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È stato oggi sottoscritto definitivamente all’Aran il Patto per l’Innovazione del Lavoro pubblico e la Coesione sociale: all’evento, tra le confederazioni sindacali, c’era anche la Cisal, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori. L’obiettivo reciproco dell’accordo è il rilancio del Paese, realizzando la modernizzazione del “sistema Italia” e l’incremento della coesione sociale, a partire dall’opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Con il Patto si vuole potenziare la PA attraverso la semplificazione dei processi e un massiccio investimento nel capitale umano. Oltre che avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata su un confronto con le organizzazioni, e portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-21, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale. A questo proposito, la parte pubblica si impegna a individuare una disciplina contrattuale per la gestione dello smart working, evitando, si legge nel patto, “una iper regolamentazione legislativa” e che “vi sia più spazio per la contrattazione di adattare alle esigenze delle diverse funzioni queste nuove forme di lavoro che, se ben organizzate, hanno consentito la continuità di importanti servizi pubblici anche durante la fase pandemica”.

In sintesi, l’accordo avrà effetti di rinnovo e adeguamento su una serie di punti: assunzioni straordinarie, stipendi inadeguati, lavoro agile, formazione, aggiornamento, nuove professionalità, Università, Afam, formazione a distanza e lavoro agile, ricerca.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ha detto che “se si crede nella politica del cambiamento occorre per forza investire nelle relazioni sindacali. Per questo siamo convinti che la stipula del patto è funzionale a costruire un'Italia finalmente più equa e giusta. L’accordo diventa il viatico che dovrebbe portare ad una maggiore valorizzazione delle risorse umane, a partire dalla stabilizzazione dei precari storici della PA della scuola pubblica e paritaria, oltre che all’introduzione di professionalità sinora solo considerate in linea teorica andando a creare finalmente quei profili intermedi mai attivati per mera inerzia politica-amministrativa. Diventa infine lo strumento che porterà alla modernizzazione delle parti normative contrattuali, ma anche all’adeguamento dei compensi di docenti e Ata, oggi troppo al di sotto della media europea”.
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La mobilità 2021 ha preso il via: ieri sera, senza alcuna anticipazioni e in orario semi-notturno, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’ordinanza numero 106 che disciplina le domande di accesso alla mobilità annuale del personale docente, degli educatori e del personale Ata, assieme alle istruzioni per la compilazione. Per il personale insegnante le domande potranno essere effettuate con effetto immediato fino al 13 aprile prossimo. A dispetto delle fortissime richieste dei lavoratori e del sindacato, rimangono confermati i vincoli per l’anno scolastico 2021/22. Tranne alcune limitatissime deroghe, i docenti dovranno sottostare a vincolo triennale (riservato a coloro che “a seguito di domanda volontaria, sia territoriale che professionale” hanno espresso” e ottenuto “una richiesta puntuale di scuola”), a quello quinquennale per i neo-assunti dall’anno scolastico 2020/2021, oltre che al vincolo quinquennale degli insegnanti di sostegno, per i quali continua a non essere considerato il periodo di precariato. Per trasferimenti interprovinciali si riduce addirittura al 25% la percentuale dei posti disponibili, rendendo ancora più improbabile e difficoltoso il ricongiungimento alla propria famiglia.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “questa ordinanza dice chiaramente che sino ad oggi la politica ha soltanto illuso migliaia di lavoratori della scuola, i quali continuano a rimanere bloccati a centinaia di chilometri da casa, a non potersi spostare dalla loro scuola acquisita volontariamente nell’ultimo periodo e addirittura di rimanere ingabbiati sul sostegno. Anche in questa occasione non si è andati di là dei post-promesse sui social. Anche la riduzione della soglia trasferimenti interprovinciali al 25% dei posti liberi, mentre noi chiedevamo il 100%, la dice lunga sulla correttezza dell’amministrazione nel decidere le regole dei movimenti del personale scolastico. A questo punto, a meno che non si voglia dare seguito agli emendamenti che superano i vincoli per i neo assunti in arrivo nel decreto Sostegni, per noi la partita si sposta tutta nei tribunali della Repubblica”.
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Con l’ordinanza n. 106 inizia la mobilità annuale del personale docente, degli educatori e del personale Ata. L’ordinanza, con i relativi allegati, prevedono anche le fasce temporali riguardanti le altre professionalità: entro il 19 maggio saranno ultimati gli adempimenti degli uffici periferici del Ministero, con i movimenti che saranno pubblicati il 7 giugno prossimo. Per il personale insegnante le domande potranno essere effettuate con effetto immediato fino al 13 aprile prossimo. Il personale educativo potrà presentare domanda di mobilità dal 15 aprile al 5 maggio 2021. Le operazioni saranno concluse entro il 19 maggio, la pubblicazione dei movimenti avverrà l’8 giugno. Per il personale ATA, le domande potranno essere effettuate da oggi fino al 15 aprile. Gli adempimenti degli uffici si svolgeranno entro il 21 maggio, la pubblicazione dei movimenti è fissata per l’11 giugno. Gli insegnanti di Religione Cattolica potranno presentare domanda di mobilità dal 31 marzo al 26 aprile, i movimenti saranno pubblicati il 14 giugno.

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