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Le certificazioni di dislessia, disgrafia e disortografia degli alunni italiani stanno raggiungendo numeri altissimi: dal Focus del ministero dell’Istruzione, pubblicato in questi giorni, sugli alunni con disabilità frequentanti le scuole italiane di ogni grado di istruzione – statali, paritarie e non paritarie -, risulta che nel corso degli ultimi due anni scolastici gli alunni catalogato come DSA sono passati da 318.678 del 2019/20 a 326.548 del 2020/21, con un incremento dal 5,3% e al 5,4% sul numero complessivo dei frequentanti. Si tratta, scrive oggi la stampa specializzata, di alunni a cui è stato diagnosticato un disturbo d’apprendimento “frequentanti il terzo, quarto e quinto anno della scuola primaria, la scuola secondaria di I e di II grado in possesso di certificazione di DSA ai sensi della legge 170/2010”. Entrando nel dettaglio, le diagnosi certificate di alunni iscritti ad un corso scolastico sono salite da circa 94 mila a oltre 198 mila, le certificazioni di disgrafia da 30 a 99,8 mila unità. Anche il numero di alunni con disortografia sono aumentati notevolmente, passando da circa 37 a 117,8 mila e gli alunni con discalculia da 33 a 108 mila.
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Nell’anno scolastico appena iniziato gli alunni stranieri risultano in leggero calo, in linea con il dato in riduzione complessivo, ma comunque i non italiani sfiorano le 800 mila unità: sono 795.560 e se si considera il totale degli alunni iscritti in Italia (7.286.151) gli stranieri costituiscono il 10,9%: lo riporta il Focus sui “Principali dati della scuola – Avvio anno scolastico 2022-2023”, elaborati dall’Ufficio statistica del Ministero dell’Istruzione. “Abbiamo ormai iscritta una percentuale importante di alunni non italiani – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché ben uno studente su otto è alloglotto. In tutto sono quasi 800 mila, davvero tanti e questo non può che arricchire le nostre scuole, ma è un dato di fatto che mancano in organico gli insegnanti di lingua italiana per stranieri. Assieme ai docenti specializzati, servirebbero anche le compresenze, per permettere di lavorare in classe in sottogruppi. Anche per loro – conclude Pacifico - servono risorse immediate”.
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Fase transitoria precariato, risorse per il rinnovo del contratto fermo dal 2018 e conferma dell’organico aggiuntivo di docenti e Ata attivato nell’ultimo biennio: sono le urgenze che il Governo dovrà affrontare per la Scuola già all’indomani del proprio insediamento. I punti sono stati indicati da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: in un’intervista all’agenzia Teleborsa, ha detto che "ci sono tre priorità che il nuovo governo dovrà affrontare subito, per la scuola, per il personale della scuola e per i nostri studenti", ha detto il sindacalista autonomo.
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Si è svolto questa mattina l'incontro tra Ministero dell’Istruzione e sindacati per la presentazione del Decreto attuativo della Legge 79/2022 sull’attribuzione dell’indennità aggiuntiva da riconoscere ai docenti che risiedono in provincia diversa da quella di servizio per premiare la continuità didattica. Da parte dell’amministrazione scolastica è previsto il requisito - retroattivo - di 5 anni di permanenza nello stesso istituto senza aver presentato domanda di mobilità, assegnazione provvisoria o cambiato sede usufruendo dell'art. 36 CCNL sia per ottenere l'indennità relativa al servizio svolto in sede differente rispetto alla propria residenza o domicilio sia per beneficiare dell'indennità specifica per chi presta servizio in zone caratterizzate da rischio di spopolamento e da valori degli indicatori di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “è giusto prevedere un ristoro per chi lavora lontano da casa, ma il nostro sindacato aveva proposto una specifica indennità di sede che doveva riconoscere il sacrificio a tutti i lavoratori, docenti e ATA e a prescindere dagli anni di servizio nella scuola. Questa distinzione non ci può soddisfare”.
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