ROMA, 15 LUG - "Non si possono contrattare le norme incostituzionali". Lo afferma l'Anief riferendosi alla rottura delle trattative tra Miur e sindacati sulla 'chiamata diretta' degli insegnanti. "Nella tarda serata di ieri si è giunti all'interruzione definitiva delle trattative che porterà, quasi sicuramente - ne è convinto il sindacato - a un atto unilaterale del Ministero dell'Istruzione, con l'organico dell'autonomia che si ritroverà, così, sottoposto alla discrezionalità dei dirigenti scolastici. Abbinando questa già paradossale situazione al comma 71 della stessa legge, in base al quale gli accordi tra le scuole individuano 'i criteri e le modalità per l'utilizzo dei docenti nella rete', il cerchio si chiude con la perdita definitiva della titolarità dei docenti. Così le scuole saranno gestite in modo sempre più vicino al modello aziendale, allontanandosi da quello pubblico". "L'errore - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief - è stato quello di trattare su una disposizione che già la Consulta ha reputato irrispettosa dei precetti costituzionali, quando la Lombardia tentò di imporre la chiamata diretta, con un colpo di mano, nella sua regione: perché, ravvisò la Corte Costituzionale, gli insegnanti della scuola pubblica vanno scelti sulla base di requisiti e procedure trasparenti, non certo discrezionali. Oggi più che mai siamo convinti che andrà nella stessa maniera anche a livello nazionale". (ANSA)