodologico di intervento basato su personalizzazione e differenziazione, l'accoglienza e la relazione, la didattica laboratoriale e per compiti di realtà, il cooperative learning e la peer guidance education, la documentazione, la validazione e certificazione degli apprendimenti e delle competenze, il coinvolgimento e la responsabilizzazione della rete dei Soggetti coinvolti (scuola, famiglia, sanità, volontariato, .... ); l’ organizzazione flessibile dei tempi e dei modelli d'intervento: flessibilità, modularità, utilizzo delle tecnologie avanzate, gestione degli interventi formativi in gruppo o "ad personam"; la conoscenza e l'utilizzo consapevole della normativa come risorsa; la comunicazione efficace; la registrazione dei dati, il monitoraggio e la valutazione degli stessi per progettare al meglio le attività, il registro elettronico, l'utilizzo del portale come risorsa. Si auspica, pertanto, che su questi o su altri temi siano definiti a livello locale percorsi di formazione a cui l'Ufficio scrivente offre la propria disponibilità a collaborare”. Il Ministero passa, poi, a rimarcare l’utilità del Portale http:// pso.istruzione.it, a supporto della scuola in ospedale e della scuola a domicilio: “Il portale non e uno strumento di mera rendicontazione, ne un onere amministrativo, ma strumento gratuito messo a disposizione per interrogare il sistema sulle esigenze che emergono, fare analisi storiche, verificare la congruità dell'assegnazione dei docenti ai reparti ospedalieri, riconoscere sovrapposizioni e/o lacune”. Quanto alla Istruzione domiciliare, il Ministero ne sottolinea la validità per la prevenzione della dispersione scolastica e anche la funzione di sostegno che esso svolge verso la persona, che contribuisce a stimolare il desiderio di vita e l'impegno a combattere la malattia: “La frequenza della scuola in ospedale e/o a domicilio concorre a tutti gli effetti alla validazione dell’a.s. (DPR n.122 del 22/06/2009, art.11; C.M. n.20 del 4 marzo 2011; nota n.7736 del 27/10/2010)”. Allo scopo di facilitare il corretto flusso dei dati da registrare – entro 11 ottobre 2013 -nel database del portale http:/ /pso.istruzione.it, il Ministero ha predisposto un Vademecum.

° Dicono tutti: Apprendistato. E nel frullatore mediatico scivola un mix di ingredienti
Il PDL ha presentato alle commissioni Finanze e Lavoro del Senato un emendamento al Decreto “Lavoro”, con il quale propone di autorizzare l’accesso all’apprendistato, fin dall’età di 14 anni; sarebbe, si dice, il toccasana per contrastare l’abbandono scolastico e per dare vigore al sistema studio/lavoro in alternanza.

Lo scorso venerdì 19, abbiamo scritto in questa rubrica di Aggiornamento che i governi italiani ed europei pongono molte attese nell’apprendistato. Vediamo quali ne sono i pro e i contra. Certamente non si può sottovalutare il valore culturale del lavoro; da sempre: dall’epoca delle botteghe artigiane, antiche e medievali, nelle quali l’apprendista poteva diventare maestro. Un valore culturale che la pedagogia ha enfatizzato con i “piani” di Winnetka e Dalton, con il modello socialista (Makarenko e i pedagogisti francesi della prima metà del Novecento), con il deweyano Learning by doing. L’apprezzamento per la sinergia tra studio e lavoro ha anche motivazioni ideologiche, perché la presunta superiorità degli studi liberali sulla formazione professionale è un concetto classista. Occorre, inoltre, considerare che la distinzione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale sta perdendo senso scomparendo progressivamente le attività lavorative che non richiedano competenze tecniche avanzate e non adottino il controllo della qualità. Nella introduzione al Libro bianco “Insegnare e apprendere, verso la società cognitiva” (1995), l’allora ministro alla Cultura C.E., E. Cresson ha scritto: “Il nodo della cooperazione fra gli istituti d’istruzione e le imprese è l’accettazione della impresa come partner di diritto nel processo di formazione”. Si è obiettato che le aziende sono interessate soltanto ad ottimizzare il proprio capitale variabile con la girandola delle assunzioni e licenziamenti degli apprendisti. Noi siamo dell’opinione della Cresson: le imprese possono essere partner educativi affidabili, interessate all’investimento sociale produttivo in capitale umano. Tuttavia, non ci convince la tesi secondo la quale l’accesso all’apprendistato a 14 anni consentirebbe di contrastare l’abbandono scolastico in età di obbligo formativo. Segnaliamo che autorevoli pedagogisti hanno spesso sostenuto che la data delle scelte scolastico/lavorative non deve essere precoce; tuttavia, per molti, la istruzione secondaria superiore generalista è come il fumo negli occhi. Ancor meno convinti siamo della tesi secondo cui il modello dell’alternanza scuola-lavoro (stage formativi, tirocini, apprendistato), pur essenziale in funzione educativa, possa servire a contrastare la disoccupazione tra i giovani. I tirocinanti, infatti, prima di diventare produttivi, devono assorbire il know how aziendale e la cultura della sicurezza sul lavoro. Onestà vuole che si dica chiaramente: non sarà la formazione a sconfiggere la disoccupazione, sarà l’impresa, se e a misura che creerà posti di lavoro. Occorre diradare la cortina fumogena che sta impedendo di distinguere, dell’Apprendistato, le finalità educative da quelle economiche. Apprezziamo, dunque, il commento con il quale, lo scorso 14 luglio, La tecnica della scuola (“Apprendistato a 14 anni: si torna al dopoguerra ?”) ha accompagnato la notizia della proposta di abbassare l’ingresso nell’apprendistato all’età di 14 anni: “Significherebbe, in pratica, fare un salto indietro di oltre cinquant’anni, quando, in un dopoguerra caratterizzato da tantissimi giovani che lasciavano ancora prematuramente la scuola, quella dell’apprendistato rappresentava una valida alternativa per salvare tanti giovani dalla disoccupazione e dalla strada”….. Il Governo dovrebbe varare anche una serie di norme (adeguatamente finanziate) che permettano sì ai giovani di trovare spazio nelle aziende (fiscalmente agevolate) già all’indomani della licenza media, senza però abbandonare del tutto la formazione scolastica. Una parte dell’attività lavorativa precoce dovrebbe essere dedicata alla teoria, allo sviluppo dei contenuti delle materie principali costituenti il biennio delle scuole professionali. Insomma, occorre una formula che integri lavoro e formazione. Perché 14 anni sono davvero pochi per lasciare la scuola. E altrettanto pochi per iniziare solo a lavorare”.

° Dal Tribunale di Milano, l’ennesimo stop al taglio delle ore di Sostegno
Condannato il MIUR: appellandosi a esigenze di bilancio, non avrebbe potuto ridurre, nell’a.s. appena terminato, il diritto allo studio degli alunni con disabilità.

La sentenza della prima sezione civile del Tribunale di Milano, favorevole a sedici famiglie di alunni disabili che hanno fatto ricorso con l’assistenza della Lega per i diritti delle persone con disabilità, comporta il ripristino, nel prossimo a.s., della presenza degli insegnanti per tutto il tempo di cui i disabili hanno bisogno del Sostegno, secondo quanto indicato dagli insegnanti nel Piano educativo individualizzato. (Fonte: www.superabile.it/web/it - 15 luglio 2013)

° L’apprendistato, all’attenzione delle commissioni Finanze e Lavoro del Senato 
Razionalizzato e anticipato ai 14 anni, dovrebbe costituire la forma iniziale della integrazione tra scuola e lavoro, tra apprendimento teorico e sapere pratico. 

Il presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, Maurizio Sacconi è tornato a porre in connessione con i temi dell’abbandono scolastico e dell’occupazione giovanile quello dell’Apprendistato, inteso come la prima forma di alternanza tra studio e esperienza lavorativa; il senatore, e il PDL ritengono che razionalizzandolo e anticipandolo ai 14 anni, potrebbe contrastare l’abbandono scolastico e incrementare l’occupazione giovanile. Già in precedenza Sacconi, allora ministro del Lavoro, era intervenuto nella normativa di questa materia. Vediamola in breve cominciando dalla gestione Prodi/Treu/Berlinguer. Gli artt.16-18 della Legge n.196/1997, “Norme in materia di promozione dell’occupazione”, hanno così configurato, in accordo con le parti sociali, il contratto di apprendistato: l’apprendista, di età tra i 15 e i 24 anni, si impegna nell’attività lavorativa per un periodo non inferiore ai 18 mesi e non superiore ai 5 anni (un certo numero di ore annue, almeno, di cui una metà nella formazione, all’esterno dell’azienda, in strutture individuate dalla regione, idonee a fargli conseguire la qualifica lavorativa. L’apprendista viene retribuito meno rispetto al lavoratore di eguale qualifica e l’azienda che accetta apprendisti trae vantaggi fiscali (sugli oneri assicurativi e previdenziali). Berlinguer considerò l’apprendistato tra le forme utili all’adempimento dell’obbligo dì frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno, nei seguenti provvedimenti:
- art. 2 Legge 9/1999 (“A coloro i quali, adempiuto l’obbligo di istruzione o prosciolti dal medesimo, non intendono proseguire gli studi nell’istruzione superiore è garantito, nell’ambito dell’offerta formativa…. il diritto alla frequenza di iniziative formative volte al conseguimento di una qualifica professionale, comprese quelle previste dalla legge 24 giugno 1997, n. 196”).
- art.68 Legge 144/1999, e relativo Regolamento d’attuazione, D.P.R.12 luglio 2000 n. 257: “L’obbligo Formativo può essere assolto in percorsi, anche integrati, d’istruzione e formazione: a) nel sistema di istruzione scolastica; b) nel sistema della formazione professionale di competenza regionale; nell’esercizio dell’apprendistato” (art.2); “Le conoscenze, competenze e abilità acquisite nel sistema della formazione professionale e nell’esercizio dell’apprendistato, per effetto dell’attività lavorativa o per auto-formazione, costituiscono crediti per l’accesso ai diversi anni dei corsi d’istruzione secondaria superiore” (art.6). Nella legge 10 Febbraio 2000 n.30, Berlinguer presentò il sistema educativo d’istruzione e di formazione, come “unitario”. Abrogata la legge di Riordino dei cicli, la Moratti riformulò l’art.68 Legge 17.5.1999 n.144. A tale proposito occorrerebbe considerare (ma non in questa sede) gli effetti della revisione costituzionale del Titolo V Parte II Cost. (sulla titolarità legislativa in materia di istruzione e formazione), e le decisioni adottate con gli Accordi-quadro Stato-regioni. Ci limitiamo, invece, a segnalare la costante determinazione dei decisori politici più recenti, nel favorire una sempre maggiore integrazione tra scuola e lavoro, con riguardo anche all’apprendistato. La Legge 4 novembre 2010, n. 183 ha integrato la precedente normativa abbassato ai 15 anni il limite minimo di accesso all’apprendistato (art.48 comma8). Le forme di apprendistato previste sono: - per i minori, l’apprendistato per la qualifica professionale, con l’alternanza formazione-lavoro; – per i giovani di età tra i 18 e i 29 anni, il contratto dell’ “apprendistato professionalizzante”; – per i giovani frequentanti studi secondari o universitari o master o un dottorato di ricerca o un periodo di pratica presso studi professionali, il contratto c.d. di “alta formazione e ricerca”. Di apprendistato si è occupato anche il Governo Monti, nel “maxi decreto” (decreto-legge 9 febbraio 2012 n.5, “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”), all’art. 52 (Misure di semplificazione e promozione dell'istruzione tecnico-professionale e degli istituti tecnici superiori). In definitiva, i governi italiani hanno visto con favore l’apprendistato, e ciò vale anche per molti Paesi europei, intenzionati a realizzare l’integrazione tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro (nell’ambito della concezione educativa che valorizza le molteplici agenzie della “Società educante”), anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica (esiste al riguardo una Risoluzione C.E. del 1989, alla quale sono seguite quelle U.E). E’ in Germania che, più che in altri Paesi, i luoghi di lavoro sono riconosciuti a pieno titolo come agenzie della formazione, partner affidabili del sistema scolastico: un canale formativo (c.d. “secondo”) qualificato, destinato a giovani che, conseguita la licenza nella “Hauptschule”, dopo il nono anno di frequenza scolastica vogliano accedere a un percorso triennale a tempo pieno o a tempo parziale (“Berufschule”), con contratto d’apprendistato nelle imprese.

° www.indicazioninazionali.it è il sito dedicato alle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del Primo ciclo d’istruzione
Il sito è raggiungibile anche da quello del Miur cliccando sul banner “Indicazioni nazionali 2012” presente nell’area “Istruzione”. Riportiamo il comunicato stampa.
“Il nuovo servizio web si offre come luogo di informazione e di condivisione delle attività che le scuole realizzeranno a partire dal prossimo anno scolastico con il supporto, anche finanziario, dell’Amministrazione. Già da ora è possibile scaricare la versione editabile del testo ufficiale delle Indicazioni 2012 ed avere informazioni sulla composizione del Comitato scientifico nazionale incaricato di indirizzare, sostenere e valorizzare le iniziative di formazione e di ricerca per aumentare l’efficacia dell’insegnamento di base in coerenza con le finalità e i traguardi previsti nelle Indicazioni stesse”.

° Licei Scientifici - Opzione Scienze Applicate. Progetto biennale {2013-2014 e 2014-2015) di sostegno per l'attuazione delle lndicazioni Nazionali
La D.G. per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica ha dato ulteriore impulso (Nota n. 3965, 15 luglio 2013) al Progetto per l’attuazione delle Indicazioni Nazionali relative agli insegnamenti della Fisica, delle Scienze Naturali e della Matematica.
II progetto viene realizzato in partenariato con il Dipartimento di Scienze dell'Università Roma Tre e con I'Accademia delle Scienze di Torino. Il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Verona è stato designato “scuola polo Nazionale”; altri 87 istituti sono stati individuati come “scuole polo regionali”, ubicate in: Veneto (10), Umbria (2), Trentino(1), Toscana (5), Sicilia (6), Sardegna (3), Puglia (5), Piemonte (8), Molise (1), Marche (2), Lombardia (11), Liguria (3), Lazio (4), Friuli (3), Emilia Romagna (8), Campania (7), Calabria (3), Basilicata (2), Abruzzo (3). Gli organi collegiali degli istituti che sono interessati al Progetto biennale dovranno adottare le necessarie delibere, e designare un docente referente del progetto, il cui nome dovranno comunicare al Dirigente Prof.ssa Anna Brancaccio (e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Entro settembre, le scuole che hanno attivato l’indirizzo OSA da almeno due anni saranno coinvolte dal MIUR in un’indagine conoscitiva preliminare, a fini organizzativi. E’ stato programmato un seminario, presso il MIUR, per l'intera giornata dell’11 settembre. Dopo quell’incontro diverrà operativa una piattaforma informatica finalizzata a: - proporre materiale didattico di laboratorio; - sviluppare laboratori virtuali; - realizzare un forum di discussione e condivisione degli esperimenti; - fornire consulenza per esperimenti a “sportello”; - coinvolgere gli studenti in attività interdisciplinari; - aggiornare docenti delle scuole Polo; - progettare e realizzare laboratori itineranti. La piattaforma del progetto funzionerà per 5 anni, a partire dal 2013-2014; ad essa avranno accesso tutti i licei scientifici con opzione Scienze Applicate. Un Seminario “di metà periodo” si terrà nell’aprile 2014. Nell’a.s. 2014/2015 si svolgeranno le attività della terza fase di questo Progetto: 1. Aggiornamento dei docenti delle scuole non poli, con azioni territoriali. Disseminazione dei risultati e dei processi alle scuole del territorio, attraverso i referenti delle scuole polo. Seminario di presentazione dei risultati del I anno (settembre 2014); 2. Definizione di un curricolo nazionale per il triennio O.S.A; 3. Redazione di un Syllabus per l’esame di maturità (marzo 2015); 4. Validazione dei contenuti da parte di un Comitato di Controllo e Garanzia; 5. Seminario “di fine progetto” (maggio 2015). Nel sito istituzionale del MIUR può essere consultata l’accurata documentazione prodotta dal Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre di Roma, con i risultati del monitoraggio effettuato in collaborazione con il MIUR e con l’elaborazione dei dati. In allegato alla citata Nota n.3965, del 15.07.13, si leggono i seguenti “Obiettivi progetto LS-OSA”: 1. Elaborazione di percorsi nazionali a forte connotazione interdisciplinare tra Fisica, Scienze, Matematica (con agganci anche alla Filosofia) nel triennio di LS-OSA, in conformità alle indicazioni nazionali; 2. Elaborazione e messa a disposizione di materiale didattico utile alle attività di laboratorio; 3. Condivisione delle esperienze; 4. Aggiornamento dei docenti delle scuole, su metodologie didattiche che possano permettere l’interdisciplinarietà e l’acquisizione del metodo scientifico (problem posing&solving, didattica laboratoriale, didattica museale, utilizzo di ICT ecc); 5. Proposta di prova interdisciplinare e Syllabus per l’esame di Maturità.