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“Dalla legge 159 del 2019 alla legge 41 del 2020 non si è risolto il problema del precariato. Come detto anche dall’Europa, in risposta al reclamo collettivo presentato da Anief, bisogna ricercare ancora oggi una soluzione per migliaia di supplenti e l’unica soluzione è trovare un canale riservato per titoli che vada ad assumere i precari dalle graduatorie, oltre a quelle altre graduatorie dei concorsi per le quali si assumono i giovani laureati. Entrambe le categorie meritano di essere assunte nel nostro Paese”: è il pensiero del presidente nazionale del sindacato Anief, espresso ancora una volta oggi, durante il seminario sulla legislazione scolastica tenuto per le province di Pordenone e Udine.

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Mandare a casa dipendenti pubblici con un incentivo all’esodo: il progetto sarebbe contenuto nel piano del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, le cui linee guida sono state annunciate ieri in audizione alle commissioni Lavoro e Affari costituzionali di Camera e Senato, sulle linee programmatiche del dicastero, e oggi a Palazzo Chigi, attraverso il "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dello stesso ministro per la PA. Secondo alcune anticipazioni della stampa nazionale, il ministro starebbe lavorando su uno “scivolo” per la pensione, con un incentivo volontario all’esodo. Il piano dovrebbe essere finanziato anche con i soldi per il Recovery Plan.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “se confermata la notizia dell’anticipo pensionistico ci trova d’accordo. Ci sono professionalità nell’amministrazione pubblica, a partire dal personale scolastico, particolarmente esposte a problemi di salute e sicurezza troppo alti, il cui operato deve essere collocato tra i lavori gravosi. Si tratta di dipendenti statali che già devono fare i conti con le conseguenze del burnout, tra l’altro per avere convissuto con un rischio biologicomolto superiore ad altre categorie ma non riconosciuto dallo Stato: non possono pure essere lasciati in servizio fino a 70 anni di età, magari dopo 40 e più anni di contributi versati. È chiaro che per noi, però, qualsiasi forma di anticipo non deve comportare decurtazioni all’assegno pensionistico, anche perché già il sistema contributivo è purtroppo determinante in negativo nel tagliare le mensilità della pensione: ci aspettiamo un allargamento, per capirci, della Ape social, che permette di lasciare il lavoro dai 62 anni e non prevede di fatto alcun ridimensionamento dei compensi per che lascia il servizio. La decisione, tra l’altro, farebbe ringiovanire un comparto la cui età media è a dir poco sbilanciata verso l’alto”.
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Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Siamo pronti ad ascoltare le intenzioni del Governo. Noi, da parte nostra continuiamo a chiedere un rinnovo che preveda la formalizzazione di ruoli e carriere approvate fino ad oggi solo sulla carta. Oltre che un aumento stipendiale adeguato, in grado di colmare almeno gli 8-10 punti percentuali di inflazione che pesano come un macigno sui modesti compensi dei dipendenti pubblici. Nella scuola, va ricordato che le buste paga risultano tra le più basse d’Europa. Oltre a un incremento degno di questo nome, a docenti e personale Ata deve essere riconosciuta un’indennità di rischio durante l’emergenza Covid, ancora di più dopo che anche l’Inail ha riconosciuto il Convid-19 come malattia invalidante nella scuola. È chiaro che poco più di 100 euro lordi sono un segnale da considerare come base per arrivare a una valorizzazione sostanziale, economica e lavorativa”.

Le parole del giovane sindacato giungono a commento della cerimonia di firma, svolta oggi a Palazzo Chigi, del "Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del ministro per la PA, Renato Brunetta. Il fine del Patto è il rilancio del Paese, realizzando gli obiettivi cruciali della modernizzazione del “sistema Italia” e dell’incremento della coesione sociale, a partire dalla straordinaria opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Nel Patto si comunica che è intenzione del Governo “potenziare la Pubblica Amministrazione attraverso la semplificazione dei processi e un massiccio investimento nel capitale umano. Ma il Patto individua anche la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata su un confronto con le organizzazioni, e di portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-21, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale. A questo proposito, Palazzo Chigi si impegna l’individuazione di una disciplina per la gestione dello smart working.

Il ministro della PA, Renato Brunetta, ha annunciato: “Venerdì convocherò tutte le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego con l’obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi. È per noi il migliore segno di ripartenza. Un buon contratto è un investimento nella fiducia reciproca, nella stabilità e nel carattere innovativo delle relazioni di lavoro”. A questo proposito, per i rinnovi sarebbero pronti 107 euro lordi medi a lavoratore.
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