La stampa scrive

Il 26 novembre si preannuncia come una data storica per i docenti precari. Mercoledì prossimo alle ore 9.30, infatti, la Corte di Giustizia europea dovrebbe leggere una sentenza, da cui deriverà la stabilizzazione di 250mila docenti precari, a cui, nonostante il Miur continui a considerarli invisibili, spetterebbe l'assunzione.

La sentenza riguarda l'utilizzo reiterato nonchè immotivato di dipendenti scolastici che non sono di ruolo e pare certo che a Lussemburgo si darà ragione alle rivendicazioni dell'Anief del 2010.

«Il Governo ha intenzioni di riformare non solo la scuola, ma anche l'Università. Il metro però è sempre lo stesso: quello dell'inserimento del merito adottando tagli ai finanziamenti complessivi. Il Miur ha infatti comunicato che è in arrivo una vera "rivoluzione nell'assegnazione dei fondi alle università: oltre il 22% delle risorse disponibili quest'anno – fa sapere il Ministero – sarà distribuito sulla base delle performance dei singoli atenei, tra quota premiale, programmazione triennale, dottorati di ricerca, fondo per i giovani e fondo perequativo". La novità, che riguarda circa l'assegnazione di un miliardo e mezzo di euro l'anno, è contenuta nel decreto di ripartizione del Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO), firmato dal Ministro Stefania Giannini e inviato al vaglio della Corte dei conti, che introduce per la prima volta nel calcolo per la ripartizione delle risorse anche il costo standard di formazione per studente in corso. Si tratta di un caso unico nella Pubblica Amministrazione».

Comincia così la lunga nota stampa dell'ANIEF, associazione sindacale professionale.

Prospettive non rosee, almeno dal punto di vista dello stipendio, per i 150mila precari della scuola che verranno assunti entro la prossima estate, a seguito dell'approvazione in Parlamento del Piano straordinario di assunzioni di docenti della scuola contenuto nell'articolo 3 dalla Legge di Stabilità 2015. Secondo il sindacato Anief la loro immissione in ruolo "avverrà in regime di invarianza finanziaria almeno fino al 2021" e quindi "per almeno 6 anni consecutivi un docente percepirà una busta paga che non andrà oltre i 1.200 euro netti".