Le donne sono l'82% dei prof, ma assunte tardi e lontano da casa.
Le donne sono l'82% dei prof, ma assunte tardi e lontano da casa.
Un seminario sulla mobilità dei docenti.
Corte appello dell'Aquila accoglie ricorso di un'insegnante
(ANSA) - ROMA, 2 MAR - "Le ferie non godute vanno pagate, ancora una sentenza a favore dei precari". Lo afferma l'Anief commentando la sentenza della Corte d'Appello dell'Aquila (142/2016) che ha accolto il ricorso di una docente precaria che chiedeva al Miur il compenso delle ferie maturate e non godute. "Bocciato il blocco imposto dalla Legge di Stabilità 2013. Questa posizione è la stessa - sottolinea il sindacato - ravvisata a suo tempo dal Mef. E da tempo anche dall'Anief, che ha avviato ricorso al giudice del Lavoro a favore del personale precario che ha prestato servizio in scuola statale, dal 2012-13 a oggi, con contratto a tempo determinato di supplenza breve, fino al termine delle lezioni (anche con eventuale proroga per scrutini e/o esami finali) o fino al termine delle attività didattiche (anche con eventuale proroga per gli Esami di Stato). Perché collocarli in ferie d'ufficio significa - prosegue - voler infierire contro i lavoratori più indifesi. Oltre che non rispettare le indicazioni Ue e contraddire i pareri espressi sullo stesso tema dalla Cassazione". "Il godimento delle ferie - dichiara Marcello Pacifico (presidente Anief) - va inteso come momento di 'ricreazione', certamente da non fruire durante la sospensione del servizio. I Paesi che legiferano diversamente, se ne assumono le responsabilità. E devono spiegarne i motivi ai giudici. Motivi che sino a oggi sono risultati tutt'altro che convincenti".
L’ammissione al Concorso scuola per soli abilitati ha destato non poche polemiche, ma ora l’ANIEF annuncia ricorsi. Ecco chi può partecipare ai ricorsi e forse anche al Concorso scuola. Continua a leggere l'articolo.
Dopo la pubblicazione dei bandi e i commenti degli ultimi giorni alle ‘sviste’ più eclatanti contenute nel testo che regolamenta le nuove classi di insegnamento, parliamo con Marcello Pacifico, Presidente Anief, delle ricadute che queste potrebbero avere sulle aspettative delle migliaia di lavoratori in procinto di iscriversi al concorso 2016.
Pacifico, ci sintetizza le criticità più gravi contenute nel testo che ridisegna i requisiti per l’accesso alla professione docente approvato dal Presidente Mattarella a febbraio?
L'Anief annuncia ricorsi contestando che "chi ha i titoli per concorrere non può essere estromesso".
ROMA, 25 FEB - "Da un'analisi delle tabelle annesse al nuovo regolamento approvato in settimana per la riforma delle classi di concorso spuntano incongruenze, un concentrato di errori, refusi e accorpamenti forzati delle discipline": lo afferma in una nota l'Anief. Gli errori, segnala l'organizzazione sindacale, riguardano, ad esempio, la parte che riguarda la cosiddetta A-23 (Lingua italiana per discenti di lingua straniera), ma anche A-25 (Lingua inglese e seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado ), A-36 (Scienze e tecnologie della logistica), A-41 (Informatica), B-16 (Laboratori di scienze e tecnologie informatiche ), B-19 (Laboratori di servizi di ricettività alberghiera), relativamente al titolo d'accesso, non è stata indicata la qualifica in qualità di titolo congiunto al diploma, come è stata invece indicata per le classi B-20 (Laboratori di servizi enogastronomici, settore cucina ), B-21 (Laboratori di servizi enogastronomici, settore sala e vendita) e, anche per chi insegna nei licei coreutici. E la lista di errori, avverte Anief, "si allunga di ora in ora".
"Perché il Ministero dell'Istruzione - chiede il presidente Marcello Pacifico - ha prodotto delle tabelle così altamente rivedibili e soggette, se non modificate, a sicuri ricorsi? Il sospetto cresce: il vero fine del Miur era, e rimane, quello di spianare la strada ai processi di mobilità coatta su discipline poco conosciute dai malcapitati insegnanti", conclude.(ANSA).
Al via partita su premi a prof più bravi. Cosa intende fare il Miur per salvaguardare gli stipendi di oltre 600 mila docenti tagliati fuori dal bonus premiale? Lo chiede l'Anief alla vigilia dell'avvio al Miur del confronto sui premi ai docenti più bravi.
In ballo 63.712 posti di docenti dall’asilo alle superiori, 6.101 sono per il sostegno. Corsa contro il tempo: in classe a settembre. Ma il bando ancora non c’è.
(ANSA) - ROMA, 11 FEB - Nel contratto sulla mobilità degli insegnanti, per i docenti di sostegno rimane l'obbligo di permanenza di cinque anni. Lo denuncia l'Anief che contesta la conferma del vincolo quinquennale. "Perché - spiega - questi insegnanti già sono stati troppo bistrattati e inoltre la Legge 107/2015 non dice questo: al comma 108 si legge che 'il piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell'organico dell'autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015'. Punto". Anief, non appena l'Ordinanza sulla mobilità 2016-2017 del personale sarà pubblicata, fornirà quindi precise indicazioni su come presentare la domanda di mobilità e a chi rivolgersi laddove venisse respinta. "Non è certo sottraendo i diritti dei docenti di sostegno o reinterpretando la legge - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - che si tutela la continuità didattica agli alunni disabili. Questa, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, si riscontra solo in un modo: assicurando la stabilizzazione sugli oltre 33mila posti rimasti vacanti e che invece continuano a essere assegnati in 'deroga' anziché attraverso l'organico di diritto. I sindacati maggioritari non dovevano accettarlo. E non basta di certo inserire delle dichiarazioni a latere del contratto di mobilità dove si ricorda che i docenti di sostegno sono come gli altri. Fare sindacato, significa tutelare i diritti di tutti, nessuno escluso". (ANSA).
Si dice che chi lavora nella scuola rimane giovane nello spirito, perché opera a stretto contatto con i ragazzi. Chissà se può dirlo anche il professor Antonio Chiumiento, di Pordenone che, solo a 67 anni, è riuscito ad ottenere l’agognata immissione in ruolo come insegnante della scuola pubblica. La sua assunzione, giunta con il “potenziamento” degli istituti, è arrivata 47 anni dopo la sua prima supplenza, a 19 anni, quando iniziò ad insegnare all’Istituto Mattiussi di Pordenone. Con lo status da supplente, che è venuto meno dunque a poche settimane dal suo 67esimo compleanno.
Marcello Pacifico, presidente Anief, commenta l’annuncio da parte delle istituzioni dell’imminente pubblicazione dei bandi della selezione pubblica nazionale: non promettono nulla di buono, perché lasciano irrisolta la mancanza di prospettive per 100mila supplenti delle graduatorie d’istituto; come rimangono inalterati i problemi cronici di sostegno e scuola dell’infanzia, i cui docenti abilitati inseriti nelle GaE sono stati ‘congelati’ in attesa delle riforma del settore ancora in alto mare; continuando a mancare l’anagrafe dei posti effettivamente vacanti, rimangono in vita 50mila cattedre mascherate al 30 giugno ed invece pienamente libere. La prossima estate la situazione diverrà ancora più caotica, con la chiamata diretta dei presidi che produrrà nuovi rimescolamenti nell’assegnazione delle cattedre. Rimangono poi immotivate le esclusioni dal concorso dei giovani laureati, dei precari con 36 mesi di servizio e del personale già di ruolo. Come è da dimostrare che l’aggregazione delle classi di concorso porterà benefici: siamo convinti del contrario.
Applicato, come richiesto dai legali ANIEF, l'articolo 1, comma 1 -bis della Legge N°143 del 2004 che prevede la possibilità di reinserimento dei docenti cancellati dalle Graduatorie a Esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Tiziana Sponga vincono di nuovo contro il MIUR presso il Tribunale del Lavoro di Bologna e ottengono una sentenza che impone al Ministero dell'Istruzione l'immediato reinserimento di una nostra iscritta nelle graduatorie d'interesse.
La nota n. 2805 dell’11 dicembre emessa dal Ministero dell’Istruzione, oltre che giunta fuori tempo massimo, non chiarisce, né tanto meno risolve, diversi punti oscuri del farraginoso impianto venutosi a creare con la Legge 107/15. Come è possibile dare la “priorità all'attività progettuale”, dal momento in cui nelle scuole quest’anno sono stati spalmati 48mila docenti neo-assunti che in gran parte non avevano richiesto?
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): si tratta di immessi in ruolo al buio, catapultati nelle scuole senza ancora aver realizzato il Piano triennale dell’offerta formativa, la cui stesura si realizzerà solo tra un mese. È come se si realizza una casa partendo dal tetto e non dalle fondamenta. Tra le contraddizioni che stiamo vivendo permane poi l’assenza del personale Ata nel piano di reclutamento. E che dire della possibilità data ai collegi dei docenti di scegliere i docenti, in modo gerarchico, tra sette aree disciplinari, per poi inviare quelli c’erano a disposizione? La frittata dell’amministrazione sarà poi completata a giugno, quando verranno istituti gli ambiti territoriali. Nel frattempo, quasi tutti i docenti immessi in ruolo con il potenziamento della fase c) faranno i tappabuchi.
Dal Focus ministeriale, pubblicato in queste ore, si evince che “l’incidenza degli alunni con disabilità sul totale degli alunni frequentanti le scuole italiane, considerate nel loro complesso, è progressivamente aumentata nel corso dell’ultimo decennio; infatti, nell’a.s. 2014/2015 tale percentuale si è attestata intorno al 2,7%, mentre nell’a.s. 2004/2005 era pari all’1,9%”. Per coprire questo incremento notevole, pari al 40% di iscritti, la quota dei docenti di sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti è passata dal 48,1% al 62,8%. Ma espresso in numeri, ciò corrisponde ad appena 96mila posti coperti con personale di ruolo, a fronte di quasi 130mila necessari. E la riforma non ha cambiato di molto le cose.
Marcello Pacifico (presidente Anief): senza un piano di copertura dei posti vacanti, anche nei prossimi anni, con il numero di alunni in costante aumento, staremo qui ancora a parlare di mancato rispetto del rapporto 1 docente ogni 2 studenti, ribadito dalla sentenza della Consulta 80/2010. E di una riforma del sostegno ‘zoppa’, perché incentrata su aspetti marginali, anziché sul più importante: la soppressione dei posti in deroga.
Il Governo ha intenzione di “licenziarla” come prima delle nove deleghe fornitegli dalla Legge 107/15: tra le novità in arrivo, dovrebbero esserci i livelli essenziali delle prestazioni che ciascuna scuola autonoma sarà obbligato a garantire; maggiori risorse per finanziare e rendere operativa la già esistente carta studentesca. L’esecutivo sta poi vagliano la richiesta delle associazioni studentesche di creare un apposito fondo perequativo nazionale a favore delle regioni italiane più povere.
Marcello Pacifico (presidente Anief): va assolutamente esteso il tempo pieno per la primaria e il tempo prolungato per la secondaria di primo grado, uniformando una volta per tutte l'offerta formativa del tempo scuola, senza più differenze al ribasso sul territorio nazionale. Oggi, invece, a fronte di una diffusione del tempo pieno nell'80% delle scuole in Lombardia, solo il 5% di quelle siciliane possono offrire tale servizio. È da queste pratiche che passa il successo formativo e la riduzione degli abbandoni, vera piaga del Sud Italia.
Il direttivo Anief ha deciso di impugnare, per le stesse motivazioni e sempre alla Commissione Europea, la parte della Legge 107/15 relativa alla stipula dei contratti a tempo indeterminato che espelle, anziché stabilizzare, decine di migliaia di docenti precari e Ata che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio: a dirlo oggi a Salerno è stato Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, in avvio del Consiglio nazionale Cisal dedicato al tema del “Lavoro che non c’è”.
Il sindacalista ha ricordato che a sostenere questa tesi sono ormai anche i giudici del lavoro, come quelli di Lanciano che in questi giorni hanno condannato il Miur a risarcimenti superiori a mezzo milione di euro nei confronti di 54 docenti e Ata non stabilizzati, proprio per l’abuso dei contratti a termine. E sono migliaia ancora oggi i ricorsi pendenti al giudice del lavoro - per ottenere il risarcimento del danno, scatti anzianità ed estensione dei contratti - in attesa della sentenza della Consulta. I nostri legali sono pronti ad una nuova battaglia in ogni grado di giudizio. Sino a costo di arrivare di nuovo alla Corte di Giustizia di Lussemburgo.
La scontentezza per gli ultimi provvedimenti adottati dal Governo si è espressa oggi per le vie della capitale: sit-in e manifestazioni hanno caratterizzato la giornata di mobilitazione, con oltre 6mila partecipanti, miriadi di slogan e striscioni che confermano il malessere del mondo della scuola. Diversi i temi trattati: stipendi ridicoli, norme che danneggiano anche il personale di ruolo, precari umiliati, neo assunti relegati a tappabuchi. Forte anche la protesta studentesca: i giovani hanno capito che la vera alternanza scuola-lavoro è lontana dal compiersi.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è solo la prima risposta. Le ultime notizie sui nuovi prossimi assunti rasentano l’assurdo: verranno pagati nei primi anni 400 euro al mese, meno di un apprendista, dopo essersi laureati, abilitati e vinto in concorso pubblico. E in pensione andranno a 70 anni con l’assegno sociale. I nuovi insegnanti stanno diventano il sottoproletariato del lavoro italiano.
Denuncia del sindacato Anief-Cisal ad oltre cento giorni dall’approvazione della Legge 107/2015: le nuove norme rimangono un miraggio e nelle graduatorie ad esaurimento permangono oltre 30mila docenti precari abilitati della scuola materna, praticamente la metà di tutti quelli che il Parlamento non è riuscito a stabilizzare con la Buona Scuola.
Marcello Pacifico (presidente Anief): attivare una classe ‘ponte’ tra scuola dell’infanzia e primaria, anticipando l’età scolare a 5 anni, avrebbe risolto tutti i problemi. Perché avremmo incrementato l’organico anche del 25 per cento e permesso automaticamente l’assunzione di tutti gli attuali precari abilitati, compresi coloro che non sono nelle GaE ma hanno svolto più di 36 mesi di servizio, più i prossimi vincitori di concorso. E non comprendiamo a cosa possa servire bloccare le assunzioni su dei posti liberi e vacanti. Così si danneggiano i docenti, ma anche gli alunni, a cui viene negata quella continuità didattica che proprio il Governo sostiene di voler tutelare.
I rapporti Ue e della Ragioneria generale dello Stato confermano il trend negativo: quasi tutti i paesi d’Europa fanno registrare aumenti di stipendio, mentre da noi addirittura si arretra. Intanto, i magistrati guadagnano 5 volte di più.
Marcello Pacifico (presidente Anief): l’ultima speranza sono i giudici della Consulta, gli stessi che hanno decretato illegittimo il blocco delle pensioni. Nel frattempo tanti docenti però si ammalano, perché lo stress da insegnamento conduce verso patologie psichiatriche e inabilità al lavoro.
Attraverso la Nota n. 2157, del 5 ottobre 2015, il Ministero dell’Istruzione sconfessa la scadenza di fine ottobre, prevista dalla Legge 107/15, e indica agli Uffici scolastici regionali di posticipare di due mesi la definizione dell’offerta formativa per realizzare l’organico potenziato: largo ad una tempistica dai “tempi distesi”, reputata necessaria per permettere “di garantire lo svolgimento delle successive procedure per l’avvio dell’anno scolastico 2016/17”. Ma rinviare a dopo le assunzioni la definizione del nuovo Pof triennale, propedeutico anche per realizzare la scuola autonoma con nuove “forze”, significa che verranno inizialmente assegnati alle scuole dei docenti senza “portafoglio” e senza riferimenti ai ruoli professionali da coprire.
Marcello Pacifico (presidente Anief): presto i Collegi dei docenti dovranno indicare al Miur solo le preferenze di organico rispetto alle sette macro aree di intervento. Rinviando ogni decisione sulla modifica del piano offerta formativa del triennio successivo al nuovo anno. In tal modo, da settembre i neo-assunti finiranno negli ambiti territoriali, da cui il dirigente potrà nominarli nel suo istituto per tre anni, in primis per coprire le supplenze brevi fino a 10 giorni e quelle annuali. Spesso, pur non possedendo nemmeno l’abilitazione all’insegnamento della cattedra priva di titolare. E ai 48mila docenti da assumere con la Fase C, la destinazione e il ruolo da svolgere verranno comunicati solo la prossima estate.
La Corte d’Appello di Firenze dà piena ragione al sindacato ANIEF sul diritto dei docenti precari a percepire la medesima progressione stipendiale riconosciuta dal MIUR solo ai docenti di ruolo. Il Ministero dell’Istruzione perde l’appello proposto contro la sentenza favorevole già ottenuta dall’ANIEF presso il tribunale di Firenze e conferma che il MIUR discrimina i precari e viola la normativa comunitaria non riconoscendo loro gli aumenti retributivi calcolati in base all’anzianità di servizio. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Simona Fabbrini e Simona Rotundo ottengono piena ragione anche in secondo grado nei confronti del MIUR con una sentenza che dichiara “doveroso” il “rispetto degli obblighi imposti dalla disciplina comunitaria”.
Sembra passato un secolo da quando il Ministero dell’Istruzione, nel 2011, ammetteva la “presenza in internet di numerose offerte formative per il conseguimento di abilitazioni all’insegnamento di altri Paesi comunitari. L’Amministrazione ha avanzato richieste di chiarimenti alle Autorità competenti dei Paesi comunitari interessati. In tale attesa, i riconoscimenti di formazione professionale così conseguiti sono sospesi”. Le maglie dell’amministrazione, nel frattempo, si sono allentate. Così, per arrivare all’ambito titolo si sono ricreate delle organizzazioni oltre confine “mordi e fuggi”, soprattutto in Romania e Spagna, in cambio di cifre vicine agli 8mila euro. Mentre in Italia sembrano addirittura farsi largo degli atenei che, pur di farsi pubblicità, propongono i corsi abilitanti praticamente gratis. Per il sindacato, se accertato, si tratterebbe e di un fenomeno deplorevole, perché svilirebbe la categoria e renderebbe iniquo l’accesso allo stesso titolo professionale attraverso strade decisamente meno meritocratiche e faticose. E sarebbe dinanzi ad un controsenso, visto che la riforma ha portato 500 euro annui a docente per formazione e aggiornamento.
Marcello Pacifico (presidente Anief): serve fare chiarezza, perché se così fosse si tratterebbe di un’ingiustizia verso coloro che investono tante energie e soldi nei corsi abilitanti. Oltre che un vero e proprio aggiramento delle regole, dal momento che lo stesso Miur emana periodicamente le autorizzazioni sui corsi abilitanti, comprensive di numeri massimi di candidati da abilitare.
In assoluto, le donne coprono l’81 per cento delle cattedre; alle superiori sono il 65 per cento; alla primaria diventano il 96%; nella scuola dell’infanzia il 99,3 per cento. All’estero il divario c’è ma non di queste proporzioni. I motivi sono da ricercare nella bassa considerazione sociale della professione, negli stipendi da fame e nel lungo precariato. Che con la Buona Scuola è rimasto tale, perché quest’anno sono state cenferite ancora 100mila supplenze annuali. Con l’aggravante che si aggiunto il nomadismo, con 10mila precari assunti a centinaia di chilometri da casa, costretti ad abbandonare genitori, coniugi e figli, senza conoscerne i motivi.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se si volesse realizzare un profilo del docente italiano, questo non potrebbe che essere di una donna stanca dai capelli ingrigiti dal tempo. E andrà sempre peggio: perché nel 2018 la pensione di vecchiaia arriverà alle soglie dei 68 anni, con l’assegno di quiescenza destinato a trasformarsi in una pensione poco più che sociale. Ma a chi ci governa non importa che insegnare è un mestiere logorante e che in altri Paesi, come la Germania, si può andare in pensione con 24 anni di servizio.
Negli ultimi anni, ai docenti italiani sono stati concessi aumenti più bassi del contratti privati. E andrà sempre peggio, perché alle nuove generazioni dei formatori si prospetta di andare in pensione con assegni vicini all’attuale sociale dopo 43 anni di lavoro. La riforma Renzi-Giannini sulla Buona Scuola ignora tutto questo. Perché oggi, a differenza delle promesse, ha lasciato viva la ‘supplentite’. E gli aumenti legati al merito professionale sono ridicoli e riservati al 10% dei docenti: appena 200 milioni di euro, a fronte di 6 miliardi di arretrati che lo Stato dovrebbe dare al personale per adeguare gli stipendi non all’Unione Europea, ma all'inflazione certificata dall'Istat. Sono questi i veri motivi del declino della professione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è ora di cambiare, per non lasciare sempre l'ultima parola ai tribunali. Lo Stato continua a sfruttare i docenti, sempre più scesi nella considerazione sociale. Anief ha già vinto i ricorsi per la stabilizzazione, lo sblocco degli scatti stipendiati e il pagamento delle mensilità estive per il personale precario, il riconoscimento del servizio per intero pre-ruolo nella ricostruzione di carriera e la restituzione del Tfr. E tutto per colpa di leggi inique che il Governo di turno lascia in vita per risparmiare sulla loro pelle.
L’ANIEF inanella una nuova vittoria in Tribunale e ottiene nuovamente ragione in favore dei docenti cancellati dalle Graduatorie a Esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento. Il Giudice del Lavoro di Milano, infatti, accoglie senza riserve il ricorso presentato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Sergio Galleano a tutela dei diritti di un nostro iscritto e ordina al MIUR di provvedere all’immediato reinserimento del docente nelle Graduatorie di interesse.
La maggior parte dei docenti prenderà la decisione definitiva all’ultimo momento. Il dilemma è se accettare il ricatto della candidatura al buio, che viola le regole d’accesso al pubblico impiego, e l’assunzione tramite chiamata diretta incostituzionale, contro cui non a caso abbiamo fatto ricorso. Mentre tanti di coloro che vorrebbero rischiare di essere assunti anche a centinaia di chilometri di distanza, vengono illegittimamente lasciati fuori delle immissioni in ruolo: sono gli abilitati Tfa, Pas, in Scienze formazione primaria, all’estero e magistrali, per i quali sempre più giudici stanno ordinando l’inserimento d’ufficio nelle GaE. Tra le esclusioni illegittime anche quelle degli Ata: eppure la Legge 107/15 prevede la loro inclusione nel ‘potenziamento’. E oggi scade l’ultimatum Anief sul mancato turn over di 6.243 di posti come amministrativo, tecnico e ausiliario.
Mentre Milano e Mantova, le strutture locali del Miur già hanno convocato i precari, in vista della prima tranche di docenti da assumere a seguito della riforma, i dipendenti dell’ex Provveditorato agli Studi di Siracusa lamentano la cronica “riduzione di personale” e si sentono “bersagliati da normative scolastiche sempre più complesse e farraginose, con dotazioni informatiche insufficienti o inadeguate”. Come se non bastasse, l’applicazione di un comma della Legge di Stabilità 2015 aggraverà la situazione: da settembre, infatti, niente più comandi, distacchi e utilizzazioni del personale nella PA.
Marcello Pacifico (presidente Anief): inviamo tutta la nostro solidarietà ai dipendenti di queste strutture. Inoltre, chiediamo formalmente al Governo e all’amministrazione scolastica di derogare all’ennesima applicazione di una spending review inadeguata, perché andrebbe a mettere in ginocchio dei servizi pubblici già in difficoltà estrema. Dobbiamo finirla con le due Italie: una efficiente, l’altra abbandonata al suo destino.
RIFORMA ISTRUZIONE - La “Buona Scuola" è la Legge n. 107/2015: Anief annuncia una montagna di ricorsi in tribunale.
Contro la chiamata diretta dagli albi territoriali, la mancata stabilizzazione dei precari con 36 mesi di servizio e per risarcimento dovuto; per la mancata applicazione almeno dell’indennità di vacanza contrattuale nello stipendio; per la non considerata ricostruzione di carriera per intero del servizio pre-ruolo; per il recupero degli scatti e per l’assegnazione provvisoria immediata. Il sindacato impugnerà anche il decreto sugli organici e sulle “false” assunzioni 2015. Produrrà poi una serie di ricorsi a favore dei dirigenti risultati idonei prima del concorso del 2011, per l’ampliamento dei posti utili per il turn-over e da trasformare al 31 agosto, per quelli non assegnati a Infanzia, Ata, Educatori, Religione, Sostegno (per i quali si continua ad eludere il rapporto 1 a 2 allievi disabili); per l’esclusione dalle domande per l’accesso agli albi del personale abilitato fuori da GaE.
Nuova vittoria targata ANIEF al TAR del Lazio: annullati gli atti che escludevano una docente in possesso di diploma magistrale linguistico dalle graduatorie finali del Concorso a Cattedra 2012. L'Avv. Simona Fabbrini ottiene giustizia per la nostra iscritta e la condanna del MIUR al pagamento delle spese processuali quantificate in 2.000 Euro oltre accessori.
Stipendi al palo. Riduzione a quattro comparti. Incognita sulla scuola, dove già il Governo con la riforma ha previsto il finanziamento del merito coi tagli per 200 milioni al posto del miliardo che avrebbe dovuto sborsare per pagare gli scatti di stipendio a un milione di lavoratori per gli ultimi mesi del 2015, dopo la pubblicazione della sentenza della Consulta sull’illegittimità del blocco contrattuale. Unica possibilità? Ricorrere in tribunale per sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale e ricevere arretrati, come per le pensioni.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni, intese come retribuzione differita, che ha bocciato il mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita deciso dall'esecutivo Monti con il decreto Salva Italia per il biennio 2012-2013, ha creato uno spartiacque: d’ora in poi gli stipendi dovranno essere almeno allineati al costo della vita. Per il passato, però, non rimane che l’impugnazione.
Il Ministero dell’Istruzione Miur ha inviato ai direttori generali una Circolare sull’adeguamento degli organici di diritto del personale docente alle situazioni di fatto per il prossimo anno scolastico, attraverso cui confermare o ridurre i posti dell’a.s. 2014/15: l’incongruenza sta nel fatto che le regole impartite con quel dispositivo ministeriale risultano in palese contrasto con il disegno di legge n. 2994-B, in via di approvazione, per il quale è prevista la votazione finale da parte dell’aula della Camera a partire da domani.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): presto assisteremo ad un vero conflitto tra organico di fatto e di diritto precedente e post riforma, perché il nuovo organico dell’autonomia, conseguente al disegno di legge in via di approvazione, dovrà tenere conto di posti comuni e di potenziamento dell’offerta formativa in base alle indicazioni effettuate da ogni Collegio. Una scelta che porterà anche all’individuazione tardiva dei posti per il sostegno agli alunni disabili: ancora una volta, si ammette il fabbisogno di un rapporto uno a due tra docenti e alunni disabili in organico di fatto, lasciando 30 mila supplenti precari senza stabilizzarli. Con effetti negativi per le scuole, per gli alunni coinvolti e per i tribunali.
Il risultato saranno un autunno di collegi dei docenti infuocati e un vero caos organizzativo nelle scuole. Il Governo in tre mesi interviene su dieci temi, seppure siano stati contestati da tutto il mondo della scuola con scioperi con adesioni da record e innumerevoli manifestazioni di piazza: alternanza scuola-lavoro, istituti tecnici superiori, competenze digitali, organico autonomia, competenze dirigente scolastico, piano straordinario assunzioni, formazione e merito, concorsi, sentenza CGUE, funzionalità scuole. Dopo aver messo all’angolo diversi parlamentari, contrari al provvedimento, la maggioranza ha anche dovuto chiedere la fiducia. Tra le righe del testo – analizzato e suddiviso per materie dall’ufficio legislativo del giovane sindacato - spuntano anche otto deleghe (testo unico, formazione iniziale, sostegno, scuole professionali, diritto allo studio, infanzia, sapere umanistico, esami di stato, scuole all’estero). Anief pronta ad intervenire in Tribunale.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): presto migliaia di ricorsi investiranno la scuola italiana. Per ottenere risarcimenti, mancate stabilizzazioni e tutte le esclusioni illegittime di una riforma voluta soltanto dal premier.
Lo ha detto Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, nel giorno della protesta unanime del mondo della scuola contro l'approvazione del disegno di legge.
"La protesta di oggi ci conforta nella volontà di impugnare la riforma in tribunale a farla dichiarare incostituzionale e anti-europea": così commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, la protesta in piazza Montecitorio, messa in atto oggi pomeriggio da chi vive la scuola, contro l'approvazione del disegno di legge di riforma.
Assieme agli iscritti e alle Rsu di sindacati di categoria, rappresentativi e non, confederali e autonomi, ci saranno tante associazioni, movimenti e comitati di categoria provenienti dalle regioni di tutta Italia. Con loro, anche diversi comuni cittadini. Tutti assieme a dire no alla riforma, proprio mentre in Parlamento prenderanno il via le operazioni che porteranno al voto.
Marcello Pacifico, presidente Anief, si rivolge agli onorevoli che presto saranno chiamati a votare il disegno di legge nell’Aula della Camera: possono ancora fermare il più contestato progetto di riforma della scuola, da quando esiste la nostra Repubblica. Sappiano anche che se il testo dovesse passare, difficilmente sarà adottato: in primis, perché docenti e Ata non andranno oltre lo svolgimento delle attività ordinarie, in secondo luogo perché la riforma uscirà dai palazzi della politica per entrare nelle aule dei tribunali.