Sulla Carta del docente c’è un’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea, emessa dalla VI Sezione il 18 maggio 2022 nella causa c-450/2, che ha superato il comma 121 della legge 107 del 2015 che negando il bonus di 500 euro al personale a termine contrasta “con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (recepito con Direttiva 1999/70/CE). Pertanto la quota annuale per l’aggiornamento va assegnata anche ai precari e questo sta accadendo nei tribunali italiani: a Castrovillari il Giudice del lavoro ha fatto assegnare a un docente - difeso dai legali Anief Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Ida Mendicino – 2 mila euro e ha condannato il Mim al pagamento delle spese processuali.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rimarca il fatto che “il tribunale di Castrovillari ha dato piena ragione alla tesi dei nostri Anief legali, ammettendo in pieno l’illegittimità della negazione della Carta del docente. Troppo forti sono state, del resto, le posizioni unanimi prese dalla Giustizia Europea con ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022 resa nella causa c 450/2, dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1842/22 del 16/3/2022, e dalla Corte di Cassazione, attraverso la sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023. Questo significa che tutti gli insegnanti precari o ex precari che in un anno scolastico hanno prestato servizio per almeno 150 giorni, anche con contratti ‘brevi’, farebbero il loro bene nel presentare ricorso gratuito con Anief al tribunale del lavoro: possono recuperare fino a 3.000 euro di Carta del docente indebitamente sottratta e mandare un segnale importante a chi governa la scuola, che continua a trattare i precari come se fossero dei dipendenti di serie B”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI LIVORNO
P.Q.M.
disattesa ogni diversa istanza, deduzione ed eccezione, così provvede:
- dichiara il diritto della parte ricorrente a ottenere il beneficio economico della cd. “Carta del docente” e, quindi, del relativo bonus di € 500,00 per gli anni scolastici 2019/2020, 2020/21, 2021/22 e 2022/23;
- condanna, per l’effetto, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro pro tempore, all’attribuzione in favore della parte ricorrente della Carta Docente, secondo il sistema proprio di essa e per un valore corrispondente a quello perduto, oltre interessi o rivalutazione, ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito alla concreta attribuzione;
- condanna il Ministero al pagamento delle spese processuali, che liquida in € 700,00 per compensi professionali, oltre IVA e CPA e rimborso delle spese forfettarie in misura del 15% dei compensi, oltre contributo unificato se dovuto, con distrazione in favore dei procuratori antistatari.
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