Organici, supplentite, reclutamento, mobilità, profili professionali, stipendi sono alcuni dei temi urgenti che dovranno essere affrontati fin dai primi giorni del loro insediamento e su cui Anief è pronta a dare il proprio contributo fin da subito.
Organici, supplentite, reclutamento, mobilità, profili professionali, stipendi sono alcuni dei temi urgenti che dovranno essere affrontati fin dai primi giorni del loro insediamento e su cui Anief è pronta a dare il proprio contributo fin da subito.
Nel 2011 uno studente rimase coinvolto in un grave incidente qualche giorno dopo aver terminato le prove di maturità. La Suprema Corte ha confermato un mese di reclusione e il pagamento di un risarcimento danni per la preside imputata, insieme ad altri, per lesioni colpose gravi in relazione all’incidente. Marcello Pacifico (Udir): Per salvaguardare la loro attività abbiamo predisposto una checklist con richieste di pertinenza del DS. A noi sembra che lo Stato non riesca a tutelarli e abbiamo creato, grazie al contributo dei nostri esperti, un documento da inviare ai comuni su cui ricadono gli istituti di pertinenza
Boom di supplenze anche per gli assistenti amministrativi, i tecnici di laboratorio e i collaboratori scolastici: 40 mila posti, considerando anche l’organico di fatto, verranno affidati a personale non di ruolo. E che fanno Miur e sindacati? Invece di attuare soluzioni politiche mirate a contrastare la precarietà, si limitano a coprire i buchi in organico. La denuncia dell'Anief. Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato: “Questo modo di fare è inconcepibile. Si cerca di far funzionare le scuole con palliativi e soluzioni tampone, piuttosto che stabilizzare, attivare tutti i profili e garantire la mobilità professionale con concorsi per titoli e riservati”.
Sul sostegno agli alunni disabili si sta verificando esattamente quello che il giovane sindacato aveva previsto da tempo: mancano all’appello quasi il 40% dei docenti, le supplenze sono ancora in alto mare, i contratti si faranno in 8 casi su 10 a docenti non specializzati, i presidi non sanno come fare e si arriva, in casi limite, a chiedere alle famiglie di non mandare a scuola i propri figli con disabilità, ma di tenerli a casa. La denuncia è arrivata dall’assessore regionale all’Istruzione del Veneto, Elena Donazzan, che si è in questo modo fatta interprete della preoccupazione e dell’allarme delle famiglie (e delle scuole) di fronte ai primi effetti della cronica carenza di insegnanti di sostegno. Anief ritiene più che lecita la sortita dell’assessore, ricordando che purtroppo il fenomeno non è confinato al Veneto: in tutta Italia ci sono oltre 60 mila posti in deroga, più almeno altri 10-15 mila di diritto, ma non assegnati per la mancanza di volontà ad immettere in ruolo e ad assumere gli specializzati, mentre in autunno il Tar si pronuncerà sul numero chiuso determinato dal ministro Bussetti sull'ultimo Tfa sostegno per non aver preso atto delle effettive esigenze. Se soltanto si riaprissero le GaE o si assumesse in ruolo dalle graduatorie di istituto provinciale, almeno la metà dei posti su sostegno sarebbe subito coperto a condizione di trasformare molti dei posti in deroga in organico di diritto”.
Marcello Pacifico (Anief): “La venalità dello Stato con l’inizio dell’anno si traduce in disservizio. Che va oltre la mancata continuità didattica: qui è in ballo il diritto allo studio degli alunni. Perché questo avviene quando in casi estremi, oggi purtroppo sempre meno rari, vengono addirittura invitati a non venire a scuola. Eppure, per accogliere uno studente con disabilità in classe c’è tutto un iter da affrontare: si parte da una diagnosi, realizzata da un pool di specialisti delle strutture mediche pubbliche; si passa poi all’inquadramento previsto dalla Legge 104/92; si realizza quindi una diagnosi funzionale ed una programmazione educativa individualizzata. Anche con l’apporto delle famiglie, come stabilito con l’ultima riforma approdata a fine agosto in Gazzetta Ufficiale. Dopo che ciò è stato portato a termine, però, tutto viene vanificato perché manca uno dei due ‘attori’ principali: il docente di sostegno. E così anche l’altro, l’attore ‘protagonista’, l’alunno con disabilità, nemmeno si accoglie: si manda direttamente a casa”.
Per il nuovo ministro dell’Istruzione i precari sono in cima ai problemi da risolvere nella scuola. “Bisogna tornare ai livelli del periodo precrisi e trovare una soluzione al precariato dilagante, su cui l’Ue ci ha già minacciato di una procedura d’infrazione”, ha detto Lorenzo Fioramonti, intervenuto a Il mattino di Radio 1, sottolineando anche l’importanza di aumentare gli investimenti al più presto sulla scuola. “Su scuola, università e ricerca non si scherza, sono la priorità del Paese. Ho già chiesto di inserire nella Manovra un miliardo per l’università e due per la scuola” afferma il ministro. Poi ci sono, a parte, “11 miliardi di euro di finanziamenti” per la sicurezza degli edifici scolastici.
Marcello Pacifico (Anief): “Per noi è indispensabile tener conto dei rilievi mossi dalla Commissione UE a proposito dell’abuso di precariato. Occorre quindi utilizzare appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da usare anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori; occorre anche riaprire le GaE e procedere con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto, da trasformare in provinciali. Serve avviare corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, oltre che confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova. Se, infine, si trasformasse l’organico di fatto in organico di diritto, utilizzando il personale in base alle esigenze del territorio, quei soldi sarebbero spesi nel migliore dei modi. Se il ministro ci convocherà al più presto gli illustreremo tutto questo consegnandogli pure le linee guida da seguire”
CCNL 2016/18 -