Sarebbe inutile cambiare la fine dell’anno scolastico spostandola al termine del prossimo mese di giugno perché il ritardo di competenze non si risolve aumentando di venti giorni le lezioni: le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riempiono d’orgoglio il sindacato Anief. Il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, ricorda: “Il ministro ci ha ascoltato, perché sull’ipotesi di protrarre le lezioni sino alla fine di giugno 2021, Bianchi sembra saggiamente allargare la problematica su ambiti ben più complessi. Sembra avere seguito, dunque, la nostra richiesta di evitare una ‘coda’ pesantissima di giorni di lezioni, che non raggiungerebbe i risultati attesi”.
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Dopo l’incontro della scorsa settimana con il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e il Patto sottoscritto anche con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, stamane le confederazioni del pubblico impiego hanno avviato il confronto con il nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per siglare un patto su istruzione e formazione: si è parlato, tra le altre cose, dell’organico dei docenti del prossimo anno scolastico, per il quale Anief si aspetta la conferma dei 60 mila docenti Covid e la loro collocazione in organico di diritto, la cancellazione dell’organico di fatto e un incremento di cattedre per affrontare l’emergenza pandemica e cancellare una volta per tutte le classi pollaio. Il ministro, pur rispettando ovviamente il ruolo che hanno l'ARAN e i sindacati su questo argomento, ha tenuto ad evidenziare come il rinnovo del contratto sia un tema sempre più fondamentale per assicurare la dignità delle persone che lavorano nella scuola: peccato che qualcuno paventi aumenti inferiori rivolti proprio a chi lavora nella scuola, poiché vi sarebbe da coprire la perequazione. Una ipotesi che non trova fondamento nei calcoli del giovane sindacato.
“Poiché l’elemento perequativo è aggiuntivo e strutturale rispetto all’aumento contrattuale, significa che col rinnovo del Ccnl si avranno 150 euro lordi medi, quindi 100 euro nette a lavoratore”, sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che non comprende i motivi del trattamento peggiorativo che verrebbe riservato a docenti e Ata della scuola. Poi il sindacalista aggiunge: “Se è vero che il passaggio dal 3,48% del precedente rinnovo all’attuale 4,07% è positivo ma non può bastare a recuperare 14 punti di inflazione persi, è anche vero che non condividiamo la teoria di chi ipotizza 20 euro medi in meno da assegnare al dipendente della scuola. Riteniamo che l’aumento, da sottoscrivere pure con le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria, debba essere almeno lo stesso degli altri statali. Ricordiamo che i compensi annui di chi lavora nelle nostre scuole sono 10 mila euro annui più bassi rispetto a quelli della media Ue. Per questo va adottato il principio del salario minimo, assieme alla diaria giornaliera di 10 euro per quel rischio biologico accertato scientificamente e che il Covid19 ha messo ancora più a nudo. In generale – ha detto Pacifico - il rinnovo del contratto dovrà prevedere una formazione ripensata come attività lavorativa, intesa come opportunità e non certo un costo”.
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“Bisogna mettere la scuola al centro del Paese”: su questo concorda la Cisal, come ha ribadito il segretario confederale Marcello Pacifico. Nelle prossime due settimane partiranno tavoli di approfondimento allargati ai rappresentanti sindacali di comparto su sistema di istruzione, personale, scuola oggi al tempo del Covid e disparità regionali. Dopo Pasqua, il testo concordato dovrebbe impegnare anche il Governo e il Parlamento.
Ha preso il via il confronto dei rappresentanti delle confederazioni dei lavoratori del pubblico impiego con il nuovo ministro dell’Istruzione dopo l’incontro svolto con il ministro della funzione pubblica: al centro dell’incontro l’idea di siglare un patto per far ripartire il Paese dalla scuola. Per Cisal gli assi fondamentali da sviluppare sono la ripartenza in sicurezza, la ridefinizione degli organici, una nuova politica di reclutamento che riconosca l’esperienza di migliaia di precari del sistema nazionale di istruzione, il rinnovo del contratto con una formazione ripensata come attività lavorativa, opportunità e non un costo, un ripensamento dell’obbligo scolastico e delle regole sui trasferimenti del personale.
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