I risarcimenti recuperati dai legali che operano per l’Anief stanno raggiungendo cifre sempre più importanti: dalle sentenze dei Tribunali d’Italia degli ultimi cinque giorni, da lunedì 17 a venerdì 21 aprile, sono arrivati oltre 300 mila euro più interessi legali. Questo significa che ogni docente o Ata che ha presentato ricorso ha ricevuto una media di 3.334 euro, a cui aggiungere gli interessi maturati nel corso del tempo. In due casi, a Novara e a Torino, il risarcimento ha assunto proporzioni consistenti: si tratta di insegnanti che hanno ricevuto oltre 25 mila euro come risarcimento danno, conseguente alla mancata piena considerazione dei periodi di precariato caratterizzato dalla reiterazione dei contratti a termine. In questi casi, inoltre, il ministero dell’Istruzione è stato condannato pure a collocare l’insegnante nella fascia stipendiale maggiore. Nella settimana lavorativa terminata ieri va segnalata anche la sentenza di Ivrea, sempre per risarcimento danno legato alle supplenze, con 17.642 euro assegnate ad un professore della scuola pubblica, e quella di Busto Arsizio, dove la mancata assegnazione della Carta del docente ai precari ha portato il giudice del lavoro ad fare avere 15.900 euro ad una serie di insegnanti che hanno aderito al ricorso in modalità collettiva per recuperare i 500 euro annuali.
Oltre al recupero della Carta del docente, con tantissimi precari che dal 2016 hanno dovuto portare avanti l’aggiornamento professionale a loro spese, nei cinque giorni di metà aprile l’Anief ha fatto avere anche la Retribuzione professionale docente ad alcuni docenti che avevano prestato servizio dopo avere stipulato contratti di tipo “breve”, gli scatti di anzianità non considerati nel periodi precariato con ripercussioni dirette sulla ricostruzione di carriera, anche sulla base dell’importante parere positivo della Corte di Cassazione su questa materia, oltre che il recupero, sempre per i precari, dell’indennità sostitutiva per le ferie mai svolte ma nemmeno mai pagate a fine supplenza.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, torna quindi a rivolgersi al personale della scuola, anche di ruolo: “I risultati che stiamo centrando in Tribunale – dice il leader dell’organizzazione rappresentativa – confermano che non bisogna demordere di fronte alla repressione di tanti diritti, soprattutto perché nella scuola è purtroppo diventata la regola per colpa di diverse leggi sbagliate e vessatorie. Invitiamo tutti coloro, insegnanti e Ata, che si trovano in queste condizioni, a prendere personalmente contatto con le sedi Anief territoriali e valutare con i consulenti la possibilità di presentare ricorso con la nostra organizzazione sindacale sempre più vincente”.
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