All’interno del disegno di legge collegato alla finanziaria, da approvare in primavera, sul sistema di formazione iniziale, non ci saranno più percorsi universitari “ad ostacoli”, anticipa il ministro Fioramonti durante l’audizione a Palazzo Madama, anzi saranno aperti anche ai docenti delle paritarie. Rimane, invece, il disco rosso per la validità del servizio nella nuova procedura concorsuale riservata
Marcello Pacifico (Anief): “Bisogna cambiare il Decreto legge. Lo chiederanno il 12 novembre in migliaia durante lo sciopero. Il sistema nazionale di istruzione è da vent'anni integrato tra il servizio erogato da 8 mila scuole pubbliche e 14 mila scuole private nonché dai corsi regionali oggi equiparati a quelli professionali. Assurdo pensare di reclutare alcuni e lasciare a casa gli altri quando entrano ed escono come supplenti dalle nostre aule. Perché poi questi insegnanti dovrebbero poter accedere agli ordinari corsi abilitanti e non dovrebbero mettersi in gioco per vincere la nuova procedura concorsuale riservata per inserirsi nelle graduatorie utili per il ruolo? Si prevede una nuova ondata di ricorsi”.
LA NOTIZIA
Dopo le richieste dell’Anief, sostenuta negli ultimi giorni da politici di più schieramenti, anche appartenenti alla maggioranza di governo, contro la mancata considerazione del servizio svolto negli istituti scolastici paritari per i concorsi riservati ai precari con almeno 36 mesi, il ministro annuncia la valutazione di tale servizio nei futuri percorsi abilitanti speciali.
L'ANALISI DI OS
“I percorsi – scrive Orizzonte Scuola - saranno articolati in due rami. Da un lato quelli per la formazione degli aspiranti docenti che avranno i requisiti per l’insegnamento (la laurea), dall’altro percorsi diversi, semplificati, per quanti avranno sia i requisiti che esperienza di insegnamento. Una sorta, quest’ultimo, di PAS che permetterà a quanti hanno lavorato sul campo, di conseguire una abilitazione per partecipare ai concorsi ed iscriversi in seconda fascia delle graduatorie d’istituto. Una declinazione di quanto è stato l’accordo firmato tra Ministero e sindacati ad inizio ottobre che prevedeva percorsi speciali di abilitazione per i docenti che già lavorano nelle scuole. Quindi – conclude la rivista specializzata -, quei docenti che non riusciranno a rientrare nel tetto dei 7/10 imposto dal decreto per superare il concorso straordinario, potranno sperare in un percorso abilitanti ad hoc”.
LE RICHIESTE DI PD E IV
La modifica che si starebbe per delineare non è proprio quella chiesta dalla senatrice Simona Malpezzi (PD), sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. E nemmeno quella rivendicata dall’on. Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, il quale è intervenuto dopo l’intervento di Fioramonti, chiedendo di “cambiare direzione su valutazione, merito, alternanza e scuola paritarie”, dando la possibilità a chi opera nelle paritarie “di partecipare ai concorsi, ordinari e straordinari, allo stesso modo dei loro colleghi delle scuole statali”.
IL PARERE DI ANIEF
L’Anief aveva ricordato, a questo proposito, che secondo la normativa vigente, l’articolo 33, comma 2 della Legge n. 26, del 10 marzo 2000, il sistema nazionale pubblico statale comprende la scuola paritaria; pertanto il servizio svolto all’interno di questi istituti non può essere da meno rispetto a quello portato avanti nelle scuole di Stato. E siccome i docenti delle scuole paritarie svolgono lo stesso lavoro degli insegnanti che operano negli istituti statali, producendo anche titoli di studio col medesimo valore legale, non si comprende la differenziazione nel valutare il servizio dei docenti.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che il suo sindacato “chiede al Parlamento di valutare bene questa esclusione illegittima. Adesso, sembra che sui corsi abilitanti il nostro appello sia stato accolto. Rimane però in vita la mancata considerazione delle annualità, almeno di 180 giorni ciascuna, svolte nelle scuole paritarie e nei percorsi professionali regionali ai fini dell’accesso ai concorsi straordinari dei docenti. Se le cose stanno così si creeranno le premesse per un maxi contenzioso, con inevitabili rallentamenti sulle procedure concorsuali. Speriamo che lo sciopero del 12 novembre serva a operosi ravvedimenti”.
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