Il sistema di videosorveglianza, per contrastare bullismo e consumo di droghe, è frutto di un progetto di Comune, Prefettura e Ministero dell’Interno. Marcello Pacifico (Anief): “Le istituzioni scolastiche sono delegittimate, è una misura discriminatoria per gli insegnanti. La sicurezza passa dalla formazione e dall’aggiornamento dei lavoratori, ma soprattutto dalla sensibilizzazione di tutta la comunità scolastica: alunni, famiglie e territorio”
L’Anief esprime solidarietà ai docenti a cui è precluso il concorso straordinario riservato in base al documento dell’11 giugno prodotto dai sindacati confederali. È impensabile che i sindacati presenti al tavolo con il Miur (Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda) facciano distinzioni tra lavoratori, ritenendoli alcuni di serie A e altri di serie B; non vengano dunque a dirci che “abbiamo fatto un passo in avanti”. L’Anief lancia un appello al ministro Fioramonti, affinché riveda il documento iniquo e ascolti le proposte del giovane sindacato, che sempre si è battuto per i precari, in tutte le sedi
Sono dati paradossali e sconfortanti quelli raccolti da Anief, giovane sindacato rappresentativo, nel corso delle immissioni in ruolo – da concorso e da GaE – dell’Usp Palermo, per quanto riguarda gli istituti scolastici del capoluogo siciliano e della sua provincia
Oggi il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha detto no, all’unanimità, alla sperimentazione nazionale nell’anno scolastico in corso dello studio obbligatorio dell’Educazione civica voluta a tutti i costi dal ministro dell’Istruzione uscente Marco Bussetti e presentata pubblicamente nei giorni scorsi dal Miur: il parere negativo del Cspi, obbligatorio in caso di sperimentazioni nazionali, costituisce un elemento ulteriore di dissenso nei riguardi di un progetto forzato che solo la Lega voleva portare a termine e contro cui l’Anief aveva detto di volere andare a costituirsi in tribunale. Marcello Pacifico, presidente Anief: Il giudizio contrario del Cspi, organo scolastico istituzionale super partes, conferma la nostra linea contraria ad una sperimentazione forzata e ad un ritorno dell’educazione civica arraffato, pieno di contraddizioni e a costo zero.
La scuola italiana ha la possibilità di procedere nel prossimo decennio con un profondo ricambio dei prof: secondo le proiezioni dell’Ocse, entro il 2029 più della metà degli attuali insegnanti italiani lasceranno il servizio per la pensione. Perché il 59% dell’odierno corpo docente ha già soffiato le 50 candeline, la percentuale più alta dell’area. Nei prossimi dieci anni, avverte l’organizzazione, almeno metà del «parco» docenti andrà rinnovata, ma si tratta di un obiettivo difficile, visto che l’Italia detiene la quota più bassa di insegnanti nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni. Come bassa rimane la spesa italiana per l’istruzione: il nostro Paese investe solo il 3,9% del prodotto interno lordo nel sistema d’istruzione, dalla scuola primaria fino all’università. Mentre nell’Ocse la media d’investimento è del 5% rispetto al Pil. Una differenza che si materializza, nei Paesi che danno più soldi all’Istruzione, con più tempo pieno, classi con pochi alunni, didattica con attrezzature moderne a supporto, compensi dei docenti e Ata più alti e scuole sicure.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: L’attuale Governo e i prossimi esecutivi dovranno avere la lungimiranza di sostituire tutti i colleghi in uscita, senza guardare alle iscrizioni in calo, a seguito del tasso di denatalità che nello stesso periodo farà perdere un milione di alunni iscritti. Sostituendo tutto il personale docente in uscita, abbiamo la possibilità concreta di ritrovarsi finalmente con quell’organico maggiorato utile a tornare al tempo scuola e ai moduli pre-Gelmni, assorbire tutto il precariato applicando le norme Ue sulla stabilizzazione di tutti coloro che superano 36 mesi di supplenze, cancellare le classi numerose, introdurre la didattica per sottogruppi, assegnare degli stipendi all’altezza di un Paese all’avanguardia nella formazione dei propri giovani.