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° D.M. n.97 del 20 dicembre 2012: Cessazioni dal servizio dal 1° settembre 2013
La D.G. per il personale scolastico lo accompagna con una nota di cui diamo l’abstract
Requisiti necessari per l’accesso al trattamento pensionistico di anzianità sono di 60 anni di età e 36 di contribuzione, o 61 anni di età e 35 di contribuzione, maturati al 31 dicembre 2011. Il diritto al trattamento pensionistico di anzianità si consegue, altresì, indipendentemente dall’età, in presenza di un requisito di anzianità contributiva non inferiore a 40 anni, maturato entro il 31 dicembre 2011. I requisiti utili per la pensione di vecchiaia sono di 65 anni di età per gli uomini e di 61 anni di età per le donne, con almeno 20 anni di contribuzione (15, per chi è in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1992, ai sensi dell’art.2 C. 3, lett.C del D.lgs. n.503 del 30/12/92), se posseduti entro il 31 dicembre 2011. Per le donne che optano per la pensione liquidata con il sistema contributivo rimane in vigore l’art.1 c.9 della legge 243/04 che prevede il requisito di almeno 57 anni di età e una contribuzione pari o superiore a 35 anni. In tal caso, tuttavia, ai fini del conseguimento del diritto al trattamento di pensione dal primo settembre 2013, i requisiti anagrafici e contributivi devono essere conseguiti entro il 31 dicembre 2012. Per il personale che non rientra nelle fattispecie sopra descritte, per l’anno 2013 le regole da applicarsi sono: Per la pensione di vecchiaia il requisito anagrafico è di 66 anni e tre mesi compiuti entro il 31 agosto 2013 (collocamento d’ufficio), o a domanda, entro il 31 dicembre 2013, in virtù della disposizione prevista dall’art. 59 c.9 della legge 449/97, sia per gli uomini che per le donne, con almeno 20 anni di anzianità contributiva. La pensione anticipata rispetto a quella di vecchiaia potrà conseguirsi, a domanda, solo al compimento di 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva, perle donne, e 42 anni e 5 mesi per gli uomini, da possedersi entro il 31 dicembre 2013.
Indicazioni operative per l’attuazione del D.M. n.97, recante disposizioni per le cessazioni dal servizio dal 1° settembre 2013.
A. Personale dirigente, docente, educativo, A.T.A. Il 25 gennaio 2013 è il termine finale per la presentazione delle domande di collocamento a risposo per compimento del limite massimo di contribuzione, dimissioni volontarie dal servizio e trattamento in servizio. La medesima data vale per coloro che manifestino la volontà di cessare prima della data finale prevista da un precedente provvedimento di permanenza in servizio. Entro la medesima data tutti gli interessati hanno facoltà di revocare le suddette istanze ritirando tramite POLIS la domanda di cessazione precedentemente inoltrata. Il 25 gennaio 2013 è anche il temine da osservarsi da coloro che, avendo diritto alla cessazione per avere raggiunto la quota 96 entro il 31 dicembre 2011 e non avendo compiuto 65 anni chiedono, ricorrendone le condizioni, la trasformazione del rapporto di lavoro part time con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico. La medesima possibilità sussiste per coloro che hanno i requisiti per la pensione anticipata e non hanno ancora conseguito i requisiti anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia.
Presentazione delle istanze. Le domande di cessazione e le revoche vanno così presentate:
Il personale dirigente, docente, educativo e A.T.A. di ruolo, ivi compresi i docenti di Religione, utilizzerà la procedura web POLIS “Istanze on line” (eventuali domande presentate in forma cartacea vanno riprodotte in questa modalità). Al personale in servizio all’estero è consentito adottare la modalità cartacea. Il personale delle province di Trento e Bolzano presenterà in forma cartacea alla sede scolastica di servizio/titolarità. Le domande di trattenimento in servizio vanno inoltrate in formato cartaceo. Gestione delle istanze (…omissis….).
B. Cessazione dd.ss. dal 1° settembre 2013. Il termine ultimo di presentazione è: 28 febbraio.
 

° Concorso a 145 posti di dirigente tecnico
La D.G. per le risorse umane del Ministero ha pubblicato nel sito MIUR l’elenco dei candidati ammessi alla prova orale, della quale altresì è reso noto il calendario.

Finalmente si procede con il concorso pubblico per esami per dirigenti da assegnare agli uffici dell’amministrazione centrale e periferica del MIUR, al fine di concorrere alla realizzazione delle finalità di istruzione e di formazione affidate alle istituzioni scolastiche ed educative, oltre all’attività di studio, di ricerca e di consulenza tecnica per il ministro e i direttori generali. Il bando era stato pubblicato in G.U. n.10 del 05.02.2008, IV serie speciale, “Concorsi ed esami”.

° Contributi MIUR per il pagamento della TARSU dovuta dalle scuole
L’importo forfettario complessivo annuale è di 38.734.000 euro.

In attuazione di un accordo siglato nel 2008 in sede di Conferenza Stato-Regioni, il Ministero dell’Istruzione sta erogando a tutti i comuni italiani i contributi per il pagamento della tassa sullo smaltimento dei rifiuti da parte degli istituti scolatici; una quota aggiuntiva è prevista a favore dei comuni che abbiano raggiunto la soglia del 50% almeno di raccolta differenziata.

° Bando del secondo Certamen Linguisticum
E’ nel sito internet del MIUR e in quello dell’Ufficio scolastico regionale per la Liguria
Il concorso, articolato nelle sezioni Lingua greca, Lingua latina, Civiltà classiche, si terrà a Genova, giovedì 14 febbraio 2013; è aperto agli studenti degli ultimi due anni delle scuole italiane secondarie di secondo grado, che abbiano riportato nell’a.s. 2011/2012 un voto finale di almeno 8/10 in Greco (per la sezione greca), e in Latino (per la sezione latina), e una media finale di tutte le discipline non inferiore a 8/10 (per la sezione Civiltà classiche). La segnalazione degli studenti (una per ogni partecipante) va inviata dal d.s. entro le ore 12 del primo febbraio 2013, utilizzando l’apposita scheda allegata al bando, all’indirizzo: D.G. dell’USR per la Liguria, via Assarotti, 40 – Genova - tel. 010 8331246 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

° L’apprezzamento del valore dell’istruzione pubblica è un investimento produttivo
Quattro giudizi di Andreas Schleicher, vice direttore per l'Educazione dell'Ocse.

1.Crisi e investimenti in istruzione. «In un contesto globale, gli individui e i paesi che scelgono di investire seriamente sull'educazione registrano dei forti ritorni sul piano sociale e su quello economico. … Nei paesi Ocse che negli ultimi decenni hanno puntato sull'espansione dell'istruzione universitaria, sono cresciuti i differenziali retributivi a vantaggio dei laureati…. L'importanza dell'istruzione, più in generale, oltrepassa la dimensione economica: permette agli individui di vivere in un contesto complesso, essere cittadini attivi e responsabili, cogliere la bellezza di un mondo in cui convivono credenze, culture e valori diversi».
2.Risorse finanziarie limitate e spesa pubblica. «Se si vogliono classi di studenti meno numerose, non si possono incrementare gli stipendi degli insegnanti. Se si vogliono più ore sui banchi, non si possono affidare agli insegnanti attività non connesse all'insegnamento».
3.Le scelte dell'Italia e le risposte degli altri paesi. «L'Italia ha optato per un numero alto di insegnanti scarsamente retribuiti. La Corea del Sud ha preferito un corpo insegnanti contenuto ma con una retribuzione elevata e con classi numerose. … Due generazioni fa la Corea del Sud aveva uno standard di vita come quello dell'odierno Afghanistan ed era tra i paesi con i peggiori sistemi di istruzione. Oggi è un top-performer globale. In Polonia, la decisa riorganizzazione del sistema educativo ha ridotto i divari tra le scuole. … la Polonia non ha… licenziato masse di insegnanti; ha semplicemente rivisto il sistema».
4. A caccia degli insegnanti migliori. «Un sistema educativo moderno richiede insegnanti di un certo calibro. Quando insegnare voleva dire trasferire conoscenze fisse e immutabili, il sistema poteva permettersi di affidarsi a insegnanti di scarso livello. Non è un caso che quando la qualità degli insegnanti è bassa, i governi tendono a dire esattamente loro cosa e come fare, adottando sistemi di organizzazione industriale del lavoro per ottenere precisi risultati… Paesi come la Finlandia o Singapore hanno posizionato l'insegnamento tra le professioni ad alto valore aggiunto, contribuendo allo sviluppo della professione in un'ottica collaborativa. Gli insegnanti più talentuosi dovrebbero essere assegnati alle classi difficili e i presidi più competenti alle scuole più complesse…». (Fonte: Corriere della sera – 14.12.2012)

° La prova preselettiva del concorso a cattedre: tre evidenze e un auspicio
- E’ stato un altro step verso la de professionalizzazione della funzione docente. - Il Miur ha scelto, per la preselezione, una tipologia di prova adatta per i concorsi a ruoli impiegatizi esecutivi. – Nulla il Miur ha predisposto per valorizzare la professionalità docente dei candidati che nella scuola già lavorano. “Colossale inganno”. “Lotteria”.
Prima evidenza. Già negli anni Settanta, i decisori politici e i sindacati posero le premesse del declassamento della funzione docente a funzione esecutiva; da allora, l’inquadramento retributivo dei docenti è venuto calando, comparativamente rispetto a quello del personale laureato delle altre pubbliche amministrazioni. La deriva è proseguita negli anni successivi. Negli anni Novanta, la Legge Bassanini ha sancito una collocazione sovraeminente del d.s. rispetto al Collegio dei docenti (cui s’è negata la prerogativa – prevista nei decreti Misasi – di eleggere il consiglio di presidenza). Il modello di prova preselettiva scelto dal MIUR accentua idealmente questo declino dello status dei docenti. A nessuno verrebbe in testa di selezionare con prove di coerenza logica e di comprensione linguistica i laureati che concorrano per l’Avvocatura di Stato, o per i ruoli del personale laureato degli uffici ministeriali o regionali o comunali o provinciali, o degli Uffici Stampa o per la carriera di ufficiale dell’esercito, e così via.
Seconda evidenza. I quesiti che sono stati proposti sono più adatti agli appassionati di cruciverba che ai futuri professionisti dell’insegnamento. Riflettiamo: se si è dato un minuto a quesito, è perché i quesiti sono risolvibili in un minuto. E quelli idioti a che servono ? Il ministro ha risposto: servono a vedere se il candidato sa decidere in fretta. Signor ministro ? Dice sul serio ? Sta pensando di selezionare i migliori addetti al nastro delle arance ? Questa si; quella è da gettare ? Nei test, il Rate of speed è un fattore valutativo poiché condiziona l’esito della prova. Nel nostro caso si è stabilito che il candidato abbia a disposizione un minuto per ogni domanda, cioè quanto si assegna, ad esempio, ai ragazzi che aspirano ad essere ammessi ad una scuola militare: un minuto è appena sufficiente a leggere la domanda e a mettere la crocetta, non essendo richiesto di ragionarci su più di tanto. Tuttavia, nel caso del concorso a cattedre il target dei candidati è quello di professori (laureati, abilitati), e i quesiti, se devono produrre una selezione, non possono essere del livello che si adotta per selezionare i ragazzi. Inoltre: per i candidati al concorso a cattedre, le “abilità logiche” sono una precondizione, come per i finalisti dei cento metri piani, avere i piedi; nessuno disporrebbe la selezione degli atleti, dalle batterie alla finale olimpica, osservando se hanno i piedi. Non si comprende come e perché un laureato non debba essere in grado di comprendere un testo. E quelli che hanno sbagliato, obbietterà Profumo ? Signor Ministro, hanno sbagliato perché stavano lavorando col pepe in culo (scusi, sir: In a hurry). Provi lei a giocare con l’indovinello sulla martingala mentre pensa al posto di lavoro da salvare o trovare. O lei pensa che siano deficienti ? Che l’università abbia laureati deficienti. Che abbiano insegnato da deficienti. Che, alle SSIS, professori deficienti non si siano accorti, in 2 anni e 25 esami, di star abilitando dei deficienti ?
Terza evidenza. Avere a capo del Miur un ministro estraneo al mondo della scuola ha comportato, in questa circostanza del concorso, che non siano state tutelate le prerogative acquisite, in sede di formazione e di servizio scolastico, da coloro che lavorano nelle scuole. E così, tanti precari con esperienza decennale sono rimasti fuori, mentre professionisti in altri settori sono passati. Addirittura, si è cercato di escludere dal concorso il personale scolastico di ruolo, mentre si è ammesso personale di ruolo di ogni altra amministrazione pubblica. E ciò non è casuale, perché un ministro estraneo al mondo della scuola ha un’idea troppo vaga dello stratificarsi di esperienze culturali e didattiche, nell’esperienza degli insegnanti, e non può valutare appieno quale interesse lo Stato abbia di riconoscerle e valorizzarle. Dall’attivismo (per altro encomiabile) del Ministero nel promuovere la digitalizzazione della didattica (Le linee d'azione Scuole 2.0. LIM, Cl@ssi 2.0, Centri Scolastici Digitali; Piano Editoria Digitale) viene da sospettare che, al MIUR, qualcuno vagheggi un modello educativo nuovo, ottenuto con la metamorfosi della professionalità docente: da polo del rapporto educativo, a terminale della trasmissione – con l’ausilio del software informatico – di un sapere confezionato altrove, dalle agenzie convenzionate con i centri decisionali politici. Qualche avvisaglia di saperi in pillole si è già avuta, per nulla edificante, e che ha meritato inchieste. Queste avvisaglie, mentre insidiano la mission educativa della Scuola, sono allettanti agli occhi dei governanti, specie perdurando la crisi economica (un docente-tecnico, incaricato di presentare alle scolaresche il software didattico, classi potrebbe tenerne il doppio, il triplo rispetto a quelle attuali, e ore di servizio potrebbe farne quanto un impiegato (ecco l’embolo subliminale di Monti a Che tempo che fa !).
E questa mia, è l’opinione anche di altri osservatori: “Al ministro non interessa il livello di umiliazione che questo metodo infligge a persone adulte che si sono fatte una certa idea di se stesse come educatori e persone amanti della propria materia. Oltre all’umiliazione, che chiarisce in modo inequivocabile i rapporti di forza tra il futuro insegnante stabile e il suo datore di lavoro, un altro effetto di notevole portata è quello di attenuare la differenza tra la forma di selezione di un concorso per la scuola e quella di qualunque altro concorso: si mettono in primo piano le attitudini generiche richieste oggi alla forza-lavoro laureata da usare elasticamente, cioè uso dell’informatica, dell’inglese (scritto) e una certa scioltezza di riflessi mentali. La forma computerizzata della prova è volutamente o involontariamente una anticipazione della forma di organizzazione del lavoro che aspetta tutti i colletti bianchi insegnanti compresi, e non facciamoci illusioni sulla base del ridicolo ritardo con cui le novità annunciate vengono introdotte in Italia: lavagne interattive, registri elettronici, libri di testo computerizzati, fornitura di blocchi preconfezionati di lezioni via internet (commerciali, paracommerciali e ministeriali), non certo alla velocità prevista, ma sono il destino che aspetta la scuola e che il centro cercherà di utilizzare per disciplinare, ridurre i costi e mantenere il controllo della gestione di una realtà altrimenti multiforme e ingovernabile che è costituita da un lato da saperi in crescita esponenziale di cui nessun “centro” potrebbe mai più dirsi depositario legittimo, dall’altro di un corpo-scuola che deve uscire in un modo o nell’altro dallo schema ottocentesco dell’orario settimanale e della campanella. Ho scritto “volutamente o involontariamente” ma sapendo dell’enorme pressione organizzativa che è stata attuata in pochissimi mesi per mettere in piedi con successo questo dispositivo, cioè la creazione dell’agenzia fiduciaria che ha preparato le domande, la messa punto e la verifica della rete informatica, le plurime mail quotidiane con cui sono state bersagliate le segreterie scolastiche, la mobilitazione coatta o semicoatta dei dirigenti e del personale, direi che questo concorso è stato portato avanti in modo cosciente da un gruppo di tecnocrati come un punto di avvio e di sperimentazione di più efficienti linee di comando centralizzato e quindi per la rilegittimazione del governo ministeriale su nuove basi. E questo sposta in avanti anche la lotta per la democrazia nella scuola e le pone nuovi compiti” (http://ecolele.wordpress.com – P. Chiappe – 20.12.12)
Un auspicio. Come elettori vorremmo che i partiti che si candidano a dirigere la politica scolastica nella prossima legislatura dicano se è questo il loro modello di funzione docente.
I numeri conclusivi. Si sono presentati 264.423 candidati (quasi 60 mila hanno rinunciato). 86.610, il 33,5%, hanno superato la prova preselettiva. Il calendario delle prove scritte sarà reso pubblico dal Ministero nella Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio 2013.
Leonardo MAIORCA

° Sorte incerta dei TFA “speciali”
Il bando, che potrebbe interessare oltre 100mila abilitandi, era atteso in novembre
Si tratta dei corsi abilitanti che il Ministro riserverà ai docenti non abilitati che abbiano maturato almeno tre supplenze annuali (non meno di 180 giorni ciascuna) nel periodo tra il 1999 e il 2012, nelle scuole di ogni ordine e grado comprese quelle dell’infanzia e primarie. Sono corsi “semplificati”, in quanto vi si accede senza effettuare prove selettive, e in quanto i corsisti non sono tenuti a effettuare il tirocinio. Nello scorso giugno, la Corte dei Conti ne aveva negato l’introduzione con modalità di urgenza, e il Ministro aveva avviato l’iter legislativo di rettifica del regolamento (D.M. n.249/2010) sulla formazione iniziale dei docenti e l’accesso ai percorsi abilitanti. La predisposizione del provvedimento coinvolge i ministeri dell’Istruzione, della Pubblica amministrazione e dell’Economia e, mentre la legislatura volge al termine, è all’esame del Consiglio di Stato. Dovrà poi transitare, per il richiesto parere, alle commissioni parlamentari, per essere infine registrato dalla Corte dei conti.

° La de materializzazione dei documenti della P.A., nel secondo Decreto Sviluppo
La Camera lo ha approvato in via definitiva; il Governo aveva posto la questione di fiducia. I 70 articoli concernono vari ambiti: energia, burocrazia, liberalizzazioni, infrastrutture, la c.d. "agenda digitale" e alle start up per le innovazioni. Passera ha dichiarato che il decreto affrontata i nodi dell’attuale deficit di crescita economica.
L'Agenzia per l'Italia digitale sovrintenderà all’attivazione di data base di interesse nazionale (repertorio dei dati territoriali, indice delle anagrafi, banca dati dei contratti pubblici, casellario giudiziale, registro delle imprese, archivi dell’immigrazione e asilo politico). E’ data facoltà ai cittadini di accreditarsi presso la Pubblica Amministrazione mediante un proprio indirizzo di posta elettronica certificata e un domicilio digitale (per le società, i professionisti e le imprese individuali v’è l’obbligo di dotarsi di PEC). Si potenzia la trasmissione telematica dei documenti tra le pubbliche amministrazioni e tra queste e i privati. Si istituisce il fascicolo sanitario elettronico e si regolamenta la trasmissione dei certificati di malattia. I bollettini di conto corrente potranno essere emessi in forma elettronica, e si dispone che le aziende di trasporto pubblico locale abbiano la biglietteria elettronica. Si dispone la dematerializzazione dei documenti della pubblica amministrazione, Scuola e Università comprese, e per le adozioni di libri scolastici, si fissa al 2014 la limitazione al solo formato digitale. Con un finanziamento (150 milioni di euro, nel 2013) si potenzierà la banda larga. Si introducono regole all’obbligo di accettare, da parte di privati che esercitano attività di vendita o prestazioni professionali, pagamenti effettuati con carte di debito o carte di pagamento. Si introducono regole in materia di concorrenza e finanziamenti bancari, e tutele per chi contrae assicurazioni. Si interviene in materia di struttura delle banche popolari e delle società cooperative quotate, in materia di Bancoposta e Poste Italiane (che potrà stabilire succursali all’estero), in materia di applicazione ai gruppi bancari dei limiti all'acquisto di obbligazioni da parte degli esponenti della società. Nella parte dedicata alle start up, il Decreto prevede agevolazioni fiscali, semplificazioni amministrative, una disciplina speciale per i rapporti di lavoro di durata quadriennale, un limite temporale per le concessioni di stoccaggio di gas, una proroga dell'esercizio dei terminali di rigassificazione e degli impianti di ricerca e coltivazione di idrocarburi. Nasce Desk Italia, una iniziativa del Ministero dello Sviluppo economico, per l'attrazione degli investimenti esteri. Si introduce un certo obbligo di pneumatici da neve. Le aziende che hanno in corso licenziamenti collettivi potranno effettuare prepensionamenti (con “scivolo”) per i manager.

° Studente sanzionato, Consiglio di classe, Consiglio di Stato
Il C. di S. ha dichiarato illegittima (sentenza n. 6211, del 4 dicembre) la sanzione del 7 in condotta comminata dal consiglio di classe a un alunno la cui responsabilità personale, nei fatti contestati, non era stata dimostrata senza possibilità di dubbio.
Lo studente, a seguito di un viaggio scolastico nel corso del quale la classe si era resa responsabile di atti disciplinarmente censurabili, si era visto attribuire, con l’intera classe, 7 in condotta; aveva presentato ricorso alla giustizia amministrativa sostenendo l’estraneità ai fatti sanzionati. Il C. di S. ha puntualizzato: “Il principio della responsabilità individuale trova applicazione anche nel mondo scolastico e non è quindi possibile ammettere che la mancata individuazione dell’autore di un illecito, all’interno o all’esterno della sede scolastica, consenta la punizione di tutti coloro che sono risultati presenti”. (Fonte:www.usirdbricerca.info – 18.12.2012)
 

° I numeri della prova preselettiva del concorso-beffa a cattedre. E le storie
- Nei giorni 17 e 18 novembre, 2.520 aule scolastiche hanno ospitato la prova preselettiva sospendendo o riducendo le lezioni agli alunni. Dei 321.210 candidati (età media 38,4 anni e oltre; gli uomini) uno su cinque non si è presentato. Ha superato la prova uno su tre circa.
- Circa 2000 candidati sono stati ammessi con riserva, per ordinanza dei giudici amministrativi; 3 su 4 assistiti dall’ANIEF, il sindacato più affidabile nell’arginare le improvvisazioni del MIUR.
- Il tempo massimo concesso per rispondere alle cinquanta domande è stato di 50 minuti: un sistema idoneo eventualmente a selezionare apprendisti, ma assurdo e inefficace per testare le capacità di candidati all’insegnamento. Chi non è tagliato per l’enigmistica non viene ammesso alle prove culturali e di competenza professionale. Non voglio pensare quanti potenziali docenti di qualità, il ministro Profumo ha stroncato, in un sol colpo; e, comunque, un modo per evidenziare l’assurdo c’è: sottoporre i nostri migliori insegnanti a questa roulette.
- Il costo per questa messa in scena dell’assurdo: un centinaio di milioni di euro. E per lasciare senza lavoro insegnanti esperti selezionati attraverso corsi professionalizzanti biennali selettivi. Come il maestro che, su Il Fatto Quotidiano (17.12.12) ha scritto: “Lettera ai miei allievi: oggi hanno bocciato il maestro! Il maestro, che ogni anno entra in classe insegnando storia, geografia, musica, educazione all’immagine, informatica, scienze, dopo aver passato un concorso e ottenuto l’abilitazione nel 1999, non ha passato il test di preselezione che è stato costretto a fare per tentare di non essere più precario…. Un personal computer, non una persona, in cinquanta minuti ha deciso che io non potrò continuare a essere il vostro maestro”.
-“Escono Rita e Alessandra. La prima maestra da 13 anni ha sbagliato 13 risposte. È furibonda. «Io sarei dovuta già essere di ruolo, a quest’ora. Come mi devo sentire ora che un quiz mi ha bocciata? Che hanno bocciato 13 anni del mio servizio di insegnamento per lo Stato?. È tutta una farsa». Alessandra, invece l’ha passato. Insegna italiano alle superiori da 15 anni ed è una delle prime in graduatoria. «Ero arrivata, m’ha fregata il concorso, tra l’altro le leggi cambiano sempre e non si sa mai, ma è una buffonata: io non insegno le cose che mi hanno fatto fare». «Avessero chiesto cosa vuole dire vivere da precario: nessun mutuo, nessun progetto, o insegnare da precario: curi una classe per un anno, poi il successivo altra scuola, altri colleghi, altri programmi, a 20 chilometri da casa come a 200»”. (Fonte: l’Unità, 18 – 12- 2012).
- Il Ministro ha dichiarato, soddisfatto: «La pubblica amministrazione ha data una grande prova. L'Italia è pronta, ha bisogno soltanto di una leadership in grado di prendere con coraggio le decisioni capaci di rimettere il paese al passo con le nazioni più moderne. Torneremo un paese normale». E si intuisce che ha una sua idea precisa sulla leadership. Questo sarebbe il “Paese normale” auspicato da Profumo, grande esperto di Scuola, e da quei burocrati che – ha scritto Giorgio Israel su Il Messaggero,18.12.2012 - avendo una visione dirigista e amministrativa poco interessata agli insegnanti e alla loro formazione, sono convinti che “gli insegnanti vadano scelti tra chi sa che cos’è un “carter” o un “top level domain”. A parere nostro, al contrario, il fatto di conoscere nozioni del genere nulla dice dell’attitudine all’insegnamento. Il quizzone consisteva di domande banali e inutili a scegliere buoni insegnanti; utili solo a sfoltire il numero dei candidati, al pari di una lotteria.

° L’OCSE ha pubblicato la graduatoria delle retribuzioni degli insegnanti
La classifica pubblicata dalla Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo si riferisce al 2010; le cifre vengono espresse in dollari statunitensi.

Gli insegnanti in Lussemburgo sono quelli più pagati (il massimo salario di un insegnante delle scuole superiori in Lussemburgo può raggiungere l’equivalente di $128.181 annuali), più del doppio del salario medio nelle nazioni appartenenti all’Organizzazione perla Cooperazione e lo Sviluppo Economico ($49.721). Limitatamente agli insegnanti di scuola secondaria, dopo il Lussemburgo seguono Svizzera, Germania, Corea del sud, Belgio, Austria, Paesi Bassi, Irlanda, Spagna, Danimarca, Giappone, USA; l’Italia si piazza vicino ma più in basso della media.

° Le economie emergenti supereranno quelle occidentali
Uno studio dell’OCSE che analizza le prospettive (+3% annui) della crescita globale

Nei prossimi 50 anni saranno in crescita soltanto alcune economie nazionali, e tra queste poche – per l’invecchiamento della popolazione - sono tra le 35 dell’OCSE. L’economia USA, la maggiore attualmente, passerà dall’attuale 23% del totale al 17% nel 2060; quella cinese passerà all’attuale 17% al 28%; la indiana, dal 7% al 18%; la zona Euro, dal 17% al 9%. In ascesa: Cina, India, Indonesia, Sud Africa, Brasile, Messico e Turchia. In discesa: Italia, Francia, Spagna, Irlanda, Grecia. (Fonte: www.italiansinfuga.com/forum – 10.12.12)