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Comunicazione dell’Ufficio III: si informa che all’Albo pretorio di questo Ufficio Scolastico Regionale sono pubblicati gli elenchi alfabetici dei candidati ammessi a sostenere la prova scritta della procedura ordinaria, per titoli ed esami, finalizzata al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola dell’infanzia e primaria di cui al D.D. 498/2020 come da calendario pubblicato su Gazzetta Ufficiale num. 93 del 23 novembre 2021, con gli abbinamenti di ciascun candidato alla rispettiva aula nella quale dovrà sostenere la prova.

Prot. AOODRVE n. 23505 del 30-11-2021 e Albo n. 321/2021
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Viene finalmente configurato il danno economico prodotto dallo Stato contro i supplenti della scuola, lasciati per anni e anni a fare supplenze e senza assegnare loro i compensi adeguati: a dare consistenza alle cifre da restituire ad ogni lavoratore, docente e Ata, è il sindacato Anief, che ha oggi realizzato, attraverso un partecipato webinar, la “Presentazione del calcolatore Anief per il recupero delle differenze retributive”.

Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, ha aperto i lavori, ricordando che quanto è prezioso lo strumento messo a disposizione: “Vogliamo offrire gratuitamente ad oggi insegnante, amministrativo e collaboratore scolastico – ha detto Pacifico – l’opportunità di inquadrare la propria situazione, così da quantificare esattamente qual è il credito che gli spetterebbe per gli anni svolti durante il precariato, ma pagati solo in parte, oltre che per la ricostruzione di carriera incompleta e tante altre indennità, come il salario accessorio, illegittimamente non assegnate. I doveri, come la formazione, i precari li devono invece espletare tutti. Per noi c’è qualcosa che non torna”.

Durante la diretta gli avvocati Anief Walter Miceli e Fabio Ganci hanno ribadito come l’operato del sindacato sia “volto a eguagliare il trattamento tra docenti precari e di ruolo. Invitiamo tutti a far valere i propri diritti”.
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Un anno di “Quota 102”, l’anticipo concesso solo ai maestri della scuola d’infanzia e primaria, la conferma dell’Opzione donna che ti permette di lasciare il servizio in cambio della pensione poco più che sociale: poi via quasi tutti a 67 anni, come previsto dalla Legge Fornero. È questa la grigia prospettiva contenuta nella manovra di fine anno contro la quale Anief si è opposta ed ha presentato una serie di emendamenti proprio alla Legge di Bilancio 2022, a favore del personale dei comparti Istruzione, Ricerca e Sanità. Tra le richieste del sindacato, figurano l’uscita anticipata a partire dai 61 anni, con 35 anni di contributi, senza decurtazioni e con il calcolo interamente retributivo, diventata sempre più necessaria a seguito della pandemia e del gravoso stress psicofisico che vive il personale. Per Anief occorre equiparare i parametri già previsti per i lavoratori delle forze armate ai dipendenti della scuola; bisogna andare pure a cancellare le vigenti decurtazioni del trattamento retributivo ai fini del finanziamento del TFR ed introdurre nell’Ape Sociale tutta la categoria dei docenti.
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La commissione Bilancio del Senato ha preso in carico l’altissimo numero di emendamenti complessivi presentati per modificare la manovra di fine anno: si tratta di ben 6.290 emendamenti. Di questi, 31 sono stati presentati da Anief e riguardano il mondo della scuola ed i suoi lavoratori. Alcune richieste specifiche del giovane sindacato sono state segnalati nella seduta del 1° dicembre: si va dall’estensione del “carattere gravoso a tutti gli ordini di scuola” alla “revisione degli organici di sostegno”, fino alla “gratuità dei tamponi” alla “abrogazione dell’articolo 105”, l’estensione della proroga al termine delle lezioni di oltre 30mila unità di personale Ata con contratto Covid. Tra le proposte emendative del giovane sindacato figura poi quella della “conferma nei ruoli” dello Stato del personale già assunto a tempo indeterminato e poi licenziato, delle “Modifiche al Decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73” ed infine dell’incremento degli organici nelle “scuole geograficamente disagiate”.
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Sono passati oltre 70 anni, ma l’imponente figura di Giuseppe Di Vittorio rimane sempre di estrema attualità: del padre del sindacalismo italiano si è parlato ieri su Radio Techetè, durante la il programma ''Viaggio nel tempo, dal passato al futuro''. È stata ripercorsa la storia di Peppì (come lo chiamavano affettuosamente a Cerignola), che poco più che bambino muoveva i primi passi da sindacalista nella sua Cerignola al fianco dei braccianti agricoli pugliesi, difendendoli dai soprusi dei grandi proprietari terrieri. Nel corso del tempo, Giuseppe Di Vittorio arrivò a ottenere miriadi di conquiste per tutelare i diritti dei lavoratori a livello nazionale, fino a diventare leader del primo sindacato italiano e nel 1953 presidente della Federazione Sindacale Mondiale. Nell’accostare la sua autorevole figura con il sindacalismo moderno, gli autori del “Viaggio nel tempo” hanno ripercorso la storia dell’Anief e del suo fondatore e presidente, Marcello Pacifico: il giovane sindacato, anch’esso impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori, in questo caso della scuola, in generale di chi opera nella formazione, ha raggiunto infatti la rappresentatività e tantissimi risultati, legislativi e giudiziari, a favore di docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.
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