Durante il Congresso Cesi, la Confederazione Cisal-Confedir ha presentato una mozione con cui andare a rivedere le regole su organizzazione e rapporto di lavoro al tempo del Covid19. Regole che poggiano su tre atti: diritto alla salute, all’istruzione e alla mobilità del personale. Tutti atti presenti nella Carta europea dei diritti fondamentali dell’uomo. A ricordarlo è stato Marcello Pacifico, vicepresidente dell'accademia Europa della Cesi, durante un’intervista concessa all’agenzia Teleborsa, a margine dell’evento del Congresso che cade nel trentennale della fondazione dell’organismo a capo dei sindacati indipendenti, con oltre 5 milioni di dirigenti e lavoratori europei. Tra i progetti che secondo il sindacato vanno attuati c’è sicuramente la regolamentazione dello smart working, dopo che il lavoro ‘agile’ si sta imponendo non solo nella pubblica amministrazione, ma anche nel settore privato. Vanno riviste quindi quelle indicazioni che l’Europa aveva fornito anche sull’orario di lavoro, sulle sedi e sulla sicurezza, certamente partendo dalla Direttiva 88 del 2003. Ancora di più perché l’emergenza Covid-19 ha cambiato l’organizzazione dell’orario di lavoro e i rapporti di lavoro nel settore pubblico e privato al punto che risulta necessario proporre modifiche alla vigente legislazione comunitaria.
“Nel momento in cui il lavoro diventa sempre più ‘agile’ e svolto da casa – dice Pacifico - c’è ancora maggiore bisogno dell’azione del sindacato, che connetta non solo i lavoratori ma anche i vari sindacati europei, quindi l’elaborazione di una piattaforma per fare in modo che questo lavoro a distanza non vada a penalizzare i dipendenti. Sono questi gli atti fondamentali della mozione con cui abbiamo impegnato la Cesi: considerato che la mozione è stata approvata, continueremo quindi anche in Europa con quella battaglia che in Italia portiamo avanti come Anief e Udir per i dipendenti della scuola, quali sono i docenti, gli amministrativi e i dirigenti scolastici. Assieme sempre alla Cesi”.